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27 luglio 2023
di Rosario Stanizzi

Liquirizia, un mondo da scoprire

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Entriamo nel Museo “Giorgio Amarelli” senza capire bene cosa troveremo. Siamo a Rossano, sullo Jonio calabrese. E capiamo in pochi istanti che qui si fa un viaggio nella storia.

È l’aroma. Proprio quell’aroma, semplice e forte, che ti fa capire che sei in un luogo davvero unico. Il colore è il nero, l’aroma inconfondibile. È il mondo della liquirizia, che non puoi non esplorare

Qui si racconta una storia affascinante, da toccare con mano, tra documenti, libri, foto d’epoca, ma anche vecchi attrezzi agricoli, oggetti quotidiani e splendidi abiti antichi, a testimoniare la vita di una famiglia che valorizza i rami sotterranei delle piante di liquirizia che crescono spontanee sulla costa ionica (in Calabria l’80% della produzione nazionale) e che diventano il palcoscenico di un museo unico al mondo.

La liquirizia, prodotto semplice, è diventato in Calabria uno straordinario motore d’economia. La liquirizia “Amarelli”, la più conosciuta al mondo, che racconta di una famiglia le cui origini si perdono nel Medioevo. Certamente già nel ’500 la famiglia Amarelli, che vanta antiche tradizioni nobiliari, commercializzava le radici di una pianta che è sempre cresciuta in abbondanza a queste latitudini: la “Glycyrrhiza Glabra”, cioè radice dolce.

La liquirizia. Il clima e la composizione dei terreni ne favorivano la crescita spontanea. Nel 1731 fu fondato un impianto vero e proprio, detto “concio”, oggi visitabile. È qui che iniziò l’estrazione del succo dalle radici della pianta. Ed è allora che nacquero le liquirizie, nere e brillanti. Molto apprezzate, tanto che nella prima metà dell’Ottocento la produzione locale rappresentava già il 70% di quella nazionale. E il mercato si allargava sempre di più anche all’estero. Una curiosità: fu lanciato anche il marchio Lealmair, che poi è solo l’anagramma di Amarelli. Ma faceva molto più “internazionale”. 

Attraverso diverse mutazioni tecnologiche, si arriva agli attuali sistemi di produzione, che sono, naturalmente, molto avanzati e spesso nati proprio dall’esperienza maturata nella produzione artigianale. Ma mai è stata abbandonata l’indispensabile manodopera specializzata. Il tocco finale spetta sempre al “mastro liquiriziaio”: è lui che sorveglia personalmente il giusto grado di solidificazione del prodotto. È lui che conosce, e custodisce, antichi segreti mai rivelati. Segreti che fanno sì che la liquirizia abbia sempre, e davvero, quel particolare gusto e proprio quel caratteristico dolce odore. Che si ritrova anche nei prodotti commercializzati: la spezzata, i rombetti, le favette, i bianconeri, i sassolini.

Tutti racchiusi in colorate confezioni o nelle iconiche scatole di metallo che riproducono anche antiche immagini, tratte dai ricchi archivi di Casa Amarelli. Senza scordare la copiosa produzione di liquori. Tradizione e innovazione si ritrovano assieme, perfettamente fuse, nel Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, che ha ottenuto nel novembre del 2001 il “Premio Guggenheim Impresa & Cultura”.

Accompagnati dalle assistenti museali, si va poi alla scoperta dei segreti della lavorazione della liquirizia, i covoni di radice pronta per essere lavorata, gli impianti moderni per l’estrazione, gli antichi cuocitori dove si addensa la pasta nera di liquirizia e le trafile in bronzo che le conferiscono forma e spessore, in una visita al processo produttivo perennemente immersa nel dolce profumo di liquirizia e che, come il museo, appassiona tutti, adulti e bambini.

Il fumaiolo, con le iniziali del barone Nicola Amarelli, svetta imponente dal tetto del concio alla cui base si trova il “Museo Open Air” con un’esposizione davvero unica di pezzi industriali d’epoca. Un’avventura inedita che trasporta nella realtà di un passato fiorente e racconta il presente di un prodotto eccellente da gustare, a fine del percorso, nel Liquorice Shop e nel Museum Cafè.

Dal bastoncino di legno grezzo alle liquirizie pure o con menta e anice, dalle gommose all’arancia, al limone, alla violetta, fino ai confetti delicatamente colorati, la liquirizia assume forme e gusti diversi Ma se ci si vuole meravigliare si può fare un salto anche nell’auditorium, grande spazio accogliente e funzionale, interamente dedicato ad eventi, conferenze, proiezioni e convention. Una struttura che arricchisce ulteriormente il territorio che lo ospita. Costruita come per voler restituire a questa terra quello che ha donato, da secoli: la liquirizia, un prodotto semplice, dall’aroma dolce ma deciso, capace di trasformare l’economia locale e di puntare alla conquista del mondo.

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