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9 novembre 2023
di Antonio Boni

Prada, si gira

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Una chicca della Fondazione Prada a Milano è quella di essere l’unico istituto di cultura ad avere due installazioni di Jean-Luc Godard (Le Studio d’Orphée e Accent-soeur). Dallo scorso settembre ha poi deciso di trasformare la sua sala in un vero e proprio cinema e di dedicarla proprio a questa figura visionaria e innovativa della cinematografia mondiale, capace di influenzare con la sua opera generazioni di cinefili, artisti e spettatori.

Così anche la programmazione della sala fino a dicembre 2023 mette in cartellone una retrospettiva su Godard. «Il cinema è un laboratorio di nuove idee e uno spazio di formazione culturale, per questo abbiamo deciso di dedicare la nostra sala a Jean-Luc Godard - ha spiegato Miuccia Prada -. La forza sperimentale e visionaria della sua ricerca è uno stimolo continuo a rinnovare l’impegno della Fondazione nella diffusione dei linguaggi cinematografici e visivi e nell’esplorazione di forme di narrazione emergenti, attivando un luogo di conoscenza del mondo e della vita delle persone».

Un legame, quello con il cinema, che si rinnova poi nell’esposizione in corso nella galleria Nord della Fondazione fino al 7 gennaio, “Wes Anderson – Asteroid City: Exhibition”. Una rassegna in arrivo da Londra che ha debuttato in concomitanza con l’anteprima italiana di Asteroid City (2023), l’ultimo lavoro del regista americano Wes Anderson presentato al Festival di Cannes 2023 e distribuito da Universal Pictures International Italy.

Proprio come per Godard anche il rapporto tra questo regista e la Fondazione Prada è di lunga data. Nel 2015 Anderson ha concepito il Bar Luce che ricrea le atmosfere di un tipico caffè della vecchia Milano ispirandosi a due capolavori del Neorealismo italiano: “Miracolo a Milano” (1951) di Vittorio De Sica e “Rocco e i suoi fratelli” (1960) di Luchino Visconti. I suoi elementi strutturali e decorativi ricordano la cultura popolare e l’estetica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta a cui Anderson si era già ispirato per il cortometraggio “Castello Cavalcanti” prodotto da Prada nel 2013. Nel 2017 Wes Anderson, con Juman Malouf, ha curato “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”, un progetto espositivo realizzato da Fondazione Prada in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Protagonisti dell’esposizione sono set originali, oggetti di scena, modellini, costumi e opere d’arte presenti nel film, ambientato nel 1955 in una fantomatica città americana del deserto. Il film racconta di un convegno di giovani astronomi e cadetti spaziali, che riunisce studenti e genitori di tutto il paese, sconvolto da misteriosi eventi che cambieranno il mondo. A distanza di due anni da “The French Dispatch”, Wes Anderson torna sul grande schermo con una pellicola che combina la fantascienza con lo spirito di Broadway e che racchiude i tratti caratteristici che hanno consolidato la fama internazionale dell’autore americano.

Anche grazie alla presenza di un cast corale di talenti internazionali come Jason Schwartzman, Scarlett Johansson, Tom Hanks, Jeffrey Wright, Tilda Swinton, Bryan Cranston, Edward Norton, Adrien Brody, Liev Schreiber e Hope Davis. Asteroid City evoca con ironia paure collettive (la bomba atomica) e individuali (la solitudine) e costituisce un ulteriore sviluppo dell’originale e raffinata poetica del regista americano.

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