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17 aprile 2023
di Alessandro Galiani

La scalata inarrestabile di Ari Emanuel, l'agente più potente di Hollywood

Ari Emanuel con Donald Trump 
Ari Emanuel con Donald Trump 
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Ari Emanuel, 62 anni, co-fondatore della Endeavour Talent Agency, nonchè co-ceo di William Morris Endeavour, è uno degli agenti più potenti di Hollywood, un vero mito nella Mecca dei media. Molti lo ritengono il modello del personaggio tirannico e capriccioso di Ari Gold, interpretato da Jeremy Piven nella serie della Hbo 'Entourage', una serie 'cult' uscita un paio di decenni fa e ispirata agli 'inizi' hollywoodiani, negli anni Novanta, del divo del cinema, Mark Whalberg. E anche una satira dell’Hollywood dream e, al tempo stesso, una sua celebrazione, una versione al ‘maschile’ di Sex and the City: benevola e ammiccante, a cui i divi del momento, inclusi James Cameron, Le Bron James, Scarlett Johansson e Martin Scorsese, amavano partecipare per fare 'passerella' e prendersi in giro. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e nel frattempo Ari è cresciuto, è diventato ancora più potente, quasi un ‘magnate’ dei media più che un ‘super’ agente, come pure l’hanno spesso definito. Nel 2019 Ari ci ha provato a fare il salto da super agente a magnate, ma gli è andata male.

Ha ingaggiato Goldman Sachs per far debuttare Endevour in Borsa. Con l’Ipo avrebbe dovuto raccogliere circa seicento milioni di dollari. Ma la risposta degli investitori istituzionali è stata deludente. Lui, riferiscono fonti che lo conoscono bene, “ha chiamato tutti i figli di puttana della Goldman e ha maledetto così tante persone che ha dovuto scusarsi poche settimane dopo".

Nel 2019 Ari ci ha provato a fare il salto da super agente a magnate, ma gli è andata male

È stato il più grande fallimento della sua carriera. Poi è scoppiata la pandemia. Le produzioni sono state cancellate. Hollywood quasi chiusa. Endeavour ha ispirato particolari speculazioni, con molte persone che si chiedevano se sarebbe fallita. Mentre Emanuel costruiva la sua azienda, aveva effettuato più di venti acquisizioni, molte delle quali nel settore degli eventi dal vivo. Ora quelle scommesse sembravano pericolose; con sport, concerti, sfilate di moda e produzioni televisive e cinematografiche tutte ferme, i ricavi dell'azienda sono diminuiti e il suo rating è stato declassato a livello ‘spazzatura’.

Ma Ari non si è lasciato demoralizzare. D'altra parte, come ha spiegato a Joe Ravitch, amico e socio in affari: "Joe, gli agenti sono come gli scarafaggi. Sopravviveremo alla guerra nucleare". E lui in effetti è sopravvissuto, si è risollevato. E la sua ultima, recentissima impresa è stata quella di acquistare la WWE, la World Wrestling Entertainment, e di fonderla con Ultimate Fighting Championship, la lega di sport da combattimento di proprietà di Endeavor, per creare un colosso dell'intrattenimento dal vivo e degli sport da combattimento del valore di 21 miliardi di dollari.

L'accordo dovrebbe chiudersi verso la fine dell'anno, in attesa dell'approvazione normativa. E consentirà a Endeavour di possedere il 51% della società, mentre agli attuali azionisti della WWE andrà il 49%. Per Ari l'acquisto della WWE non è solo un affare, ma una rivincita. Nel 1997, quando era ancora uno sconosciuto ma tenace ragazzotto di Chicago, in cerca di fortuna, riuscì a convincere l'impresario del wrestling professionista, nonchè fondatore della WWE, Vince McMahon ad assumerlo come agente. Quello fu il trampolino di lancio della sua straordinaria carriera. A oltre 20 anni di distanza, la settimana scorsa, Ari ha siglato un accordo con McMahon, per acquistare la WWE, fonderla con la sua UFC e diventarne proprietario.

"Per il figlio di un immigrato ebreo di Chicago - racconta Ari al Financial Times - in realtà è una cosa piuttosto incredibile". In questi 25 anni Ari è diventato un affarista aggressivo, con legami strettissimi con l'establishment che domina l'industria dell'intrattenimento a stelle e strisce, uno che tratta da pari a pari con Bob Iger della Disney e David Zaslav della Warner Bros Discover. Inoltre ha fuso Endeavour con la rivale William Morris, facendola diventare un gigante con 11.000 dipendenti, sparsi in decine di paesi, ha acquisito il gruppo di media sportivi IMG e Ultimate Fighting Championship, ha un elenco di clienti che include 'pesi massimi' del calibro di Oprah Winfrey, di Martin Scorsese, di Charlize Theron, di Mark Wahlberg, di Dwayne Johnson e, dal 2010, anche di Donald Trump. 

Niente male, per un ragazzino timido, iperattivo e dislessico… "Era un ragazzino fastidioso - racconta di lui suo fratello Ezekiel, oncologo ed ex collaboratore di Barack Obama - si alzava alle 5 del mattino e non riusciva mai a stare fermo". A proposito di fratelli, il terzo fratello di Ari, Rahm, è l’ex sindaco di Chicago e l’ex capo dello staff di Obama, ora ambasciatore Usa in Giappone, del quale si racconta che, nonostante fosse un democratico doc, venne finanziato da Donald Trump, grazie alla mediazione di Ari , che nel 2016 era diventato amico e intimo di Trump, allora agli inizi della sua presidenza. Ancora oggi Ari è un manager infaticabile, ambiziosissimo e, come raccontano quelli che lavorano con lui, piuttosto sboccato, proprio come l’Ari Gold di Entourage. Emanuel è anche noto per le sue manie 'igieniste': è vegano, si alza all'alba per farsi bagni di ghiaccio, per rafforzare, dice, la sua "forza mentale".

A Emanuel piace frequentare gente famosa, essere al centro dell’attenzione, ma a suo modo resta anche un tipo umile

Fotografato la scorsa estate su uno yacht al fianco di Elon Musk, l'esile Emanuel ha spinto il fondatore di Tesla, a "perdere peso". A Emanuel piace frequentare gente famosa, essere al centro dell’attenzione, ma a suo modo resta anche un tipo umile. "Tra dieci anni qualcuno si ricorderà di Bob Iger?", si chiede in un’intervista al New Yorker, riferendosi al presidente esecutivo della Disney. "Probabilmente no. Si ricorderanno di Steve Jobs. Si ricorderanno di Elon Musk. Ricorderanno presidenti, attori. Sai, uomini d'affari come me, non lo sono davvero”. Inoltre Ari è un tipo contraddittorio.

Del 77enne Mc Mahon, accusato di molestie sessuali, a chi gli ha chiesto se avesse avuto dubbi sulla loro collaborazione, ha risposto: "Nessuno". Tuttavia Emanuel, nel 2018, ha spinto Endeavour a restituire 400 milioni al Fondo per gli investimenti pubblici dell'Arabia Saudita, in seguito all'uccisione del giornalista Jamal Khashoggi. Insomma, Ari è un personaggio, a metà tra il mito e il gossip, un po’ l’uno e un po’ l’altro: un vero e proprio ‘self made man’ della nostra epoca: maniacale, geniale, un ‘buldozer’ ma anche visionario, creativo. Di lui ha detto un amico: "È un uomo leale, ma meglio non averlo come nemico".

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