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7 giugno 2022
di Rita Lofano

Perché Mag 1861

Piero Dorazio, Serpente, 1968 
Piero Dorazio, Serpente, 1968 
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Perché Mag? Perché nel mondo c’è voglia di bellezza, c’è tanta voglia di Italia. E il 1861 è la nostra unità, l’indivisibile nazione e identità che tutti riconoscono nella nostra eccezionale creatività: moda, arte, design, food, manifattura figlia della bellezza naturale, della nostra storia. 

Tutti ne parlano, tutti ne scrivono, pochi la raccontano, questa Italia. La notizia non è patinata, è o non è. Mag è il lavoro di giornalisti abituati a inseguire le notizie. Velocità, accuratezza, verifica. Siamo sul posto prima che accada.  L’obiettivo è arrivare primi e bene. In fondo che ci vuole? Sacro fuoco, qualche decennio di lavoro, traslochi, anche da un continente all’altro, figli dimenticati a scuola, un numero infinito di errori, cadute e risalite, le giuste fonti e una machiavellica Fortuna. Stiamo sul pezzo. L’impresa di Mag è quella di espandere la storia oltre i confini della notizia secca. Parole, immagini, colori, musica.

Prendete Maria Rita Nocchi, navigata reporter d’agenzia. Parte da un fatto, la fiera di Miart, la esplora nelle sue tante declinazioni e poi, quando meno te lo aspetti, esplode in una sorprendente storia di “Fucile e scalpello”. No spoiler, leggetela.

Mag parte da Capri. Fa rotta sul Mezzogiorno perché l’estate è arrivata e ha già fatto boom. Tutto esaurito. “Il mare e il sole, le bouganville e i limoni”, atmosfere da Dolce Vita, tradizione e innovazione, “Emilio, Camille e Capri”, la stoffa di Emilio Pucci, ieri e oggi, raccontata su Mag da Laura Antonini. L’emozione. C’è una voglia pazza di onde e vibrazioni, musica e brezza marina, chiglie che solcano il Mediterraneo, scafi da corsa, vele che si gonfiano, porti che che luccicano. Come il mare di Napoli che si apriva come una Grande Madre Mediterranea nelle prime immagini di “È stata la mano di Dio”, l’incanto di un ragazzino, il flashback di Sorrentino, il motoscafo che va verso Capri e fa “tuf, tuf, tuf”. Sognate? Io sì. 

Perché Mag? Vogliamo raccontare questa perenne eccezione che si chiama Italia, che crea, innova e produce. Stile inarrivabile, export da record. L’impresa quotidiana di uomini e donne. Ci accompagnano in questo viaggio partner di prestigio: Gambero Rosso (l’Italia a tavola), Artribune (l’Italia in esposizione), Rds (l’Italia alla radio), l’Automobile (l’Italia che romba). Il meglio in ogni campo della creatività. Facciamo squadra. 

Mag è un universo espanso. È il suono che vibra, va avanti e indietro, sale sulla macchina del tempo. Si sente l’orchestra, siamo in corsa, e san Gennaro, eccolo, Pino Daniele che presenta “Tullio De Piscopo on drum” e viene giù tutto, perché “Yes I Know My Way”, conosciamo la via, non abbiamo paura di smarrirci, come batte qui, ora, adesso, sempre, il ricordo fiammeggiante di un concerto che fu una svolta per la musica e l’immaginario di una città, Napoli, protagonista di questo viaggio di Mag.

Perché Mag? Vogliamo raccontare questa perenne eccezione che si chiama Italia, che crea, innova e produce. Stile inarrivabile, export da record. L’impresa quotidiana di uomini e donne.

Eccolo, il cronista che tradisce l’incanto nei suoi occhi screziati di Mediterraneo, Rosario Stanizzi, che trasforma la sua penna nelle percussioni di Tony Esposito, nei giri armonici di James Senese e nelle bacchette sfavillanti di Tullio De Piscopo. Che nottata. Aveva 16 anni, il calendario segnava il 1981, Rosario c’era in Piazza del Plebiscito, da quel giorno per lui è “Tutta n’ata storia”. Balliamo. Con il ricordo, l’amore, questa vita da Mag, una corsa e “O mamma mia / ho speso una follia / Volevo un Mercedes bianco / lo stereo e il servosterzo / che sballo / per portarti a Mergellina / la domenica mattina / oy yeah”. 

Sì, Napoli. Uno sguardo interiore, quello di Francesco Palmieri, raffinatissimo scrittore, penna che danza tra kung fu e tammurriata, dalla biografia di Bruce Lee, alla passeggiata balzacchiana nel ventre di Napoli, “L’incantevole sirena”. Francesco, che distillato d’inchiostro, nero di seppia che sgocciola al tempo di un metronomo sullo spaghetto, profumato, sfuggente, suadente. Leggetelo. Perdetevi. Ritrovatevi. Solo a Napoli. 

Perché Mag? Perché l’impresa ha bisogno di racconto, uomini e donne che creano, storie di famiglia e di comunità, storie nate ieri, storie che vanno avanti da secoli. Storie. Quante storie. In una società rapace, senza “carpe diem”, in un mondo che privilegia i clic e lo sguardo fugace, noi pensiamo che le parole siano ancora potenti, evocative... MAGiche. È giunto il momento, siamo a bordo. Leviamo l’ancora, inizia la crociera di Mag nell’oceano della bellezza.

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