instagram
25 gennaio 2024
di Ada Capitani

Oro bianco

twitterfacebook

 

Le origini della Manifattura Ginori, l’eleganza nell’apparecchiatura della tavola, ma anche la scultura in porcellana fino al Novecento con i pezzi tra arte e industria e le creazioni di Gio Ponti che fu direttore artistico della Richard-Ginori.

Racconta la poesia della porcellana la mostra “Oro bianco”. Tre secoli di porcellane Ginori in corso ancora fino al 19 febbraio 2024 nelle sale del Museo Poldi Pezzoli la casa museo di via Manzoni a Milano.

 

A cura di Rita Balleri e Oliva Rucellai, rispettivamente conservatrice e capo-conservatrice del Museo Ginori, e di Federica Manoli, collection manager e curatrice della collezione di ceramiche del Museo Poldi Pezzoli,  la mostra evidenzia alcuni dei momenti più significativi della storia della manifattura di Sesto Fiorentino attraverso quattro sezioni e una selezione di opere (circa 60) provenienti, oltre dai musei promotori, da Le Gallerie degli Uffizi di Firenze, dal Museo Civico di Arte Antica - Palazzo Madama di Torino, dalle collezioni dei principi del Liechtenstein e da alcune importanti raccolte private.

 

Un viaggio tra le forme sinuose della porcellana da compiere in attesa che il Museo Ginori di Sesto Fiorentino, alla porte del capoluogo toscano, riapra le sue porte. "È questa un’occasione preziosa per raccontare una straordinaria storia che tiene insieme

la capacità imprenditoriale del visionario fondatore Carlo Ginori (una sorta di Adriano Olivetti del Settecento) e l’eccezionale abilità di generazioni di lavoratrici e di lavoratori - spiega il Presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori

della Manifattura di Doccia Tomaso Montanari - la progressiva democratizzazione dell’oro bianco, che dalle tavole dei principi entra in ogni casa italiana, e la crescita culturale e politica di un movimento operaio che proprio alla Ginori vede nascere

la Società di Mutuo Soccorso di Sesto Fiorentino e, poi, una stagione di lotte cui partecipò anche don Lorenzo Milan".

 

All’inizio del XVIII secolo il desiderio di impadronirsi del segreto di fabbricazione della porcellana era paragonabile a quello che animava la leggendaria ricerca della pietra filosofale degli alchimisti, da cui la metafora “oro bianco”

 

All’inizio del XVIII secolo il desiderio di impadronirsi del segreto di fabbricazione della porcellana era paragonabile a quello che animava la leggendaria ricerca della pietra filosofale degli alchimisti, da cui la metafora “oro bianco”, spesso usata per identificare il più nobile fra i materiali ceramici. Possedere i manufatti delle prime fabbriche europee era segno di distinzione ed eccezionale era il prestigio di chi ne promuoveva la produzione. Tra questi il marchese Carlo Ginori, fondatore dell’impresa ancora oggi attiva e ispiratore del Museo che ne racconta la storia.

 

"Nella storia romanzesca della porcellana europea, fatta di sfrenate ambizioni principesche, febbrili ricerche e codici tenuti segreti come preziosi tesori, la Manifattura Ginori ha un marcato carattere di unicità e il Museo Poldi Pezzoli è la sede più adatta e prestigiosa per raccontarne la storia - racconta Alessandra Quarto, Direttore del Museo Poldi Pezzoli che al suo interno custodisce raccolte di opere di arte applicata di rilevanza internazionale: tra queste spicca per qualità e preziosità dei pezzi

la collezione di porcellane provenienti da diverse fabbriche europee, da Sèvres a Wedgwood, da Berlino a Strasburgo, a Vienna. -  In quanto casa museo è una vera e propria antologia, perché conserva un panorama di epoche, mode e sensibilità differenti.

Spiccano nella nostra collezione per qualità e preziosità proprio le porcellane provenienti dalle fabbriche più rinomate e affermate sulla scena del Settecento europeo e tra queste le opere nate nella Manifattura di Doccia, emblema di sperimentazione artistica ed eclettismo"

Seguici su

instagram