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2 luglio 2023

Il Palio di Siena... e di Tittìa

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Un minuto e mezzo, secondo più, secondo meno. E' il brevissimo arco temporale che basta ai fantini di Siena per portare a casa l'ambitissimo Palio. Non importa quanto i pronostici che fino a oggi davano per favorita la Selva, la contrada che si è realmente aggiudicata l'edizione di quest'anno, abbiano affievolito la sorpresa. In quel minuto e mezzo i senesi - a cavallo e dietro le transenne - si giocano tutto. E per una contrada che esulta, altre nove vedono andare in frantumi tutta la fatica e il sogno di un anno. 

Nessun colpo di scena, dunque. Quest'anno a Siena è andata come previsto. I senesi avevano già individuato nella Selva la contrada favorita d'obbligo, avendo la migliore accoppiata: Giovanni Atzeni, detto Tittìa, 10 vittorie, 38 anni, esordiente a Siena a soli 18, e il cavallo Violenta da Clodia. 

La coppia ha riportato il Drappellone alla contrada della Selva che ha ottenuto la vittoria numero quaranta dopo una corsa condotta in testa da Tittia per tutti e tre i giri nel tufo di Piazza del Campo. Per fantino e cavalla è il secondo successo consecutivo nella storica corsa senese dopo aver vinto la corsa dell'agosto dello scorso anno con i colori della contrada del Leocorno (assente oggi). Alle altre -  Istrice, Drago, Torre, Chiocciola, Aquila, Giraffa, Selva, Onda, Nicchio e Tartuca - non è rimasto che mangiare la polvere.

Certo le varianti in campo erano molte: ma alla fine la Selva ha galoppato decisa verso il traguardo e lo ha tagliato, come da copione. Quando si è conosciuto l'ordine di entrata tra i canapi si è capito che la mossa, dove Onda e Torre erano vicine, sarebbe durata a lungo. L'Onda, rivale della Torre, che si era mostrata la più veloce durante le prove, non concedeva spazio all'avversaria mentre Tittìa giocava per sé cercando di sfiancare le contrade vicine. Tattica che come si è visto gli è riuscita con successo perché quando la Chiocciola è entrata tra i canapi, la Selva è partita in testa mentendola fino alla conclusione senza che le avversarie, in particolare la Torre, giunta poi seconda ma lontana, mettessero in discussione il suo primo posto.

 Quest'anno a Siena è andata come previsto. I senesi avevano già individuato nella Selva la contrada favorita d'obbligo, avendo la migliore accoppiata

Dopotutto, lo sa bene chi mastica le questioni senesi, Tittìa è ormai una leggenda. Nato a Nagold in Germania da padre sardo e madre tedesca, cresciuto in Sardegna dall'età di undici anni Giovanni Atzeni è diventato il simbolo della gara che ha portato a casa ben 10 volte, cinque delle quali consecutivamente. L'uomo dei record ha un soprannome pare legato a un suo modo di dire: "Tittìa", infatti, è un'espressione sarda che significa "che freddo" e lo stesso Atzeni, appena diciottenne, arrivato da poco nelle scuderie di Luigi Bruschelli, detto Trecciolino, era solito dire "tittìa" durante le mattine più fredde passate ad allenare i cavalli.

Il rapporto col Palio di Siena ha inizio prestissimo: appena maggiorenne, esordisce al Palio per il Nicchio, anche grazie all'appoggio di Trecciolino. Nello stesso anno riceve la chiamata del Rione Santa Caterina per il Palio di Asti: il risultato sul campo è un ottimo secondo posto ma, a sorpresa, gli viene attribuita la vittoria, a causa della squalifica del Borgo Tanaro Trincere Torrazzo, vincitore sul campo ma escluso dall'ordine di arrivo per scorrettezze ai danni del Rione San Secondo: il fantino dei lungofiume, Pampero, aveva infatti trattenuto le briglie del cavallo avversario, montato da Bighino.

La festa continuerà fino all'alba. Poi riprenderà in misura minore nei prossimi giorni, fino a una cena tradizionale che si tiene a fine settembre. Special guest star, nemmeno a dirlo, Tittìa e Violenta da Clodia. Intanto, siccome il palio è un omaggio alla Moadonna di Provenzano, il Drappellone - come da tradizione - è stato portato alla basilica per un 'te deum' di ringraziamento mentre il fantino è stato portato in trionfo sulle spalle dei contradaioli fino all'altare della chiesa.

 

 

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