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8 maggio 2023
di Silvia Inghirami

Le nuove mosse per difendere l'italianità

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Unire le forze delle aziende che sono radice e memoria attiva del Made in Italy. E’ l’obiettivo con cui è nata nel 2021 l’Associazione Marchi Storici d’Italia che ora compie un nuovo passo: promuovere il valore strategico del design in tutti gli ambiti produttivi. Per questo ha stretto un accordo di collaborazione con Adi, l’associazione per il disegno industriale.

Ma in programma vi sono altre iniziative: un’emissione filatelica su alcuni marchi storici con Poste Italiane e Mimit, una mostra a palazzo Piacentini (sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy a via Veneto), un progetto di rilancio del circuito dei musei dei marchi storici.

Nel ministero guidato da Adolfo Urso l’Associazione ha trovato un interlocutore attento e spera che siano accolte le richieste di ordine normativo: “Stiamo proponendo – spiega Massimo Caputi, presidente dell’Associazione Marchi Storici d’Italia - una serie di norme a supporto dello sviluppo dei marchi anche per evitare che siano preda di acquisizioni dall’estero come avvenuto nel passato. Si tratta di un pacchetto di proposte molto articolato, che va dall’agevolazione Imu per i marchi storici a un accordo speciale con Ice a misure sulla pubblicità. Sono cose che già esistono in altri Paesi. Dobbiamo difendere l’italianità dei marchi e favorire la promozione all’estero”.

E’ l’obiettivo con cui è nata nel 2021 l’Associazione Marchi Storici d’Italia che ora compie un nuovo passo: promuovere il valore strategico del design in tutti gli ambiti produttivi

Salvaguardare il patrimonio esistente non è cosa banale: il Registro speciale dei Marchi Storici di interesse nazionale conta ad oggi 500 iscritti, ma secondo dati Unioncamere i marchi storici sono circa 50 mila: “Sono la vera forza del Paese e hanno all’interno un tesoro di sostenibilità”, afferma Caputi. L’Associazione, fondata da otto protagonisti del Made in Italy (Antinori, Benetton, Conserve Italia, Ekaf, Gabetti, Inghirami, Lucano 1894, Terme di Saturnia – ha già più che triplicato i soci ed è pronta a crescere ancora.

Le “quattro A” del Made in Italy, identificative delle quattro categorie merceologiche Abbigliamento moda, Arredo casa, Automazione meccanica, Alimenti e bevande sono ampiamente rappresentate dal Registro speciale ma secondo l’Associazione è fondamentale superare il concetto di classificazione settoriale e considerare i Marchi storici una macro qualifica trasversale, destinataria di strumenti ad hoc indipendentemente dalla diversità merceologica che esprimono.

Chi ha creato un marchio diventato simbolo distintivo dell’azienda e del prodotto “continua a trasmettere – osserva Caputi – solidità, tradizione, durabilità”. “Oggi tutti bevono lo spritz ma bisogna ricordare che la campagna pubblicitaria di Campari fa parte della storia del Paese. I manifesti degli anni 50-60 hanno un valore intrinseco enorme perché hanno coniugato design e prodotto”.

La comunicazione è quindi di fondamentale importanza e deve restare aggiornata anche sui nuovi valori di sostenibilità. In questo senso il protocollo d’intesa con Adi ha risvolti significativi. La cultura del design – viene spiegato – è una leva strategica fondamentale per uno sviluppo sostenibile e responsabile del pianeta e delle condizioni di vita dell’uomo. Manifattura e design sono il binomio virtuoso che ha saputo generare il fenomeno del Made in Italy.

“I prodotti – nota Luciano Galimberti, presidente Adi - sarebbe muti senza il design” che collabora a creare l’identità del Paese, con l’obiettivo di conservare il valore ma anche di valorizzarlo e innovarlo, evitando di trasformare il passato in nostalgia. Prima condizione della sostenibilità – spiega – è la qualità e i marchi storici hanno un passato importante che non smette di innovare. Adi, con il premio Compasso d’oro, il Design Museum, l’Osservatorio permanente del design non  vuole solo celebrare il passato ma collaborare a creare un futuro migliore per il Paese.

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