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28 aprile 2023
di Ilaria Conti

La fabbrica di Prada, tra famiglia e futuro

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Una fabbrica giardino. O una fabbrica famiglia. Un punto fisso per Patrizio Bertelli, amministratore esecutivo di Prada S.p.A., che ha aperto le porte del suo quartier generale di Valvigna a un ristretto gruppo di ospiti. E’ qui, sulle sponde dell’Arno a una manciata di chilometri da Arezzo, che si immaginano, si studiano, si perfezionano e alla fine si realizzano le celebri borse che vengono poi spedite ai quattro angoli del mondo. Un’architettura a misura d’uomo, realizzata da Guido Canali, dove la luce e il verde sono coprotagonisti di un progetto pensato per essere un luogo dove si produce alta moda nel rispetto dei dipendenti e riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente.

Scenografici specchi d’acqua accolgono chi arriva, insieme a siepi infinite di gelsomini, di lavanda, di rosmarino e ad altri rampicanti. Qualcuno le ha contate: sono 8.700 piante e circondano, anzi abbracciano, i laboratori produttivi e gli uffici dove si svolgono le riunioni.

Una ‘fabbrica giardino’ – appunto - che segue il concetto già adottato per i siti produttivi di Montevarchi e Montegranaro e per il Polo Logistico di Levanella. “Qui passa di tutto: nascite, matrimoni, separazioni, vita, morte. La fabbrica è una famiglia”, racconta Bertelli, che già trent’anni fa si era convinto della necessità di “scardinare il concetto ottocentesco” dei luoghi di lavoro e di creare nuovi ambienti “dove le persone potessero sentirsi orgogliose e a loro agio”.

Un traguardo superato, se è vero che tra le persone che lavorano in azienda ce n’è una che fa parte del gruppo da una vita. Elisa Manzoni, per tutti Lisetta. Quando è entrata in azienda nel 1971 c’erano solo altri due dipendenti. Faceva cinture ad Arezzo e ora è la responsabile del magazzino del campionario. “La pensione? Non ci penso proprio. A Prada mi sento a casa e ci sto bene”, dice a chi la interroga. 

A guidare il tour nel sito industriale di Valvigna è il direttore industriale Massimo Vian che parla di “viaggio verso il futuro”. Oltre 32 mila metri quadrati di superficie ospitano la produzione e lo sviluppo delle collezioni di pelletteria di Prada e Miu Miu, i magazzini per le materie prime, gli archivi storici delle collezioni di pelletteria e calzature, gli uffici dei servizi generali e amministrativi industriali, un auditorium, locali tecnici e il centro di elaborazione dati del Gruppo Prada.

Si sale direttamente al primo piano nelle “stanze della creatività”, piene di campioni e di prodotti unici. Qui prendono forma le idee e si concretizzano, in un continuo “dialogo aperto”, come dimostrano le due stanze a vetri intervallate da tanti tavoli su cui vengono esposti i ‘nuovi nati’.

Qui prendono forma le idee e si concretizzano, in un continuo “dialogo aperto”, come dimostrano le due stanze a vetri intervallate da tanti tavoli su cui vengono esposti i ‘nuovi nati’

“Qui succede tutto, - spiega Danilo Alberti, Design Director Pelleteria Prada  - creiamo animazioni per nuovi sviluppi. I tavoli sono tanti per organizzare diverse storie e volumi. Prada è bellezza ma anche funzionalità, ogni borsa ha un significato. Siamo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e di contemporaneo. Riflettiamo sulle esigenze del momento, non abbiamo uno schema preconfezionato, siamo sempre molto aperti a qualsiasi sfida tenendo presente la sostenibilità”.

Poi si passa alla sala dello sviluppo tecnico o della modelleria dove viene mostrato come una borsa viene progettata tecnicamente: si parte da un foglio con dimensioni in scala, fino alla scomposizione delle parti della borsa sempre su carta ma a dimensioni reali, poi i modelli in 2 D e in 3 D. “Siamo sempre a proporre cose nuove ed è la nostra forza”, racconta Samuele Checchi, Responsabile Modelleria Prada Donna. “In due mesi e mezzo-tre mesi la nuova borsa pensata è in negozio”. 

Dallo sviluppo tecnico si entra nel cuore della manualità: il laboratorio di collezione e prototipia Prada Donna Pelletteria lavorano 50 persone, alcune di esperienza, alcune molto giovani che vengono dalla Prada Group Academy. “Le idee qui prendono forma - spiega Daniele Borsi, Direttore divisione Prada Borse Donna e da 34 anni in azienda  – si taglia e si assembla. La pelletteria richiede dalle 3 alle 5 ore di lavoro in media”. 

E proprio adiacente al laboratorio si entra nell’ufficio pianificazione distribuzione: persone esperte dei mercati studiano l’assegnazione nei negozi. “Sembrerà strano – racconta Vian – ma se si vuole essere veloci e consegnare un pezzo entro tre mesi dall’ideazione è importante essere vicini e poter comunicare”. Infine il polo della logistica che si autoalimenta con un impianto fotovoltaico per l’energia e un impianto geotermico per il riscaldamento: 44 mila metri quadrati, 8 edifici, compresa la mensa, e 226 persone impiegate.

“Tutto il prodotto finito – illustra il responsabile Luca Donati – arriva qui, viene controllato al 100% e spedito in tutti i negozi del mondo, compresi i clienti finali. Ora ci sono 500mila pezzi in giacenza, 3,2 milioni in ingresso e 4,5 in uscita. Gestiamo circa 25 mila pezzi al giorno”.   

Il tour si conclude con un video che proietta nel futuro e racconta come si è passati dal tecnigrafo al Cad bidimensionale e ora al 3D Design. “Le nuove tecnologie ci permettono – conclude Vian – di ridurre i costi e i tempi”. Sul pc in tridimensione si stendono stoffe, si progettano abiti e scarpe e addirittura avatar provano i capi per vedere punti di attrito e la vestibilità dei vari tessuti. Insomma un viaggio verso il futuro di sviluppo.

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