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22 settembre 2022
di Stefano Benfenati

Universo Lucio

Mostra di Lucio Dalla all'Ara Pacis a Roma 
Mostra di Lucio Dalla all'Ara Pacis a Roma 
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L’inseparabile clarinetto che portava ovunque, anche nel borsone per gli allenamenti di basket. Baschi, colbacchi e berrette da marinaio. La 'spietata' pagella del liceo Galvani di Bologna (voto 1 in matematica). Gli spettacoli a Manfredonia, quando da piccolo faceva da 'apripista' alla sfilate della madre (sarta di professione). Il trenino e il carillon con cui giocava nella sala cinema della casa di via D'Azeglio a Bologna. Manoscritti inediti, video, locandine, abiti di scena. E gli scatti degli incontri di una vita con personaggi dell'arte della cultura e della religione (Papa Giovanni Paolo II, il Dalai Lama): un'enciclopedia di oltre 250 persone. L’eco della “Sera dei miracoli” a Trastevere.  L'universo di Lucio Dalla arriva a Roma con la mostra "Anche se il tempo passa".

Nel decennale della scomparsa dell'artista, la Capitale - fino al 6 gennaio 2023 - è un'altra importante tappa del percorso iniziato a Bologna e che l'anno prossimo proseguirà  a Napoli, Pesaro e Milano.

“Non ho mai conosciuto una persona tanto generosa come Lucio Dalla", è il ricordo di Carlo Verdone che timidamente ("avevo un pò di paura") gli chiese le canzoni per "Borotalco". E "Cara" continua ad accompagnare il successo del film la cui protagonista è una sfegatata fan di Lucio. Dalla "tornò a Bologna per la prima di Borotalco - racconta Verdone - ma il cinema era pieno. Solo posti a terra. Così si distese. La mattina successiva alle 8 mi chiamò. 'Grazie per l'omaggio che mi hai fatto con questa deliziosa commedia', mi disse".

Roma fu una calamita per Lucio. Visse per 25 anni, fino al 1986, nel trasteverino vicolo del Buco. Proprio nella Città Eterna creò salde amicizie (con Antonello Venditti o Francesco De Gregori) e scrisse alcuni dei suoi capolavori. Uno su tutti "La sera dei miracoli" che compose affacciato dalla finestra dell'appartamento.

La Capitale fu complice di incontri memorabili: con Federico Fellini, ad esempio, o con Andy Warhol con cui finì a giocare a flipper al Notegen in via del Babuino senza neanche sapere chi fosse. "Roma - sono le parole di Dalla - ha una capacità unica di cavalcare le proprie energie positive o negative. Per questo la amo".

La Capitale fu complice di incontri memorabili: con Federico Fellini, ad esempio, o con Andy Warhol

"Io sono il suo più vecchio amico", scherza Renzo Arbore pensando agli anni dell'infanzia quando la mamma del cantante scendeva da Bologna fino a Foggia per presentare la 'moda emiliana'. "Ci ha sempre unito la grande passione per il clarinetto - ricorda Arbore - e anche per la Puglia. Aveva una grande fantasia e una grande passione: ha saputo attingere a tutte le musiche del mondo, partendo dal jazz fino al reggae e alle melodie napoletane".

Dall’infanzia al successo. Dagli anni degli esordi con il teatrino organizzato dal maestro Dellos in giro per l’Italia alle improvvisate nei localini di Bologna. Fino alle canzoni in inglese (lingua che non conosceva) con gli amici sulla spiaggia.

Un ‘barbone’ geniale con lo sguardo rivolto agli ultimi. Questo era Lucio

Poi i vari Sanremo e la consacrazione. La mostra ripercorre la vita di Dalla: uomo e artista. Attraverso le parole di chi camminò con lui. Come il presidente della Fondazione Lucio Dalla, Andrea Faccani. “Per la festa della Befana organizzava sempre i pranzi con i barboni. ‘Solo i nobili hanno la barba’ scherzava. Invitava tutti. E diceva sempre di si”.  Un ‘barbone’ geniale con lo sguardo rivolto agli ultimi. Questo era Lucio.

Troppo talento, troppa passione, racchiuse tra le mura dell’Ara Pacis.  E Lucio potrebbe sorridere nel vedere la montagna di materiale in esposizione. Con graffiante ironia e sguardo poetico ha conquistato il cuore di tutti: non solo musicista ma anche attore, scrittore, regista teatrale, amante dello sport e appassionato di motori, danza, opera lirica, pittura, letteratura.

Il pubblico, tra musica e immagini, potrà anche leggere inedite riflessioni dell'artista annotate sui quaderni. "Io non ho mai cercato di forzare il karma, ho sempre vissuto la mia storia come un cane vicino alla stufa, quasi guardandola dal di fuori senza scommettere un soldo su come sarebbe andata a finire, non per avarizia ma perchè, curioso, preferivo aspettare".

“Anche se il tempo passa”, le canzoni di Lucio sono per sempre e per tutti. 

La musica, per Dalla era “una pioggia che cade dal cielo, tutti possono cantare, non esistono gli stonati, fidatevi! C’è una persona un pò zoppa, c’è una persona indecisa, ma quando il cuore palpita, pompa, tutti possono cantare”.

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