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29 maggio 2023
di Annalisa Cretella

Sinfonia d'Italia

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Sarà "una stagione segnata da un programma robusto incentrato sul grande repertorio italiano, con il Don Carlo" di Verdi, scelto per la Prima del 7 dicembre e il ritorno di grandissimi direttori d'orchestra, tra cui Riccardo Muti con la Chicago Symphony orchestra (il 27 gennaio), Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Daniel Harding, e molti altri. A illustrare la nuova stagione 2023-2024 è stato il sovrintendente Dominique Meyer, insieme al direttore musicale Riccardo Chailly e al sindaco e presidente della fondazione Beppe Sala. "Certi titoli fa paura farli - ammette Meyer - come il Don Carlo. Ma questo è il luogo dove si devono affrontare". In programma ci sono quattordici opere, nove balletti, e tanti concerti straordinari, che vedranno esibirsi pianisti come Marta Argerich e Maurizio Pollini.

"È l'anno dei grandi direttori d'orchestra - sottolinea il sovrintendente". Insieme a Chailly, che "è molto presente, dirigerà due opere", nella buca "ci sarà un numero straordinario di grandi direttori, alcuni vengono per la prima volta e altri tornano", da Muti a Petrenko, da Thielemann a Viotti. Il repertorio italiano è al centro della programmazione dunque, a cominciare dalla Prima del Don Carlo, che sarà nella versione italiana in quattro atti scritta da Verdi proprio per la Scala con la regia di Lluis Pasqual (e sul palcoscenico la stella di casa Anna Netrebko).

Fare il Don Carlo è un'enorme responsabilità, un grande titolo che non può neanche essere concepito se non si ha la certezza di avere un grande cast, artisti di altissima levatura

"Fare il Don Carlo è un'enorme responsabilità - è intervenuto Chailly - un grande titolo che non può neanche essere concepito se non si ha la certezza di avere un grande cast, artisti di altissima levatura". "Eseguiremo la versione del 1884 integrale - spiega - io l'ho diretta già venti anni fa ma con dei tagli, stavolta non ci sarà alcuna interruzine della scrittura perfetta". Il repertorio italiano continua con la nuova produzione di Simon Boccanegra diretta da Lorenzo Viotti con la regia di Daniele Abbado, ma anche con le riprese di Pagliacci e Cavalleria rusticana nell'ormai storico allestimento di Mario Martone con Giampaolo Bisanti sul podio e di Don Pasquale nella produzione di Davide Livermore ambientata a Cinecittà, diretta da Evelino Pidò.

E poiché nel 2024 ricorre il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini il Teatro lo celebra con due nuove produzioni: de La rondine, che mancava dal 1994 e sarà diretta da Riccardo Chailly, e di Turandot, diretta da Daniel Harding. Completano il calendario delle celebrazioni nel novembre 2024 un concerto straordinario sempre diretto da Riccardo Chailly con Anna Netrebko e Jonas Kaufmann e una mostra al Museo Teatrale.

Tra le novità di questa stagione anche Mèdèe di Luigi Cherubini, diretta da Michele Gamba, che per la prima volta sarà in versione originale francese, sessantatrè anni dopo l'ultima produzione diretta da Thomas Schippers con Maria Callas protagonista. Proprio alla divina sarà dedicata una mostra al Museo. A raccogliere la sfida registica è Damiano Michieletto, con Sonya Yoncheva nei panni della maga.

Il percorso di esplorazione del Barocco italiano avviato dal Sovrintendente Meyer con La Calisto e Li zite ngalera di Leonardo Vinci giunge all'Orontea di Antonio Cesti, dramma per musica del 1656, con la regia di Robert Carsen e la direzione di Giovanni Antonini. "Sarà un'opera spumeggiante e divertente" promette il sovrintendente.

In programma alla Scala non poteva mancare anche un repertorio internazionale con Die Entfuhrung aus dem Serail di Wolfgang Amadeus Mozart nell'intramontabile regia di Giorgio Strehler con cui debutta sul podio scaligero Thomas Guggeis: fare il Ratto del Serraglio firmato da "Strehler è una forma di dovere: quella di far rivivere una produzione importante della storia. È delizioso. Sono contento di riprenderlo" commenta Meyer.

La stagione di Balletto pensata dal direttore Manuel Legris si compone di 7 titoli che spaziano dai classici ottocenteschi come Coppèlia nella nuova veste di Alexei Ratmansky in apertura, e La bayadère secondo Nureyev ai grandi titoli del Novecento, dall'Histoire de Manon di MacMillan alla Dame aux camèlias di Neumeier e a lavori di Robbins e Balanchine. Ci sarà Madina con l'etoile Roberto Bolle, con il ritorno del coreografo Mauro Bigonzetti e il Gala Fracci, alla sua terza edizione, che permetterà di rendere omaggio alla danza nel nome della grande ètoile.

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