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27 giugno 2023
di Riccardo Bastianello

L’incredibile storia dell’elefante in fuga a Venezia

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Era il 1819 quando in occasione del Carnevale portarono a Venezia alcuni animali esotici, tra cui un elefante, mostrato al pubblico incredulo in una gabbia in Riva degli Schiavoni, lungo il Canal Grande. A festeggiamenti conclusi però sorsero i primi problemi. L’animale proprio non ne voleva sapere di salire sull’imbarcazione che l’avrebbe dovuto riportare in terraferma. Imbizzarrito, travolse e uccise sul colpo uno dei guardiani dandosi poi alla fuga. 

Prese così vita una incredibile e surreale fuga di un pachiderma tra le strette calli di Venezia, inseguito dai soldati austriaci che scaricarono “addosso alla gran bestia parecchie fucilate”. Rincorso dai militari l’animale non trovò di meglio da fare che sfondare la porta della chiesa di Sant’Antonin, in cerca di rifugio. Lì, con il permesso del Patriarca, l’esercito passò all’artiglieria pesante e, dopo aver praticato un foro nel muro laterale della chiesa, colpì l’animale a morte con un piccolo cannone.

Lo scheletro dell’elefante, con tanto di fori ben visibili dei proiettili sparati dall’esercito austriaco, è oggi in mostra nel Museo della Natura e dell’Uomo dell’Università di Padova, il più grande museo universitario d’Italia.

Inaugurato pochi giorni fa si articola in 38 sale per un totale di circa 3.800 mq, cui si aggiungono una sala per le esposizioni temporanee di circa 300 mq, 700 mq di ambienti tecnici e di servizio e altri 550 mq di uffici per il personale. Sviluppato su tre piani vede esposti più di 3.500 beni storici, di cui oltre 3.200 beni restaurati in vista dell’esposizione, 25 modelli tattili nella sezione di zoologia e 193 vetrine, 89 multimediali ed exhibit, 80 pannelli di sala e altri 31 pannelli grafici a tutta parete.

Il museo nasce dalla fusione delle ricchissime collezioni naturalistiche che sono state costruite per secoli da studiosi ed esploratori dell’Università degli Studi di Padova, a fini di ricerca e didattica. Il nuovo allestimento riunisce in un unico percorso espositivo i preesistenti Musei universitari di Mineralogia, Geologia e Paleontologia, Antropologia e Zoologia, integrandoli in una narrazione coerente e appassionante, arricchita da un intelligente apparato grafico, testuale e multimediale, a raccontare una storia planetaria dai suoi esordi, più di quattro miliardi di anni fa, fino ai giorni nostri.

"Il Museo della Natura e dell’Uomo racconta una storia. A farlo saranno gli oltre 200mila reperti naturalistici e antropologici che gli danno vita – ha spiegato la rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli - Reperti che racconteranno la storia che più di tutte ci coinvolge: quella dell’evoluzione del nostro Pianeta, dei suoi delicati equilibri, degli straordinari incastri di diversità che lo compongono. Un racconto affascinante: chi lo ha pensato, l’ingegno e la creatività dell’uomo che vive su questo pianeta, lo ha reso coinvolgente, emozionante, utilizzando i più efficaci e contemporanei linguaggi comunicativi". 

"Una narrazione unica, coerente e altamente scientifica. Le voci dei reperti, quindi, non produrranno una Babele di suoni, ma un’armoniosa melodia, magari un canto di Sirene al quale la visitatrice o il visitatore non dovrà resistere, legandosi, ma al contrario al quale potrà dolcemente cedere. Il Museo della Natura e dell’Uomo è, in estrema sintesi, il più grande museo universitario italiano, uno dei maggiori in Europa, e spero diventi presto un punto di riferimento per chi viene o vive in questa città così fervida culturalmente”. D. Mapelli

Il nuovo museo trova sede al complesso di Palazzo Cavalli, che ha il suo cuore nel palazzo storico edificato nella seconda metà del Cinquecento alle porte di Padova, in prossimità delle Porte Contarine, opera idraulica che metteva in connessione il naviglio interno della città con la via d’acqua che conduceva a Venezia. Il Palazzo è stato ampliato progressivamente, a partire dalla fine del XIX secolo, per rispondere alle esigenze dell’Ateneo patavino, fino a costituire un complesso che circonda sui quattro lati un ampio cortile interno. Il progetto del Museo ha permesso di armonizzare i vari corpi così da favorire il percorso interno.

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