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17 maggio 2024
di Antonio Boni

Forme di creatività 

Roberto Sambonet, Cernia in cristallo, Baccarat
Roberto Sambonet, Cernia in cristallo, Baccarat
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Roberto Sambonet nel 2024 avrebbe compiuto 100 anni. Esordì come pittore e dalla fine degli anni Quaranta del Novecento, protagonista di esposizioni in Italia e all'estero, aveva già maturato una tecnica che spaziava dalle ricerche organiche ai ritratti e ai paesaggi, ai cartoni per mosaico. Poi dopo un soggiorno in Brasile l’evoluzione della sua creatività che abbraccerà anche il design e la grafica che lo porteranno ad essere quel designer di oggetti in acciaio per l’omonima azienda ma anche in cristalli per Baccarat e vetri per Seguso, gioielli per Tiffany o porcellane per Richard Ginori, che gli varranno nel 1995 il Compasso d’oro alla carriera.
 
A lui Triennale Milano dedica ora fino all’8 settembre la mostra “Roberto Sambonet. La teoria della forma”. A cura di Enrico Morteo e con progetto di allestimento di Daniele Ledda, XyComm, la più ampia mai realizzata su questo progettista celebrato. Divisa in tre sezioni  l’esposizione, vanta bel 1300 opere  e oggetti in gran parte inediti provenienti principalmente dall’Archivio Pittorico Roberto Sambonet. “Roberto Sambonet – racconta Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale Milano - ha intrecciato le vicende del progetto del secondo Novecento tra Milano e il mondo, con la sua sensibilità avventurosa e permeabile alla vita in tutte le sue forme.
Attraverso il disegno, la pittura, la scrittura, la cucina, l’amicizia, l’architettura, l’urbanistica, il paesaggio, la sua è stata un’instancabile ricerca della forma o, meglio ancora, della felicità nella forma”. Scrive Stefano Boeri, Presidente della Triennale Milano, nel catalogo (edito da Electa a cura di Enrico Morteo, contenente i testi di Nina Bassoli, Elisa Camesasca, Matteo Iannello, Enrico Morteo, Guia Sambonet, Marco Sammicheli) “La mostra si colloca in un percorso che l’istituzione sta portando avanti da alcuni anni di promozione e valorizzazione dei grandi Maestri italiani del progetto, molti dei quali accomunati dalla straordinaria peculiarità di saper oscillare tra le discipline”.
La ricerca di Sambonet tiene unite discipline differenti: dalla pittura al design. “L’esposizione – continua Boeri - trova un filo conduttore nell’ultimo progetto espositivo sviluppato da lui stesso con l’obiettivo di ripercorrere e sistematizzare il proprio sfaccettato e incessante lavoro sempre volto a indagare le strutture del reale, complice un uso capace del disegno. Dal succedersi di oggetti, disegni, dipinti, documenti – spesso inediti, messi a disposizione con grande generosità dall’archivio privato di Sambonet – emerge allora il suo “metodo”, fondato su continui processi di accumulazione e sintesi. Offrendo al pubblico gli strumenti per una lettura inedita dell’intero corpus delle sue opere alla luce della teoria della forma”.
La mostra si muove quindi in tre diverse sezioni. La prima ripercorre gli snodi cruciali della formazione culturale di Roberto Sambonet, la seconda composta da un ideale percorso di esplorazione in cui temi e progetti si accostano secondo uno schema impostato da lui stesso. Si tratta dell’ultima ipotesi espositiva immaginata da Sambonet per narrare il proprio lavoro, riassunta in un gruppo di circa 200 fotocopie di grande formato (27x54 cm), tirate con inchiostro rosso, che descrivono un viaggio scandito da sei categorie tematiche. A chiudere c’è il tema dei grandi quadri dedicati alla cangiante superficie del mare, argomento, questo, che accompagna negli anni il suo sguardo. 

 

 

 

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