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24 febbraio 2023
di Maria Rita Nocchi

A Forof l'antico promette novità 

Il pavimento marmoreo della Basilica Ulpia 
Il pavimento marmoreo della Basilica Ulpia 
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Archeologia e arte contemporanea, storia e sperimentazione. Se c’è un luogo che racchiude l’essenza di Roma città Eterna quello è Forof (abbreviazione di Foro Roma Fendi): una startup culturale fondata un anno fa da Giovanna Caruso Fendi, imprenditrice nonchè rampolla della celebre dinastia della moda romana. Ospitato negli spazi dello storico Palazzo Roccagiovine, nella piazza del Foro di Traiano, Forof punta a essere un trampolino di lancio per gli artisti contemporanei, in un continuo dialogo con l'antico. Dai locali affacciati sulla strada si accede, infatti, agli straordinari resti archeologici della Basilica Ulpia, dove è tuttora visibile un pavimento di pregiati marmi policromi. Le operazioni di scavo e di recupero sono state realizzate a partire dal 2001 dalla Fondazione Alda Fendi (mamma di Giovanna).

"Considero Forof il mio quarto figlio - scherza Giovanna conversando con MAG - occorrono impegno e coraggio per portare avanti questo progetto ma ho la fortuna di avere al mio fianco un team giovane e carico di entusiasmo. Abbiamo aperto alla fine di gennaio 2022, proprio mentre partiva il cantiere per l'anastilosi delle colonne della Basilica, del quale peraltro nessuno ci ha avvertito". 

“Sono davvero soddisfatta – afferma l’imprenditrice - gli artisti che abbiamo invitato hanno pienamente soddisfatto le aspettative e anche di più. Sono stati giusti per esprimere e radicare l’identità di Forof, che non è una galleria d’arte, non è una fondazione, né tantomeno un museo, per cui abbiamo pochi termini di raffronto. Ci ispiriamo ai caffè culturali delle Avanguardie del Novecento, come il celebre Cabaret Voltaire di Zurigo".


Quale mostra è in corso?

"Attualmente “Sortilegio", di Alex Cecchetti: un percorso di suoni, narrazioni e odori, culminante nella dimensione marina del piano ipogeo, dove suggestive amache-Meduse trasportano il visitatore in un mondo onirico e gli antichi marmi e colonne si rivestono dei colori della vita dei fondali. È importante sottolineare che al momento della scoperta, la pavimentazione marmorea della Basilica era immersa nell’acqua. E’ stata l’acqua a proteggerne e preservarne i colori. Quindi Alex Cecchetti, nel suo dialogo con l’antico, ha riportato l’acqua laddove c’era già. E mai come oggi l’acqua rappresenta una tematica attuale”.


Qualche anticipo delle mostre in programma per i mesi successivi?

“Ci siamo organizzati per stagioni ed episodi, come Netflix. La stagione due con Alex Cecchetti terminerà il 15 aprile. Maggio, giugno e luglio saranno dedicati a quella che ho definito una stagione speciale, con episodi speciali. Poi  riprenderemo a ottobre-novembre con la terza stagione di Forof. La stagione speciale sarà intensa e potente, una sorta di battesimo di Forof.  L’idea – rivela Giovanna Caruso Fendi - è quella di poter creare un’essenza, un profumo di Forof. Vogliamo risvegliare tutti i sensi di chi entra qua dentro, compreso quello olfattivo. E vogliamo legare l'esperienza olfattiva a qualche cosa che è accaduto storicamente nella Basilica Ulpia”.

Che cosa è accaduto?

“Ci troviamo sopra l’abside orientale – spiega  l’imprenditrice - cioè il luogo dove l'imperatore Traiano, attraverso l'istituto della 'manomissio', consentiva la liberazione degli schiavi e l'acquisizione per loro della cittadinanza romana e dei diritti civili. Credo che ciò in qualche modo simboleggi il percorso personale che mi ha portato a creare Forof. A un certo punto del mio cammino ho avvertito l’esigenza di affermare meglio la mia identità personale e sociale, uscendo dall'ombra della mia famiglia. Ad esempio, io considero superato il mecenatismo inteso in senso rinascimentale. A me piace parlare di mecenatismo collettivo e spero di portarlo avanti con questa esperienza". 

Con quali criteri scegliete gli artisti?

“Sono supportata da un prestigioso comitato scientifico. Loro propongono gli artisti, poi li valutiamo insieme, rispettando sempre l’unico obiettivo del progetto: il dialogo tra archeologia e arte contemporanea in maniera continuativa e permanente. A  Roma, negli anni passati, sono accaduti degli episodi in cui l’arte contemporanea è intervenuta nel patrimonio culturale e storico di Roma, ma sempre in maniera sporadica. Io volevo uno spazio che, contenendo un prezioso sito archeologico, potesse essere tutelato, ma soprattutto rigenerato, attraverso il dialogo con gli artisti contemporanei. Inoltre – prosegue Giovanna Caruso Fendi - scegliamo gli artisti mid-career, una definizione che a loro non piace. Significa che non sono né emergenti né grandi maestri.  L'auspicio è che attraverso Forof possano crescere, e sono contenta di dire che questo è già accaduto: i Soundwalk Collective, primi artisti invitati qui, oggi hanno una retrospettiva in corso al Centre Pompidou a Parigi". 

Che tipo di pubblico frequenta Forof?

“Un pubblico variegato: abbiamo tanti giovani, tanti studenti ma anche adulti. Le persone che entrano per visitare il sito archeologico rimangono affascinate dal contemporaneo. Chi viene qui per vedere la mostra si emoziona per i marmi colorati della Basilica. È divertente assistere a questa sfida archeologia-arte contemporanea". 

Quali percorsi offrite al visitatore?

"La visita alle mostre è prevista con le guide, ragazzi laureati in storia dell'arte o in archeologia che secondo me forniscono  un valore aggiunto all'esperienza. Chi si prenota per vivere l'episodio potrà godere di una performance dal vivo dell'artista e del percorso enogastronomico finale: un brindisi con la Rimessa Roscioli, il partner che ho scelto perchè anche il senso del gusto deve essere presente nell'esperienza vissuta a Forof". 




 

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