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8 marzo 2024

Rinascimento in bianco e nero

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Due sedi, un’unica mostra, un solo e importante progetto: dall’8 marzo al 3 giugno 2024 a Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano apre al pubblico Rinascimento in bianco e nero. L’arte dell’incisione a Venezia (1494-1615): secondo appuntamento di una rassegna d’eccezione che si svolge, contemporaneamente, al Museo Civico di Bassano del Grappa (fino al 23 giugno) dedicata alle felicissime linee nere dell’incisione veneziana e a quell’autentica rivoluzione mediatica che fu la nascita e la diffusione della stampa.

 

Un fenomeno epocale che dilagò in Europa ponendo la città di Venezia quale imprescindibile crocevia di esperienze artistiche, generando alcune delle più affascinanti realizzazioni di tutto il Rinascimento; una irripetibile stagione artistica restituita in un progetto espositivo che, a Venezia e Bassano, ripercorre i più alti conseguimenti dell’arte grafica nella Serenissima, capace di confrontarsi sullo stesso piano della pittura, quasi che l’una fosse lo specchio dell’altra.  

 

 

A cura di Giovanni Maria Fara e David Landau, tra i maggiori studiosi dell’arte incisoria, e da un autorevole comitato scientifico, la mostra propone oltre 180 capolavori grafici; fulcro della rassegna sono le collezioni delle due istituzioni, in parte restaurate grazie al sostegno di Save Venice, cui sono affiancate, al fine di consentire una visione compiuta di questo straordinario fenomeno artistico, opere provenienti da raccolte private e pubbliche. L’esposizione, nelle due sedi di Venezia e Bassano del Grappa, racconta lo sviluppo dell’incisione rinascimentale veneziana nell’ottica di una condivisa valorizzazione del patrimonio grafico veneto, di cui i due Istituti custodiscono alcune delle collezioni più prestigiose esistenti. Nei due percorsi è presentata una significativa selezione di capolavori di artisti italiani ed europei del XVI secolo che rivoluzionarono il modo stesso di guardare alla realtà: Andrea Mantegna, Albrecht Dürer, Jacopo de’ Barbari, Tiziano e le botteghe dei suoi incisori, Tintoretto, Veronese, Benedetto Montagna, Ugo da Carpi, Domenico Campagnola, Agostino Carracci e Giuseppe Scolari.

 

 

La mostra costituisce inoltre il punto culminante di un importante progetto di studio e valorizzazione del prezioso patrimonio grafico di ambo i musei: il restauro di 250 capolavori, di cui 87 in mostra, delle collezioni bassanesi, nonché 60 tra le 92 esposte provenienti dal nucleo veneziano. Un’imponente e lungo intervento conservativo reso possibile grazie al rilevante finanziamento di Save Venice, Inc. con i generosi sostegni di The Versailles Foundation, Inc., per la sede di Bassano del Grappa, e di Mary Ellen Oldenburg, per la sede di Venezia.

 

Il progetto vede, quindi, i massimi raggiungimenti dell’arte incisoria misurarsi con i temi fondanti dell’arte veneziana del Rinascimento: il paesaggio, i teleri, la pittura narrativa, il nudo femminile, il rapporto con le differenti tradizioni artistiche, una personale idea dell’antichità. 

Grazie alle stampe, oggetti facilmente moltiplicabili e trasportabili, che non recano in sé alcuna precisa considerazione dei confini geografici e linguistici, Venezia si pose infatti come imprescindibile crocevia di esperienze artistiche in continuo, tumultuoso e interminabile aggiornamento. Fu proprio la Repubblica di Venezia il luogo dove nacquero e furono commercializzate alcune delle più importanti e affascinanti realizzazioni grafiche ed editoriali di tutto il Rinascimento. Protagonista di una vera e propria rivoluzione mediatica, l’arte incisoria investì capillarmente non solo l’Europa ma tutto il mondo allora conosciuto, diffondendo stili e idee: un fenomeno epocale, paragonabile alla diffusione del digitale che ha trasformato lo stile di vita globale negli ultimi decenni.

 

 

Seguendo un percorso cronologico-tematico articolato le due esposizioni immergono i visitatori nell’universo monocromatico della stampa, in un percorso di grande impatto visivo composto da circa novanta opere per ciascuna sede, attraverso sezioni sia comuni che specifiche per i due musei: Novità allo scadere del Quattrocento; I grandi formati; incisori veneti e forestieri fra primo e secondo decennio del Cinquecento; due sezioni dedicate a La nascita del chiaroscuro e «Da Tiziano […] molti paesi»; editori, poligrafi e l’illustrazione del libro veneziano alla metà del XVI secolo, protagoniste nella sede di Ca’ Rezzonico; «mediante le stampe, le maniere d’Italia» a Venezia; «Titianus inventor»: la bottega e la grafica dalla maturità alla tarda età del maestro; i due approfondimenti Agostino Carracci incisore da Veronese e Tintoretto e Giuseppe Scolari «eccellente  disegnatore ed intagliatore di stampe in legno», presentate a Bassano.

 

La mostra è affiancata dall’importante e omonima pubblicazione scientifica, volume di oltre 350 pagine pubblicato sia in lingua italiana che in lingua inglese edito da Scripta edizioni.

Per questa eccezionale occasione i curatori, Giovanni Maria Fara, direttore del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali Università Ca’Foscari di Venezia e David Landau, hanno riunito un comitato scientifico di statura internazionale che ha contribuito alla stesura dei saggi a corredo delle schede di catalogo delle opere esposte, saggi che offrono importanti aggiornamenti sugli studi di settore. Gli autori, oltre ai due curatori, sono Laura Aldovini e Silvia Urbini, co-curatrici insieme a David Landau dell’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia; Mattia Biffis, professore associato presso l'Università degli Studi di Messina - Dipartimento di Civiltà antiche e moderne; Paul Holberton, uno dei più autorevoli studiosi, a livello internazionale, di Giorgione e del Rinascimento italiano; Ilaria Andreoli, coordinatrice scientifica presso l’Institut National d'Histoire de l'Art (INHA) di Parigi; Giorgio Tagliaferro, professore associato di Storia dell'arte presso l'Università di Warwick; Samuel Vitali, redattore dal 2010 delle "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz"; Jamie Gabbarelli, curatore responsabile della collezione di opere europee su carta dal XV al XVIII secolo presso l'Art Institute di Chicago. 

 

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