Stanno resistendo agli scrosci di pioggia di questi giorni. Ondeggiano al vento le corolle, ma non mollano il profilo della collina. Sono le “rose rustiche” del Giardino di Pianamola, a Bassano Romano, nel Viterbese, in vista del mare e del lago di Bracciano. Come ogni maggio, quando è in piena fioritura la collezione di Cistus, sono riprese qui la visite guidate, che dureranno fino all’8 giugno. Un’immersione tra Natura e Arte, perché il Giardino di Pianamola - nella tra i Luoghi del Cuore del FAI - è un laboratorio botanico ma insieme offre al visitatore (prenotazioni al 3388479108) una escursione attraverso installazioni artistiche site specific, epilogo di mostre en plein air tenutesi nel 2010, nel 2015 e nel 2022.
Ondeggiano al vento le corolle, ma non mollano il profilo della collina
A guidarle Elisa Resegotti, produttrice cinematografica e paesaggista, che la ha voluto imprimere un messaggio indelebile in questo suo ettaro di terreno, o poco più, acquistato nel 1994 in forma di aride alture, perché ogni verde era stato espiantato: la Natura va sempre assecondata, mai violata con interventi solo di testa. Passione e sentimento devono insomma guidare il paesaggista. Uno sturm und drang (collabora con Resegotti l’artista-biologo tedesco Hans-Hermann Koopmann, che nella tenuta ha il proprio atelier) ovviamente non estraneo alla pazienza, al limite della cocciutaggine, nell’esperire impianti, trapianti, innesti.
A caratterizzare Pianamola Garden è appunto una collezione di cisti – le cosiddette rock roses o “rose di mare” – che occupa una delle colline digradanti della tenuta. Resegotti ha osservato che alcune di queste piante - che si sviluppano in rigogliosi cespugli e fioriscono in maggio-giugno in corolle da cinque petali - erano presenti nei boschi dei Monti Sabatini oltre che sulle vicine spiagge etrusco-tirreniche, all’altezza di Cerveteri. Ha dunque impiantato su una collina estesa per un terzo della proprietà le specie autoctone e vi ha aggiunto altre “salvate” da espianti selvaggi sulla costa laziale e fino ad Orbetello, oltre ad ibridi in più esemplari. Ora la collezione di cisti vanta cento specie ed è unica, al punto da suscitare l’interesse dei botanici.
“Ho voluto evocare i colori e i profumi della non lontana costa tirrenica in questo terreno assolato, vulcanico, drenante. Il giardino nel suo insieme è un esempio contemporaneo di buone pratiche a tutela dell’ambiente, della biodiversità e di scelte sostenibili”
Resegotti ha chiamato il suo progetto “Mediterraneo expanded”: “Ho voluto evocare i colori e i profumi della non lontana costa tirrenica in questo terreno assolato, vulcanico, drenante. Il giardino nel suo insieme è un esempio contemporaneo di buone pratiche a tutela dell’ambiente, della biodiversità e di scelte sostenibili”. Ecco allora che quanto cresce spontaneamente è preso per mano e aiutato a svilupparsi piuttosto che considerato erbaccia: le “famiglie” di papaveri sono più ammalianti se accostate ai fiordalisi piantati in mezzo; i pungitopo e i soffioni vivono allegramente in piccole “macchie”; la grande quercia che ombreggia l’anfiteatro “etrusco” realizzato con mattoni di tufo a secco non viene sottoposta a potatura; l’edera è lasciata libera di tappezzare il terreno, in aiuole caparbie e virtuose insieme, le legnaie sono composte come scultura- quadro nella sapiente sistemazione delle sezioni tagliate. L’ultima sua invenzione è la “Paliss-art”, una “quinta” realizzata con intrecci, sovrapposizioni, intersezioni di snelli legni raccolti dalla potatura.
Sulla cima della tenuta, che raggiunge i 490 metri di altezza, tronchi scuri di mimosa si espandono in orizzontale, a creare una lunga trama realizzata da Resegotti con il titolo “OrdineDisordine”. Altrove i pali-totem di Koopmann accendono i riflettori sull’acqua dolce, elemento base per la vita del pianeta. “Migrazione e adattamento di uomini e piante” è lo “slogan” del Giardino di Pianamola. La flora spontanea convive con le piante orticole (nella tenuta si può portare il proprio pranzo al sacco oppure degustare un menù con erbe del prato e dell’orto) e le poderose querce fanno da cornice alle vibrazioni di colore bianco, giallo, lilla dei cisti. La mostra tenuta nel 2022, alla fine della pandemia, ha mostrato il Giardino stesso come esempio di Resilienza. Tra le altre opere restano esposti “Albero bionico” di Paola Babini e “Corkodrillo”, scultura in sughero di Hans-Hermann Koopmann. Rosso aranciato, al pari di una corolla, l’ultimo suo lavoro, “Nido Novo” (legno, acrilico, pietra, ferro), omaggio alla rinascita primaverile.
23 maggio 2025