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11 dicembre 2023
di Susanna Bonini

Il nuovo design è a Napoli

EDIT Napoli 2023 Archivio di Stato di Napoli 
EDIT Napoli 2023 Archivio di Stato di Napoli 
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Tra vicoli tortuosi che cingono splendide chiese settecentesche, piazzette caotiche e palazzi nobiliari délabré sventolano dappertutto bandiere azzurre: si alternano alle foto dei campioni d’Italia e del magico Maradona, onnipresente come l’immagine dei santi e della vergine Maria. Siamo a Spaccanapoli, un groviglio di stradine a ridosso dell’antico decumano che taglia letteralmente in due la città, da Piazza del Gesù ai Quartieri Spagnoli. 

In questa babele agghindata a festa tutto l’anno, tra musica e rumori quasi assordanti, odori di fritture e aromi inebrianti di caffè, c’è l’anima più autentica della città partenopea, una capitale mediterranea senza tempo, con un glorioso passato e un futuro da cavalcare con spregiudicatezza e genialità. 

 Percorriamo Via di San Biagio dei Librai, schivando turisti persi in Google Maps e improbabili bancarelle, per svoltare in Vico Moneta della Pietà, una delle vie d’accesso all’Archivio di Stato, complesso monumentale recentemente restaurato e restituito alla città. Oggi è anche una prestigiosa location per eventi artistici e culturali ed è qui che è stata allestita una delle fiere di design più interessanti del panorama contemporaneo: EDIT Napoli, un appuntamento annuale giunto in punta di piedi alla sua quinta edizione e già inserito a pieno titolo nell’agenda internazionale degli eventi imperdibili per gli amanti del design contemporaneo.

Chi non ha mai visitato EDIT Napoli non può che restare sbalordito da questa realtà nata nel 2019 per offrire una vetrina alternativa ma ugualmente internazionale a designer-artigiani emergenti che sfidano le grandi produzioni in serie (i “brand” blasonati) promuovendo un’idea di design legata al territorio, al saper fare e alla sostenibilità.

Napoli non è solo una città ma uno stato mentale.  La Napoli del saper-fare, della creatività e del saper arrangiarsi è il contesto più adeguato a raccontare la storia di questi artigiani… Qui nascono contaminazioni incredibili

Ancor prima di arrivare nel complesso monastico dei Santi Severino e Sossio, uno dei più antichi centri della spiritualità benedettina del Mezzogiorno, riadattato nel XIX secolo ad Archivio onciario, ci immergiamo in un’altra dimensione: una curva a gomito e si passa, come per incanto, dal chiassoso e variopinto trambusto dei vicoli, alla calma rilassata di un ordinato chiostro rinascimentale perfettamente esposto alla luce del sole. Un luogo speciale da cui si accede al chiostro del Platano, riaperto al pubblico dopo anni di restauri, a sua volta collegato ad altri atrii monumentali e a sontuosi spazi interni, come sala Filangieri e la settecentesca Sala del Capitolo. Il complesso è, di per sé, un percorso espositivo fruibile e coinvolgente che si snoda tra ambienti esterni ed interni impreziositi da affreschi, accarezzati da una luce naturale che nessun impianto elettrico potrebbe eguagliare. Qui sono state sistemate le creazioni di ben 100 espositori, circa il doppio di quelli che parteciparono al lancio di questa fiera innovativa ideata e voluta da due donne eclettiche e di forte personalità come Emilia Petruccelli e Domitilla Dardi. 

Con le collaborazioni internazionali, i programmi “Cult”, le installazioni diffuse in tutto il centro storico e la sezione Seminario, dedicata allo scouting di talenti under 30, EDIT Napoli non ha mai smesso di crescere e calamitare entusiasmo. Le fondatrici, oggi curatrici della fiera, avevano pensato a un progetto fortemente identitario ma in continuo divenire, che fosse espressione di un territorio naturalmente aperto alla creatività e alle contaminazioni. EDIT è effettivamente tutto questo ed altro ancora, come ci spiega Emilia Petruccelli. La avviciniamo all’ombra di un altro chiostro monumentale, nel complesso duecentesco di Santa Maria La Nova, dove ha appena inaugurato una delle iniziative più interessanti del programma Edit Cult: “A Matter of Perspectives”, l’installazione con la pietra lavica di Ranieri, azienda campana che promuove l’uso di questo materiale naturale per l’arredo, l’architettura e l’interior design di progetti residenziali.

«Il protagonista indiscusso di EDIT è il design artistico d’autore, produzioni creative di artigiani che lavorano in maniera spontanea e realizzano, attraverso un racconto, prodotti che hanno una storia», spiega Petruccelli. A questi creativi Napoli offre un palcoscenico a suo modo unico e “tagliato” per loro. «I nostri autori spesso incrociano le loro storie e fanno nascere collaborazioni – aggiunge – anche perché si trovano in un contesto che li valorizza e non li schiaccia, come accadrebbe in altre manifestazioni più grandi, invece qui formano una “community” che non si esaurisce con l’evento».

Domitilla Dardi ripete spesso che «Napoli non è solo una città ma uno stato mentale».  «La Napoli del saper-fare, della creatività e del saper arrangiarsi – continua la collega – è il contesto più adeguato a raccontare la storia di questi artigiani… Qui nascono contaminazioni incredibili!».

Difficile se non impossibile, ammettono le curatrici, descrivere gli sforzi richiesti per organizzare ed allestire eventi complessi come una fiera di design tra i vicoli di Spaccanapoli. Osservando gli sguardi estasiati dei tanti visitatori, tuttavia, deduciamo che le loro fatiche, anche quest’anno, sono state premiate. Le conferme arrivano anche dai numeri: la quinta edizione dell’evento ha registrato una maggior presenza internazionale, che si è aggiunta al pubblico di habitué, e più numerose testate accreditate, italiane e straniere, complici anche le nuove partnership concluse con l’Ambasciata e il Consolato olandese e con l’Istituto Cervantes di Napoli.

In sintonia con l’anima più autentica e pragmatica di Napoli, la vetrina di EDIT anche quest’anno ha proposto progetti che privilegiano la qualità rispetto alla quantità, la territorialità rispetto alla globalizzazione. Prodotti (non prototipi) spesso eseguiti solo su ordinazione, quindi personalizzabili, che richiedono lavorazioni manuali partendo da materie prime selezionate, per lo più sostenibili, secondo processi produttivi trasparenti e mai delocalizzati.

Nell’austera Sala del Capitolo, dove sono tuttora conservati gli antichi volumi del catasto onciario, spiccano le Touch Lamp di Les First, marchio Made in Italy fondato dall’architetto Marcomini. Lampade completamente prodotte da artigiani lombardi e veneti che si rifanno alle mitologie mediterranee combinando metodi antichi e tecnologie sostenibili per creare pezzi unici e dinamici, da inserire in arredamenti contemporanei.

 Nell’ambito della sezione Seminario, dedicata ai giovani talenti, il designer italo-canadese Chris Fusaro ci presenta la sua Pasta Persa, una serie di utensili da cucina – colini, scolapasta e sottopentole – realizzati con “pasta” in bronzo nichelato dalle forme in tutto simili a quelle che finiscono nei nostri piatti: sono state ottenute utilizzando la tecnica della cera persa che di solito è impiegata nella gioielleria.

Giorgio Bena, giovane designer torinese, ha già saputo che la sua Lockwerk Shelf in acciaio inox – una libreria leggerissima e componibile – sarà premiata dalla giuria di esperti di EDIT per il design intelligente, che coniuga prezzi abbordabili, sostenibilità e profondo rispetto per il patrimonio culturale. Tratti che caratterizzano anche il Pouf Tracce di ruga.peressinotto, esposto nella sezione principale della fiera. Un progetto ugualmente premiato, frutto di una ricerca storica focalizzata sul riutilizzo dei materiali di scarto (come la lana di pecora d’Alpago, anticamente filata nel nord-est d’Italia) per produrre complementi d’arredo contemporaneo. Menzione speciale anche alla collezione Nasse firmata da Rehub, start-up di Murano che, con una sua tecnologia, trasforma gli scarti delle vetrerie in una pasta che può essere stampata in 3D ed assumere forme diverse a seconda dei diversi utilizzi.

Sono prodotti come questi – e ne abbiamo citati solo una minima parte – a dare credibilità e sostanza a una fiera alternativa ed esuberante che parla di libertà, passione e coraggio femminile. Con EDIT Napoli Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli hanno sicuramente vinto la loro scommessa.

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