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27 novembre 2025
di Susanna Bonini

Il gusto del design è servito…

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La cucina italiana come innovazione, creatività e…Stile. La ricerca di Elisabetta Pisu, curatrice di mostre internazionali sulle valenze sociali e sull’evoluzione espressiva del design, questa volta si è concentrata su come il disegno industriale ha impattato l’ambiente domestico più caro alla tradizione e alla cultura italiana. Il risultato è una mostra che celebra l’ingegno e la creatività in cucina, allestita fino al 4 dicembre nei saloni della nostra ambasciata a Washington: il Palazzo sul Potomac progettato da Piero Sartogo nel 2000.

Una location che già ospita un’invidiabile collezione di interior design contemporaneo con pezzi firmati da Carlo Scarpa, Achille Castiglioni, Renzo Piano, Luciano Baldassarre, Ettore Sottsass e molti altri maestri del disegno industriale. Qui, la scorsa settimana, sono approdate altre 30 opere di ugualmente pregevoli (tra piccoli elettrodomestici, strumenti professionali per cucinare e set di servizi) che esplorano il legame fra il design Made in Italy e la cultura della tavola, in un percorso che - dagli anni Trenta ai nostri giorni - mette in luce come alcuni famosi designer hanno messo il loro genio a servizio della cucina.

Questo il senso di ‘Il Gusto del Design’, mostra che conferma come il successo della tradizione culinaria italiana va ben oltre la qualità di ingredienti e ricette. E investe, con le sue ineguagliabili forme e fatture, anche l’estetica dei numerosissimi utensili utilizzati al quotidiano per preparare piatti e imbandire tavole.

La mostra, spiega Pisu, “è un’occasione preziosa per avvicinare il pubblico americano al design italiano, consolidandone la conoscenza e alimentandone l’apprezzamento”. Il pretesto per farlo è stato, in realtà, la X edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, una delle rassegne internazionali più longeve e applaudite del Ministero degli Esteri, quest’anno dedicata a ‘La cucina italiana tra salute, cultura e innovazione”. Un tema che, in linea con le intenzioni della Farnesina, ha ispirato in tutte le nostre sedi diplomatiche e consolari iniziative volte a riflettere una visione contemporanea del cibo: non solo espressione di identità e creatività, ma anche modello di sostenibilità e tecnologie in continua evoluzione.

Elettra La Duca, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Washington, presentando la mostra ne ha infatti enfatizzato il duplice obiettivo: “celebrare due eccellenze del nostro patrimonio culturale per le quali l’Italia è famosa nel mondo, in particolare negli Stati Uniti: la varietà gastronomica del nostro Paese che si riflette nella realizzazione di oggetti di design creativi, capaci di stupire per originalità ed eleganza senza sacrificare la funzionalità”.

“La selezione degli oggetti – puntualizza Pisu - è stata guidata dal filo conduttore del loro valore artistico ed estetico: forme essenziali talvolta minimaliste, talvolta sorprendenti o giocose ma accomunate da un’eleganza intrinseca, con l’obiettivo di restituire, attraverso questi oggetti, la capacità del design italiano di unire misura, inventiva e bellezza”. 

Dall'iconico spremiagrumi Juicy Salif di Philippe Starck per Alessi del 1990, alla grattugia dalle linee sinuose Forma di Zaha Hadid per Alessi del 2021, al Toast di Gae Aulenti per Trabo del 1997, fino al Matarél di Matteo Ragni in vetro trasparente borosilicato del 2017, passando per le posate Conca di Gio Ponti prodotte da Sambonet a partire dal 1955: ogni pezzo in mostra riflette la maestria e il senso formale distintivo del design italiano, che mette insieme funzionalità ed estetica, innovazione tecnologica e bellezza. Questo perché, prosegue Pisu, “i processi che riguardano la preparazione, il servire e il conservare il cibo sono sempre stati al centro della cultura italiana sin dal tempo dell’antica Roma, così come la ricerca tra funzionalità e stile. Questo ha fatto sì che artigiani e, in epoca più recente, designer e architetti abbiano dato vita a oggetti raffinati e tecnologici, mai creati prima, diventati pezzi iconici riconosciuti in tutto il mondo ed entrati a far parte della storia del design italiano.”

Ma c’è di più, Il Gusto del Design ha anche rivelato una sorprendente capacità di coinvolgere il pubblico sul piano emotivo. Oltre l’indubbia qualità estetica dei pezzi esposti, in tanti ne hanno apprezzato il potenziale evocativo lasciandosi trasportare da ricordi personali e familiari legati a oggetti iconici come la pentola Lagostina o la macchina Marcato per la pasta.

Il legame profondo tra design e memoria domestica, tra cucina e creatività del design italiano, continuerà ad essere protagonista sull’altra sponda dell’Atlantico, a Chicago per la seconda tappa della mostra.

 

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