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16 maggio 2023
di Laura Antonini

Lino d'Italia

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Dal 1873 a Bergamo, quest’anno Capitale italiana della cultura, esiste una realtà di eccellenza nella filatura. E’ il Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè (oggi parte del Gruppo Marzotto) che produce filati sostenibili di alta qualità di lino e canapa. Solo qualche settimana fa, sono stati scelti dalla John Spencer (Textile) Ltd. per realizzare il tessuto l'Anointing Screen il paravento, - utilizzato per l’incoronazione di Re Carlo III. 

Un elemento scenico e di grande significato che ha celato agli occhi del mondo il momento più sacro della cerimonia, l’unzione - quando il decano di Westminster ha versato l’olio sacro dall’ampolla al cucchiaio con il quale l’arcivescovo di Canterbury unge mani, petto e testa del sovrano, istante considerato storicamente il momento in cui Dio e il re si congiungono – è stato donato a Carlo III dalle corporazioni commerciali antiche e moderne di Londra e ha tre lati: su quello centrale presenta un albero con 56 foglie, una per ogni membro del Commonwealth, con la cifra del re posizionata alla base, mentre il design dei due minori si ispira al pavimento dell’Abbazia di Westminster.

La storia di questa incredibile realtà italiana affonda le origini nella storia e oggi continua così a vivere senza tradire il suo dna ma sempre al passo con i tempi. Riconosciuta tra la filiera di eccellenza di Masters of linen®, questa è infatti una delle più antiche aziende europee e da fine 2021 è Società Benefit, ovvero società che oltre al profitto persegue finalità di beneficio comune, ambientale e sociale, ed è in prima linea nella promozione dell’utilizzo di fibre naturali come il lino e la canapa anche in settori extra tessile come l’automotive e il packaging alimentare sostenibile. Una storia di amore incondizionato per il lino in quanto fibra del futuro, che si esprime attraverso un profondo rispetto per la tradizione.

Ora il Linificio e Canapificio Nazionale si appresta  a soffiare sulle candeline del prestigioso compleanno.

E lo fa con la mostra De Filo, al via il 20 maggio, rassegna di arte tessile contemporanea che vede come protagoniste le opere di grandi esponenti internazionali di arte tessile e contemporanea.

Il titolo “De Filo” rivela molteplici significati: de-filarsi per nascondersi o per distinguersi virtuosamente, arrotolarsi ordinatamente o srotolarsi liberamente, filare per stringersi o per espandersi, tessere per proteggere o per connettere, “DE” letto nell’accezione della preposizione latina “in merito al” ma anche “sul” filo.

La mostra sarà così un momento di celebrazione dell'azienda ma anche l’occasione per visitare gli incredibili spazi di produzione: un autentico viaggio alla scoperta della cultura del lino e dell’eccellenza dell’industria tessile bergamasca, nell’anno in cui la città, insieme a Brescia, è Capitale Italiana della Cultura. Anche un omaggio all’industria tessile italiana e alle sue possibili visioni sostenibili, declinato attraverso le interpretazioni di arte contemporanea che stimolano nuove riflessioni su umanità, relazioni, natura ed industria.

Venti sono gli artisti coinvolti e presenti con opere site specific di Kaori Miyayama, Matteo Berra e dello street artist Moneyless. Tra gli artisti selezionati spiccano le opere di: Matthew Attard, Daniela Frongia, Eva e Franco Mattes, Federica Patera e Andrea Sbra Perego, Mimmo Totaro.

L’obiettivo è infatti quello di trasmettere messaggi legati al Linificio: la sua storia lunga 150 anni prima di tutto ma anche  i suoi luoghi, i suoi prodotti, le sue tecnologie e le innovazioni sostenibili. Dai filati per i tessuti di lino e canapa alle azioni per la salvaguardia dei fondali marini (in collaborazione con Marevivo), dalle reti naturali per packaging alimentari alle iniziative di compensazione per tutelare la biodiversità.

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