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26 settembre 2023
di Rita Lofano

Mare dentro 

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Sono da poco passati i giorni della Mostra internazionale del cinema, c’è grande entusiasmo, tanto movimento e molto glamour. Ma su Venezia i titoli di coda non calano mai.

Sindaco Luigi Brugnaro, come descriverebbe l’essenza di questa città? «Lo slogan “Venezia la più antica città del futuro” è nato due anni fa per celebrare i 1600 anni dalla sua fondazione fissata, convenzionalmente, il 25 marzo 421. Se ci fossimo fermati solo a questo però non avremmo reso giustizia allo spirito dei veneziani, un popolo che, non solo ha saputo colonizzare il mondo fino al lontano Oriente, ma ha dimostrato di essere, in ogni epoca, fortemente innovativo: basti pensare all’Arsenale e alla capacità dei nostri antenati di saper costruire una flotta di imbarcazioni agili in grado di sconfiggere le terribili armate nemiche garantendo alla Serenissima il dominio incontrastato dei mari per quasi un millennio. Una Venezia che ha sempre saputo fare delle situazioni avverse un elemento di rinascita. Il Mose è la dimostrazione che l’ingegno italiano può essere elemento fondante per la salvaguardia della Città. Un’opera che oggi ha finalmente dimostrato di essere la risposta efficace contro le ripercussioni dei cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello dei mari, che colpiscono indistintamente tutto il mondo ma che su Venezia hanno effetti devastanti».

Lei ha consegnato il leone d’oro in vetro di Murano a Giorgio Armani, simbolo del Made in Italy nel mondo, dove tutti provano ad imitarci? «Questo è un premio che personalmente ho voluto riconoscere all’uomo e alla sua grande passione per il bello, che ha saputo trasformare in un’impresa di successo che affonda le sue radici nel territorio, nei mestieri e nelle opere di artigiani e operai della tessitura, della sartoria, del costume, per reinterpretarla e farla diventare un riferimento universale. Un leone d’oro di vetro di Murano, forgiato nelle nostre fornaci, un’altra eccellenza veneziana e, quindi, italiana. La capacità è quella di mantenere la matrice originale, preservandola su scala globale».

La regata storica è un appuntamento della tradizione veneziana che richiama a Venezia tantissimi turisti e appassionati. Cosa rappresenta per lei e per la città? «La Regata Storica rappresenta il momento clou del calendario annuo di gare di voga alla veneta, la disciplina praticata da millenni nella laguna di Venezia. È un rito che si ripete ogni anno, rafforzando il millenario rapporto tra la città e l’acqua. Uno degli eventi più sentiti della comunità veneziana, una vera e propria “festa del remo” che si svolge lungo il Canal Grande, la via d’acqua su cui si riflette la spettacolare sequenza di palazzi, dove sfilano decine di imbarcazioni addobbate, le tradizionali bissone, tra cui la Floreale appena restaurata, la Serenissima, la Dogaressa, con gondolieri e figuranti in costume. A solcare le acque della principale arteria di Venezia ci saranno oltre 60 ammiraglie del corteo sportivo delle associazioni remiere cittadine, vestite con le divise sociali. Dal punto di vista sportivo, ci sono competizioni nelle diverse categorie, dai piccolissimi fino ai campioni sui gondolini, considerata la “Formula 1” del remo».

Da dieci anni è sulla cresta dell’onda anche la Venice Hospitality Challenge, l’unica regata che si disputa interamente nelle acque interne di una città. E forse è nata da qui l’idea del Salone Nautico. Qual è il valore aggiunto che queste iniziative portano alla Città? «Grazie ad iniziative come la Venice Hospitality Challenge e il Salone Nautico, Venezia è tornata ad essere la casa del popolo del mare, che comprende non solo i possessori di barche, ma anche tanti addetti ai lavori, studiosi, appassionati che lo hanno a cuore. L’abbiamo dedicato al tema della sostenibilità che si declina con spazi dedicati alla navigazione green, che apre nuovi scenari di applicazione su scala industriale della ricerca tecnologica e con i 154 milioni di euro di investimenti del gruppo Avm/Actv per rendere sempre più green la flotta dei vaporetti. Dal 2027 ci saranno solo vaporetti ibridi in Canal Grande.

La prossima edizione sarà dal 29 maggio al 2 giugno 2024: il Salone quest’anno è stato meraviglioso, ma il prossimo sarà ancora meglio, con l’obiettivo di rendere la manifestazione un evento centrale della città ma anche di tutto il Mediterraneo orientale».

Il Salone dell’Alto Artigianato Italiano è una novità, tra i tanti eventi che si svolgono a Venezia? «Venezia, con questo nuovo Salone vuole celebrare proprio l’eccellenza italiana e la maestria di tantissimi connazionali che attraverso le proprie creazioni danno lustro all’Italia e al Made in Italy nel mondo. Brand più noti e altri di nicchia, attività con una storia da più generazioni e altre frutto di start-up, aziende e laboratori che promuovono il marchio italiano aprono le porte ai visitatori per raccontare tradizioni, segreti, lavorazioni, mestieri spesso tramandati di padre in figlio».

Meno debiti per i nostri figli e volano per lo sviluppo. Se l’abbiamo fatto a Venezia si può fare anche nel resto d’Italia

Come Amministratore, lei è considerato un uomo del fare e dei conti in ordine. Le statistiche dicono che la città metropolitana ha debito zero e che in Comune pagate le fatture 18 giorni prima della scadenza. Qual è il segreto? «Il bilancio è una cartina tornasole della buona amministrazione. Sono numeri che traducono in una unità di misura universale il lavoro fatto. Ho applicato l’esperienza di imprenditore, di chi è abituato a fare i conti sul singolo euro, ad efficientare i processi, a valorizzare i propri collaboratori, ad assumere giovani secondo criteri meritocratici. Questo, naturalmente, senza rinunciare a fare investimenti. In Comune abbiamo ereditato 800 milioni di euro di debito consolidato, ora siamo scesi a 700, ma contemporaneamente ci sono un miliardo di euro di lavori pubblici. Tradotto: meno debiti per i nostri figli e volano per lo sviluppo. Se l’abbiamo fatto a Venezia si può fare anche nel resto d’Italia».

Luigi Brugnaro cosa farà da grande? «Fare il Sindaco è il lavoro più difficile e faticoso del mondo. L’ho spiegato nel mio libro e l’ho intitolato “Ci giudicheranno i bambini”, con Stefano Lorenzetto, edito da Marsilio, perché è a loro che dobbiamo guardare quando compiamo le nostre scelte per il futuro. Non è un libro di idee, ma di cose fatte. E voglio raccontare loro, con esempi, che l’Italia è ancora un Paese ricco di possibilità. Io ci credo!».

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