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5 settembre 2022
di Manuela D’Alessandro

Dimenticato a Venezia

Hotel Des Bains - lido di Venezia Andrea Avezzù – La Biennale di Venezia Foto ASAC
Hotel Des Bains - lido di Venezia Andrea Avezzù – La Biennale di Venezia Foto ASAC
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Qui soggiornò Adolf Hitler, qui l’anziano musicista Gustav von Aschenbach amò con struggimento il giovane e bellissimo Tazio in ‘Morte a Venezia’ di Luchino Visconti, qui le aristocrazie di tutto il mondo esultarono negli anni della Belle Époque. E’ ancora affascinante, di quella bellezza sinistra che attraversa l’oblio come una lama scintillante, l’Hotel Des Bains del Lido di Venezia, da dodici anni abbandonato a se stesso. Dal fragore dei palazzi e delle sale del cinema sono pochi minuti di cammino.

Il cancello in ferro battuto è chiuso, un cartello avverte che c’è una telecamera a sorvegliare chi si ferma a guardare, imbambolato da tanto splendore appassito. Un paio di anni fa si sono sgretolate due parti del tetto dalla parte del mare ai lati della facciata con l’orologio che segna un tempo irreale di chi è immerso in un lungo sonno. Costruito agli inizi del ‘900 in stile liberty, il Des Bains ha sale enormi e arredate in legno, pesanti tavoli con rifiniture in marmo e corridoi straripanti  di artigianato storico veneziano.

Il cancello in ferro battuto è chiuso, un cartello avverte che c’è una telecamera a sorvegliare chi si ferma a guardare, imbambolato da tanto splendore appassito

È stato chiuso dopo il fallimento del progetto di alcuni imprenditori veneti che avrebbero voluto costruirci delle residenze. Sono stati gli anni in cui sono spariti degli arredi, in parte oltraggiosamente rivenduti online. “Per fortuna l’impresa di cancellarlo come hotel non è andata a buon fine perché gli inventori della Mostra, a cominciare dal Conte Volpi, immaginavano questo luogo come parte integrante della Biennale da cui non era possibile disgiungerlo” spiega Vittorio Sgarbi a Mag. 

Ora è proprietario dell’albergo un fondo immobiliare riconducibile a Coima, la società milanese guidata da Manfredi Catella che fa sapere di avere tutte le intenzioni di conservare la storia e le caratteristiche, ma in questo momento non arrivano abbastanza soldi dalle banche per poterlo restaurare. 

Coima, che possiede anche l’Excelsior, mette a disposizione 70 milioni di euro, ne mancano un’ottantina per cominciare a risoffiare sull’anima del De Bains. I debiti accumulati sono enormi, circa 45 milioni, e gli investitori esterni faticano ad avere fiducia nel rilancio. L’idea sarebbe quella di conservare e recuperare quello che c’è, in particolare i saloni monumentali, e creare un legame tra la memoria e il nuovo, inserendo una spa e valorizzando la spiaggia.

Il politico veneto Nicola Pellicani ha chiesto al Comune di Venezia di inserire questa possibilità di futuro per il Des Bains “in un contesto di riqualificazione dell’intero Lido, l’isola d’oro del Novecento abbandonata troppo a lungo. Tutti i piani finora proposti, dal nuovo palazzo del cinema all’ospedale al mare sono naufragati”. Impossibile non pensare al finale di ‘Morte a Venezia’ con Gustav su una sdraio bianca che vede allontanarsi e immergersi nel mare Tazio. C’è ancora tempo però per salvare almeno la bellezza dei luoghi di quell'amore impossibile. 

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