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12 gennaio 2023
di Guendalina Dainelli

Vecchio signore italiano

Vermouth Mancino 
Vermouth Mancino 
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Una storia di successo. Quella di un self-made man che inseguendo le proprie passioni è diventato un formidabile ambasciatore del Made in Italy, portando in giro per il mondo un prodotto forse meno noto della produzione italiana, il vermouth. Incontrarlo è stato illuminante. E ancor più capire che il segreto di un perfetto aperitivo è tutto lì, nell’ingrediente di base. Parlantina sciolta, sorriso carismatico, Giancarlo Mancino, volato ad Abu Dhabi da chissà dove, avvicina gli ospiti ai tavoli del Rosewood Hotel, di cui è consulente, per miscelare qualche bicchiere e raccontare la sua favola, diventata realtà. Produrre il suo “Vermouth Mancino” in Piemonte, terra d’origine della bevanda. E farlo così bene che circa un anno fa il gruppo Lucano 1894 ne ha acquisito la maggioranza, pari al 70%. 

“Con il CEO di Lucano, Leonardo Vena, scherzavamo spesso, capivamo che primo o poi avremo lavorato insieme. Ci siamo arrivati nel dicembre 2021. Certo le origine lucane hanno facilitato le cose, mentre era stato molto difficile, per le stesse ragioni, farsi strada in Piemonte. Ma è andata bene. Canelli, dove produco le mie bottiglie, è terra di liquorifici e distillati, oltre che di brigantaggio, come la mia Basilicata.”

Produrre il suo “Vermouth” in Piemonte, terra d’origine della bevanda. E farlo così bene che circa un anno fa il gruppo Lucano 1894 ne ha acquisito la maggioranza, pari al 70%

Partito da Pignola, Giancarlo è oggi uno dei più grandi bartender mondiali, passato da New York, Londra, Mumbai, Goa e Malesia, sempre con le più grandi catene alberghiere internazionali, dal St. Regis, Four Seasons, Taj Hotels, Ritz Carlton. A Hong Kong, dopo la consulenza per il ristorante italiano tre stelle Michelin “8 ½ Otto e Mezzo Bombana”, nel 2013 con Marco Gubbiotti ha aperto “Il Milione”, che ha conquistato la sua prima stella in appena 8 mesi.

Basterebbe così, ma Giancarlo e' uno che non si accontenta. I coctails li fa dalla A alla Z. E così, con un tiro mancino che non ti aspetti, e' oggi anche tra i più pregiati produttori di Vermouth. Base del Negroni, dell’Americano e del Manhattan, per citarne alcuni. In pratica, non c’è aperitivo senza vermouth (come si scrive in Francia, altra terra produttrice). Classificato come vino liquoroso, ha origini antiche, piemontesi: nella seconda metà del 1700, Antonio Benedetto Carpano, distillatore e studioso di erboristeria, è il primo a produrre quella che subito diventa la bevanda favorita dai Savoia. Che da Torino passa in Germania, dove viene chiamato Wermut, letteralmente assenzio o artemisia, nome della pianta aromatica che per l’appunto ne costituisce la base essenziale. Ma il vero successo arriva a metà Ottocento, quando per la prima volta viene esportata anche fuori dall’Europa, principalmente in America Latina, terra di immigrazione piemontese. E infine anche negli Stati Uniti, dove per l’eplosione del mercato pubblicitario e del cinema hollywoodiano diventa protagonista della cultura dei cocktail. 

La ricetta di Mancino prevede 40 erbe selezionate, Barbera d’Aasti docg o Trebbiano di Romagna

Secondo legge italiana il prodotto  è composto almeno al 75% da vino, fortificato e aromatizzato con un'infusione alcolica composta da erbe. Genziana, issopo, sambuco, vaniglia, arancio amaro, cannella, noce moscata, coriandolo, ginepro, angelica, maggiorana, menta, zafferano e china. La ricetta di Mancino prevede 40 erbe selezionate, Barbera d’Aasti docg o Trebbiano di Romagna. Estrazione manuale, sei mesi di riposo prima dell’imbottigliamento e sette etichette: Secco, Bianco Ambrato, Rosso Amaranto, Vecchio, Chinato, Sakura (con boccioli di ciliegio di Kyoto e petali di viola Toscana) e Kopi (con l’aggiunta di 14 chicchi di Robusta selezionati a mano a Java e sottoposti a tostatura scura a Napoli da Barbera Caffè).  “Anche i grandi marchi come Martini, Cinzano, Riccadonna stanno investendo sempre più sulla storia del prodotto e sull’educazione del consumatore. Il Vermouth è parte del made in Italy, ha una storia nobile da raccontare, va ascoltato e trattato con il rispetto che si deve a un vecchio signore.”

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