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5 aprile 2023
di Maria Rita Nocchi

Miart cresce a Milano 

Nathalie Djurberg & Hans Berg, The Soft Spot  - 2020
Nathalie Djurberg & Hans Berg, The Soft Spot  - 2020
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È partito il conto alla rovescia per Miart. Il 13 aprile (con l'anteprima vip) si alzerà  il sipario sulla 27esima edizione della Fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea di Milano, organizzata da Fiera Milano e diretta da Nicola Ricciardi.  Un appuntamento imprescindibile per gli appassionati e i collezionisti, con 169 gallerie partecipanti da 27 paesi del mondo. L'edizione 2023 è intitolata 'Crescendo' per indicare la crescente partecipazione del pubblico e il desiderio di proseguire la traiettoria ascensionale dopo gli anni difficili del covid. 

Ispirati al concept di Crescendo, per la prima volta, i contenuti della fiera si estendono oltre i suoi confini tradizionali per coinvolgere altri luoghi della città. Sabato 15 aprile Triennale Milano ospiterà una serie di conversazioni dal titolo Miart LIVE, con interlocutori di spicco del mondo della cultura, tra i quali Massimiliano Gioni e Beatrice Trussardi,  Angharad Williams e Gianmaria Andreetta, Jonathan Monk, Gianni Pettena e Italo Rota, incentrate sul tema della capacità dell'arte di attrarre altri luoghi e altre discipline. 

Particolarmente significativa è la sinergia con la Fondazione Nicola Trussardi, con la quale Miart ha condiviso in passato diversi progetti speciali per la città di Milano. Quest'anno la Fondazione ha scelto di iniziare i festeggiamenti per i suoi primi 20 anni di museo nomade proprio all'interno dei padiglioni della fiera: il 13 aprile Beatrice Trussardi e Massimiliano Gioni coinvolgeranno il pubblico nel taglio di una torta donata da Maurizio Cattelan.

La circolazione dei contenuti artistici dentro e fuori la fiera è evidenziata anche dall'inedita partnership con il fashion brand MSGM, che ha commissionato un'opera site specific per l'ingresso di Miart al duo di artisti Eva & Franco Mattes. Costituita da cavi digitali che consentono il trasferimento dei dati, l'installazione che accoglie il pubblico ruota al suo interno un'immagine invisibile inviata casualmente tramite AirDrop dallo smartphone personale del duo ai passanti. In questo modo ogni visitatore, anche senza essere un collezionista, avrà la possibilità di portare via, e a sua volta ridistribuire, un contenuto artistico unico.

A conferma dell'ambizione di coinvolgere un pubblico più ampio, per la prima volta i temi della fiera vengono veicolati anche via radio grazie al progetto The Sound of Miart offerto da Radio Deejay, Radio Capital e M2O: tre playlist musicali realizzate dal Gruppo Gedi stazioni radio, scaricabili dai QR code in tutta la fiera o dal sito miart digital e che seguono il mood di ogni sezione, Established, Emergent, Decades. 

“Quest’anno abbiamo avuto l’adesione di un numero doppio di galleristi rispetto al 2022 – sottolinea Ricciardi, al terzo anno di direzione  - e questo è un indice che le cose stanno andando molto bene. Gli spazi sono rimasti gli stessi, quindi abbiamo operato una selezione più attenta, privilegiando la qualità delle gallerie e dei progetti. C’è molto entusiasmo per le opportunità concrete che si aprono con la partecipazione a Miart. Non mi riferisco solo alle vendite, ma anche ai contatti che si acquisiscono in fiera. Posso dire senza timore di essere smentito che c’è un gran fermento a Milano quest’anno. La città è diventata un centro europeo, siamo sotto una lente di ingrandimento che sta evidenziando una realtà molto vivace e stimolante”.

Nell’organizzare la manifestazione Ricciardi ha seguito il criterio dell’internazionalità, che “non vuol dire esterofilia”, tiene a precisare. “Ho cercato di  mantenere un  buon bilanciamento nelle presenze, rafforzando il numero delle gallerie europee ed extraeuropee  e al tempo stesso consolidando il legame con le principali realtà italiane. Si torna a respirare un’aria internazionale, grazie al fatto che il 40% degli espositori ha sede all’estero.

Sono orgoglioso - ha sottolineato Ricciardi - di essere riuscito a portare a Milano realtà che provengono da quattro continenti e da città molto distanti. Ne cito solo qualcuna: la Galleria Capsule di Shangai, la Hoa Galeria di San Paolo del Brasile, la Gallery 1957 di Accra (nel Ghana) e la Foundry Seul di Seoul. Accra è uno dei luoghi meno scontati dove si sta producendo arte interessante. Anche Seul è un luogo dove si crea sempre di più arte contemporanea di qualità. Inoltre, tornerà la galleria di Tokyo Misako&Rosen, che l’anno scorso ha scommesso su Miart portando un solo artista in mostra. Scommessa più che riuscita, direi, dato che nei primi due giorni ha venduto tutte le opere esposte nello stand. Mi fa molto piacere notare che le gallerie dell’Asia arrivano sul mercato italiano con una produzione vicina alla nostra sensibilità artistica.”

Il direttore di Miart ha puntato a costruire una grande manifestazione per il capoluogo lombardo, per l’Italia, per l’Europa capace di attirare un pubblico oggi sempre più interessato all’arte, ma il desiderio è di allargare il numero dei fruitori. "La fiera è una piattaforma commerciale, ma anche e soprattutto culturale. Mi piacerebbe che creasse un lascito nella cultura milanese, arricchendola di nuovi contenuti".

 


 

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