instagram
10 settembre 2022
di Rita Lofano

La Regina a colori

twitterfacebook

Se si chiede a un bambino, anche in Italia, chi è la regina, risponde senza esitazione “Elisabetta”. Per settanta anni è stata la “Queen of the World” (“Regina del mondo”, per dirla con Robert Hardman, giornalista tra i massimi esperti di Royal Family). 

Mia figlia tredicenne e le sue amiche hanno tutte pubblicato storie sui social quando hanno saputo della morte della Regina. Hanno scritto che aveva le mani viola pochi giorni prima, in occasione della nomina del nuovo primo ministro nel castello di Balmoral, in Scozia. Ma il nome della nuova premier (Liz Truss) non compariva in alcuno dei loro post, non se la ricordavano. C’è una sola regina nell’immaginario collettivo, “the one and only Queen Elizabeth”.

Quando se ne è andata, a 96 anni, un doppio arcobaleno si è levato su Buckingham Palace e sul castello di Windsor, le residenze simbolo del suo regno

È stata incoronata 7 anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, venticinquenne. Il primo ministro britannico era Winston Churchill, il presidente degli Stati Uniti, Harry Truman. E quando se ne è andata, a 96 anni, un doppio arcobaleno si è levato su Buckingham Palace e sul castello di Windsor, le residenze simbolo del suo regno. Un segno inequivocabile per gli inglesi che in maggioranza hanno conosciuto solo lei come sovrana: il saluto al popolo di Elisabetta che per le sue ‘mise’ (rigorosamente monocromatiche) amava proprio tutte le sfumature dell’arcobaleno. Una coincidenza incredibile. Nella mitologia greca (e non solo) l’arcobaleno è un ponte tra l’umano e il divino. E quando “il Ponte di Londra è crollato” (questo il nome in codice della morte della Regina) questi due archi di luce si sono levati in cielo.


In 70 anni Elisabetta ha nominato 15 primi ministri su 56 nella storia dell’isola da quando la carica è stata istituita. Le sovrane forti e carismatiche hanno una lunga tradizione nel Regno Unito, dalla regina Budicca della tribù degli Iceni che guidò la rivolta contro i romani,  a Elisabetta I vittoriosa sulla Spagna di Filippo II, fino alla regina Vittoria che trasformò l’impero britannico nel più grande della storia. Non è un caso probabilmente che su 15 premier nominati da Elisabetta II, tre siano donne: Margaret Thatcher, Theresa May e Liz Truss. Spicca il contrasto con l’Italia (ma anche con gli Stati Uniti) dove un capo di Stato o di governo donna non c’è ancora mai stato.

Elisabetta ha conosciuto i grandi della Terra, tessuto reti diplomatiche, è stata regina di stile e soft power.  In un articolo intitolato “L’abbigliamento, il servizio segreto di Sua Maestà”, la rivista Vanity Fair osservava come la Regina Elisabetta II comunicasse attraverso i capi che indossava. “Non è un politico, ma lancia messaggi politici, su quando aspira a intervenire in uno Stato o comunità. Non è una diplomatica, ma veste rispettando le norme della diplomazia. E fa tutto in maniera sottile, senza urlare, anche se sembra così quando decide di vestirsi colore rosa shocking”.


Si dice che il colore preferito di Sua Maestà fosse il blu, in omaggio al Regno Unito, ma è l’azzurro quello che ha dominato nel suo guardaroba. È vestita d’azzurro nella foto proiettata in suo onore a Piccadilly Circus il giorno della sua morte (l’ha scelta lei, c’è da scommetterci). Optò per l’azzurro anche in occasione del giubileo per i 70 anni di regno. Ciascun colore trasmette un messaggio. Il nero è il lutto, il marrone è quello del cattivo umore (come quando Meghan e Harry hanno lasciato la vita di corte), l’azzurro per Elisabetta II era gioia.
 

“I suoi abiti sono warholiani, nella loro semplicità pop”, scrisse sul New York Times il critico di moda Guy Trebay. Non seguiva la moda, era originale ma volutamente costante,  per dare un senso di continuità, instillare fiducia, come il suo ruolo imponeva. Per tutta la vita ha indossato lo stesso tipo di calzatura: francesina con i lacci e mocassini con un morsetto o una catena dorati come decoro, prodotti da Anello & Davide, una bottega artigianale di Kensington dal nome italiano.

Si dice che il colore preferito di Sua Maestà fosse il blu, in omaggio al Regno Unito, ma è l’azzurro quello che ha dominato nel suo guardaroba

Le borse sono sempre state Launer London, 100% british, in pelle con il manico corto. Spostare la borsa dal braccio sinistro al destro significava che la conversazione era finita. La borsa sul pavimento era una richiesta di aiuto nel caso di un incontro spiacevole. Spille e foulard sono state un’altra sua grande passione. Stemmi floreali della famiglia Windsor, diamanti rari incastonati. Ognuna con la sua storia. Nel 2018 venne fotografata in prima fila sorridente alla London Fashion Week seduta accanto a Anna Wintour. Omaggiò Richard Quinn con il Queen Elizabeth Award for British Design. Lo stile fu il suo, il gusto degli altri. Non aveva bisogno di essere trendy, era “la Regina”. Originale. 

Seguici su

instagram