instagram
3 febbraio 2023
di Guendalina Dainelli

Dimore da Oscar

Villa Balbianello 
Villa Balbianello 
twitterfacebook

Le cronache raccontano che George Lucas, regista hollywoodiano di Indiana Jones e Star Wars, entrò nella Villa del Balbianello sul lago di Como come semplice turista e se ne innamorò. Era in vacanza a Bellagio e decise che l’incanto del luogo era la location perfetta per il matrimonio segreto fra Padme Amidala e Anakin Skywalker nel film “Star Wars: Episodio II L'attacco dei cloni”, uscito nel 2002.

E la Villa è anche lo scenario di altri famosi ciak, come “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati, “Un mese al Lago”, con Uma Thurman e Alessandro Gassman, o di “007 Casinò Royale”. È qui che era ambientata la lussuosa clinica in cui Daniel Craig, nei panni dell'agente segreto nato nel 1953 dalla penna di Ian Fleming, è rimasto convalescente dopo una delle tante rocambolesche avventure. Al suo capezzale, anche la conturbante spia doppiogiochista interpretata da Eva Green.

La Villa è anche lo scenario di altri famosi ciak, come “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati, “Un mese al Lago”, con Uma Thurman e Alessandro Gassman, o di “007 Casinò Royale”

L’industria cinematografica offre un’interessante nuova prospettiva con cui guardare a tanti tra i più bei monumenti storici italiani, come nel caso dei Beni del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, fondazione senza scopo di lucro con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano.

“I nostri location manager hanno una rete importante di contatti, collaboriamo ad esempio con Lombardia Film Commission”, racconta Giulia Facchini, Referente Gestione Operativa di Villa Necchi Campiglio a Milano, progettata nei primi anni '30 dall'architetto Piero Portaluppi “In pieno periodo Covid ci siamo attivati molto per trovare il modo di valorizzare la Villa durante il divieto generale di fare cerimonie, eventi, convention. E proprio in quei mesi, nel marzo 2021, Villa Necchi è stato set cinematografico di alcune scene di House of Gucci. Le cifre ricavate sono importanti ma non sconvolgenti. Ciò che invece conta è il ritorno pubblicitario soprattutto a livello internazionale che ne è seguito”.

I rappresentanti del FAI, impegnati nella tutela dei luoghi protetti, raccontano che non abbandonano mai i set cinematografici e da contratto rimangono presenti per garantirne la conservazione. Per così dire “costretti” a convivere per giorni con le troupes e alcune delle più famose icone cinematografiche mondiali. “Il regista di House of Gucci, Ridley Scott, durante le due settimane di riprese, non è mai uscito dal suo gazebo privato, da cui osservava in solitudine le riprese. È stata dura per tutti lavorare in quelle condizioni”, prosegue Giulia abbandonandosi anche a qualche ricordo “Lady Gaga è una grande trasformista, quasi anonima fuori dal set, potentissima quando si accende la telecamera. Il silenzio assoluto è calato quando è arrivato Al Pacino. Un mostro sacro per tutti, in sua presenza non si muoveva una foglia. Devo dire che gli attori hanno amato molto la Villa, nel fine settimana hanno organizzato sul posto un grande pranzo piuttosto che andare altrove.”

Le opportunità offerte dal cinema sembrano aprire un nuovo capitolo nella lunga e prestigiosa storia di tanti edifici storici

Le opportunità offerte dal cinema sembrano aprire un nuovo capitolo nella lunga e prestigiosa storia di tanti edifici storici. “Aggiungono un pezzo, più moderno e di grande appeal anche per un pubblico meno interessato alle proposte di carattere strettamente culturale. E ampliano la sfera dei fruitori a livello internazionale. Io sono l’amore di Luca Guadagnino, in parte girato anche a Villa Necchi, ci ha permesso di far conoscere il luogo anche in Australia e Nord America, dove il film ha avuto grande successo. Molti australiani sono arrivati in seguito, sia turisti che organizzazioni interessati al luogo per eventi. Prima non era facile, in effetti, fare breccia su quel pubblico, meno capace di apprezzare una certa austerità architettonica, in generale più comprensibile per il pubblico europeo.”

Insomma, sarà, come si dice, la magia del cinema. Perché è difficile immaginare accostamenti più distanti tra il robot R2-D2 di Star Wars e la storia della Villa del Balbianello. Piccolo cenobio francescano fino al XVI secolo, ritiro del potente porporato Cardinal Durini nel Settecento e, a seguire, del conte Luigi Porro Lambertenghi, nipote del Durini, fervente carbonaro, patriota antiaustriaco. In tempi moderni Guido Monzino, appartenente a una ricchissima famiglia milanese, imprenditore, collezionista e viaggiatore, organizzava spedizioni ancora dal sapore ottocentesco, come quelle del Duca degli Abruzzi, e scelse la dimora come sede del suo museo di cimeli. Per sua volontà, dal 1988 il FAI cura la gestione della Villa e assicura che sul suo molo sbandieri ancora il Tricolore.

“L’arrivo delle troupe ha movimentato parecchio la vita del bene. La produzione di Star Wars comprendeva almeno 250 persone - racconta Giuliano Galli, Area Manager FAI Lombardia Prealpina - Sono rimasti sul posto quasi trenta giorni per girare tre minuti di film, anche perché ha piovuto tantissimo, c’erano continue interruzioni. La scena del bacio tra Nathalie Portman e Hayden Christensen ha preso un intero pomeriggio. È stata girata molte volte, Erano molto giovani, intimiditi e imbarazzati.”  Il tripudio di vegetazione barocca, con rampicanti a festoni o a serpente e lecci e canfore che si allargano a ombrello, ha fatto da cornice anche al bacio tra Daniel Craig ed Eva Green. “Il set era blindato ma un paparazzo è riuscito comunque a carpirlo. C’era un po’ di tensione, sul set era presente anche la fidanzata di Craig, c’e’ stata qualche scenata di gelosia. Tra i ricordi più belli c’è Giancarlo Giannini, anche lui nel cast. Simpaticissimo e molto semplice, accessibile. Parlava con tutti, un bellissimo incontro.”

Seguici su

instagram