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31 maggio 2025
di Guendalina Dainelli

Vinexpo Asia 2025, il vino italiano guarda sempre più a est

Riserva di vino
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Una porta d'ingresso sull’Asia, un Paese a grande capacità di spesa nonostante le piccole dimensioni (le esportazioni di vino italiano nel 2024 hanno raggiunto i 21,8 milioni di euro per appena 6 milioni di abitanti), un'attraente vetrina per il Made in Italy. Matteo Zoppas arriva per la prima volta a Singapore in qualità di Presidente dell'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE) a sottolineare l'importanza strategica della Città-stato asiatica e della tre giorni di Vinexpo Asia 2025, in corso dal 27 al 29 maggio, mentre si attende una definizione del quadro degli accordi commerciali americani. “Circolano diverse proiezioni ma bisogna aspettare. Lo abbiamo visto durante il Covid, ci vogliono anche anni per assestare la situazione. Siamo nel pieno di un effetto a fisarmonica che falsa il differenziale tra il sell in alla supply chain e il sell out al cliente.

Ma il sistema sta lavorando bene. Vinitaly di Chicago ha portato in fiera 560 espositori italiani alla seconda edizione. E ci sono state molte richieste per venire a Singapore, che per dimensioni e autorevolezza rappresenta uno dei nostri fari in Asia. Presto saremo ad Osaka con il ministro Lollobrigida e poi c'è la Borsa Vini, organizzata dall’Agenzia ICE in molti Paesi della regione. Stiamo spingendo molto sulla comunicazione e sulla promozione, ascoltando anche i distributori locali che ci consigliano di valorizzare la produzione di alto valore, alzare la percezione del brand Made in Italy del vino e farne beneficiare l’intero settore.”

Con 67 espositori e 209 marchi, l’Italia è il secondo Paese più rappresentato a Vinexpo Asia. All’interno del Padiglione nazionale realizzato dall’Agenzia ICE si è tenuto un intenso programma di masterclass e tavole rotonde per educare e coinvolgere i professionisti del settore e i consumatori, oltre a una competizione tra sommelier locali, la prima a Singapore interamente dedicata ai vini italiani, assicurando che i punti di forza unici del vino italiano continuino a guadagnare forza e terreno. A Singapore la quota di mercato italiana tra i paesi UE è passata dal 4,03% nel 2023 al 4,88% nel 2024, posizionando l'Italia come secondo maggiore esportatore di vino dell'Unione Europea. "le prospettive per il Made in Italy in generale dipenderanno da molti fattori. Per quanto riguarda le tariffe, dai tempi del loro annuncio, e quelli di applicazione, fino al puzzle delle tariffe applicate agli altri Paesi.

Solo quando si definirà tutto il panorama tariffario si capirà il comportamento reale del mercato. Per quanto riguarda il vino, una grande sfida è anche quella di spostarci dal canale etnico, dalla cucina tricolore o regionale per andare su quella fusion, cinese, giapponese, internazionale. Si possono creare straordinari abbinamenti tra vini italiani e altre cucine. Intanto, in un mercato globale sempre più competitivo, il vino italiano continua a distinguersi per la sua eccezionale qualità, la sua ricca varietà e la sua radicata tradizione", ha affermato Zoppas, ricordando che “nel 2024, le esportazioni di vino italiano hanno superato gli 8 miliardi di euro a livello globale, con l'Asia che gioca un ruolo sempre più cruciale in questa crescita.”

Camminando tra gli espositori, in cui compaiono vitigni che rappresentano l’intero stivale, tengono banco anche i temi delle difficoltà logistiche provocate dalle tensioni internazionali, come nel Canale di Suez, l’euro più forte, lo spartiacque temporale dell'epidemia da Covid. “Il nostro export è rivolto agli USA per il 15% circa” dice Santi Planeta arrivato dalla Sicilia in rappresentanza dell’Azienda agricola Planeta. “Ora, per chi può, è molto importante essere in Asia, fare affiancamento all’importatore nei retail e ristoranti, essere pronti ad una riduzione di margine per non aumentare il prezzo finale, lavorare molto sull'educazione. Il Giappone è un mercato maturo, ad esempio, ma altri mercati asiatici sono giovani e devono essere formati con masterclass, eventi, degustazioni, incontri con i professionisti della filiera. Inoltre, secondo la nostra esperienza, anche i giovani locali sono molto interessati al vino.

A Shanghai abbiamo fatto un evento che ha radunato circa 700 persone, circa il 75% era under 30.” Francesco Nardini di Cantine Terredagoli, cantina toscana che produce fino a 500mila bottiglie, ricorda gli anni d’oro in Cina “dal  2015 al  2020, quando Il vino era un forte elemento di aggregazione. L'atteggiamento ora è di maggiore prudenza, anche da parte degli investitori, non solo dei professionisti del settore. Ma siamo comunque molto interessati al potenziale ancora inesplorato della regione.”

Tra gli oltre mille espositori, a Singapore non passano inosservati anche i produttori cinesi, come Longyu Estate, di Yantai, nella regione dello Shandong, nel nord est della Cina. L’azienda è nata nel 1892 e conta 14 Chateaux, otto in Cina e gli altri distribuiti rigorosamente lungo il 45esimo parallelo, in diverse parti del mondo, Francia inclusa. Tra il 1930 e il 2025 ha venduto 680 milioni di bottiglie a livello globale, dice Liang Xiaohui, Marketing Manager del Sud-est asiatico. “Anche per noi la competizione è altissima. Cerchiamo il riconoscimento internazionale, per questo siamo molto fieri di premi importanti, come l’oro vinto a Mundus Vini, uno dei concorsi vinicoli più prestigiosi al mondo.”

Certo, il mondo del vino è in evoluzione e la ricetta magica non esiste, ma l’Ambasciatore italiano Dante Brandi ricorda: "La nostra missione va oltre il commercio: si tratta di promuovere un profondo e duraturo apprezzamento per lo stile di vita italiano, che riguarda vino, cibo, cultura in senso più ampio.” Mentre Zoppas ricorda la missione ricevuta dal governo italiano: “Il ministro Tajani ci ha dato l’obiettivo di raggiungere i 700 miliardi di euro di export entro la fine della Legislatura, dai 623 miliardi del 2022. Si parla di circa 12 punti percentuali, ma non è un dato irraggiungibile se si considera che dal 2019 siamo cresciuti del 30%.

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