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2 marzo 2023
di Guendalina Dainelli

Luci a Bergamo e un rinoceronte a Brescia

Brescia / ANDREA CHERCHI  
Brescia / ANDREA CHERCHI  
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Dai primi di gennaio, c’è anche un rinoceronte sospeso nel Quadriportico della Vittoria a Brescia a scandire l’avvio dell’anno da Capitale italiana della Cultura 2023. Un viaggio che la città lombarda si appresta a intraprendere con la sorella Bergamo. Città manifatturiere, operose, imprenditoriali, pronte a mostrare il lato meno conosciuto e a stupire cittadini e visitatori. Andrea Cherchi, foto-giornalista, non ha perso tempo.

Sotto la prima coltre di neve dell’anno, a passeggio tra i vicoli, confondendosi tra gli abitanti, racconta le due città attraverso i suoi scatti e, da buon milanese, al riparo da accuse di partigianeria: “Ho tanti amici di Bergamo e tanti di Brescia. La tentazione di parlare di derby per noi lombardi, ambiziosi e competitive, è sempre forte. Forse perché non ci sono poi tante differenze ma piuttosto tante affinità. Una fra tutte, la voglia di far bene. Lo zelo è denominatore comune. Tra l’Oglio e l’Adda, rigore ed entusiasmo abbondano in egual misura.”

Città manifatturiere, operose, imprenditoriali, pronte a mostrare il lato meno conosciuto e a stupire cittadini e visitatori

Insomma, si è aperto il sipario, con il suo carico di tappeti rossi, i riflettori,  la ribalta europea, le telecamere accese all'unisono al Teatro Grande di Brescia e al Donizetti di Bergamo, con le massime autorità italiane, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Bergamo, con la sua  Piazza Vecchia, semplicemente "perfetta" secondo Le Corbusier. E Brescia, la “Leonessa d’Italia”, così definita da Giosuè Carducci, in omaggio alla valorosa resistenza contro gli occupanti austriaci, durante l’insurrezione culminate nelle Dieci Giornate di Milano.

L'una terra natale di Gaetano Donizetti, contemporaneo di Gioachino Rossini e Vincenzo Bellini, giganti dell’Opera italiana, fiorita nella prima parte dell’Ottocento. La città doppia, una Bassa e una Alta. Scrigno dei tesori custoditi dall’Accademia Carrara. L’altra la città con due cattedrali, il Duomo Vecchio e quello Nuovo, sorti l’uno accanto all’altro a contendersi la scena, con il Parco archeologico Brixia e il Museo di Santa Giulia, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

A fare da cerniera, la Ciclovia della Cultura, di cui è stato ufficializzato l’itinerario. Il percorso sarà lungo circa 75 chilometri e per realizzarlo verranno riqualificati tratti già esistenti insieme a nuove piste ciclabili ancora da costruire. Passa per il Lago d’Iseo e tocca circa 800 beni di interesse storico e culturale, tra castelli, come quelli della Val Calepio e della Franciacorta, monasteri, ville, centri storici, borghi e cascine.

”La città illuminata" è il tema scelto per Bergamo, comunità che risorge e si riaccende dopo i mesi cupi della pandemia, impaziente d’iniziare il suo Rinascimento. “Il peso del tempo sospeso” è invece il titolo dell’opera che campeggia alle porte di Piazza Vittoria, forse altrettanto significativo. Realizzato da Stefano Bombardieri, artista concettuale famoso per il suo bestiario selvaggio e mitologico in bronzo, il rinoceronte è ispirato a una scena del film “E la nave va” di Federico Fellini, in cui l’animale malato viene issato su un transatlantico diretto in America.

Un’immagine bizzarra e onirica che, come raccontano le cronache locali, ha descritto una situazione simile, di malattia e “prigionia”, dell’artista. E chissà che non sia anche, per così dire, apotropaica. Intanto, qualcuno si fa i selfie con il rinoceronte alle spalle. Le piazze si riempiono, nonostante il freddo pungente. Le luci si riaccendono, non solo per il calar della sera. La festa, per tutti, è già iniziata.

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