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25 gennaio 2023
di Lidia Lombardi

Musica monumentale

Galleria Borghese
Galleria Borghese
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Si suonava nel salotto, o nella piccola sala da musica. Pochi blasonati ospiti, o ricchi borghesi rampanti -  alla don Calogero del “Gattopardo” – riuniti sotto un soffitto affrescato, alle pareti ritratti di avi, paesaggi, scene di caccia, trompe l’oeil di giardini. Dopo il concerto, il padrone di casa – un nobile, un principe colto e appassionato come è stato don Lillio Ruspoli nel castello di Vignanello, nel Seicento dimora di Haendel – apriva le stanze per il convivio. Chiacchiere, posate d’argento, tintinnio di calici, tutti attorno al musicista che aveva incantato.

Scene da film in costume. Che però si ripetono ora in abiti contemporanei per “Domus Artium”, la serie di concerti ideata coraggiosamente da Barrett Wissman

Scene da film in costume. Che però si ripetono ora in abiti contemporanei per “Domus Artium”, la serie di concerti ideata coraggiosamente da Barrett Wissman. L’altr’anno, prima stagione, gli scenari sono stati dal Castello Odescalchi di Bracciano a quello dei Chigi a Castel Fusano. Nel 2023 si comincia venerdì nelle stanze rinascimentali del Palazzo della Cancelleria, a Roma, per finire, a maggio, sotto il barocco soffitto dell’Aurora firmato da Guido Reni nel Casino di Palazzo Pallavicini Rospigliosi, a un passo dal Quirinale.

C’è orgoglio identitario ed esaltazione del Bel Paese negli appuntamenti di “Domus Artium”: quest’anno la presentazione del ciclo è avvenuta al Collegio Romano, nella sede del Ministero della Cultura. E si avvale della collaborazione dell’Accademia Musicale di Imola, dove i concerti si replicheranno e il ricavato andrà devoluto in borse di studio.

Il format – meglio chiamarlo rito – è tutto giocato sulla fruizione intimistica e insieme mondana del concerto da camera. Gli ospiti sono accolti con un calice di benvenuto, poi tutti seduti ad ascoltare note classiche. Deposti gli strumenti, ecco la cena allestita da accurati chef. Si assaggiano prelibatezze e si scambiano opinioni con i musicisti e con Wissman, anni di esperienza nella promozione delle arti e periodi sempre più lunghi trascorsi nella Capitale. Atmosfera internazionale e familiare insieme. Emozioni di suoni e immagini.

Il format – meglio chiamarlo rito – è tutto giocato sulla fruizione intimistica e insieme mondana del concerto da camera

Quelle di Palazzo della Cancelleria – 27 gennaio, ore 19 - sono quinte rinascimentali. Nel 1517 divenne sede della Cancelleria Apostolica, si dice confiscato dal Papa Re – Leone X Medici - al Cardinal Riario che pare lo avesse fatto edificare con i soldi vinti al gioco in una sola notte. Ma tant’è, ancora oggi Palazzo della Cancelleria, severo nella lunga facciata che ingloba la paleocristiana basilica di San Lorenzo in Damaso, accoglie i tribunali della Santa Sede. Una sede vaticana extraterritoriale, dunque, primo esempio a Roma del Rinascimento puro. Gli echi sono fiorentini per le finestre sormontate da archi e la scansione delle lesene. Mentre il cortile interno, del Bramante, sfoggia colonne nel colore delle porpora d’Egitto.

C’è la mano di Domenico Fontana nel disegno del portone d’ingresso. E quella del Vasari nell’affresco squadernato nel Salone d’Onore al piano nobile. Dove teneva campo anche la musica perché a cavallo tra Seicento e Settecento Alessandro Scarlatti vi eseguì inediti oratori e, più amabilmente, cantate di Natale. Il 26 gennaio invece nella Sala Riaria fiera degli affreschi settecenteschi e dell’orologio dipinto dal Baciccia sarà il violoncello della estroversa e carismatica russa Nina Kotova a dialogare con il pianoforte di Josu de Solaun, astro iberico della tastiera, sulle musiche di Rachmaninov, Britten, Chopin e nel crescendo finale su “Le Grand Tango” di Piazzolla. Omaggio alla tradizione gastronomica capitolina la cena a seguire, curata da “Enzo al 29” con scelta dei vini in tema per l’etichetta “La Corte dei Papi”.

L'affascinante violoncellista e il pianista spagnolo saranno pronti a svelare spicchi del loro mondo in musica, la preparazione delle performances, le sensazioni a contatto con il pubblico. Racconta Barret Wissman: “L’esordio lo scorso anno di Domus Artium è stata una grande sfida e al tempo stesso una forte emozione, coincidendo peraltro con la rinascita delle esibizioni dal vivo. Questo secondo anno torniamo con un programma articolato e in sedi di grande prestigio: significa che abbiamo colto e sollecitato una domanda di cultura e bellezza diffusa e abbiamo trovato anche presso le istituzioni la disponibilità ad aprirsi ad esperienze inusuali. In questo senso sono grato, oltre che alle singole Istituzioni partner, al Parco della Musica e al Ministero della Cultura per il supporto e la fiducia”.

Le prossime date

Riflettori accesi il 20 febbraio per Angela Gheorghiu all’Auditorium Parco della Musica (Sala Sinopoli). Icona della lirica dalla straordinaria presenza scenica, diva per antonomasia impostasi anche per una raffinata recitazione fatta di fraseggi cesellati ed espressività, sarà accompagnata dal Maestro Gianluca Marcianò per la Fondazione Lerici Cultura Ets in collaborazione con la quale Domus Artium organizza quella stessa sera un Gàla.

Il 14 marzo il talento prodigioso di Pinchas Zukerman e del suo trio trovano massima espressione nello scenario di Palazzo Colonna. Suggestivo in particolare il Trio op. 70, n. 1 di Beethoven, conosciuto come “Trio degli spettri” quando l'atmosfera evocativa del secondo movimento non potrebbe trovare cornice più all'altezza. Si replica con un concerto e una masterclass il giorno seguente a Imola.

Tra le grandi novità di quest'anno occupa un posto di rilievo la nuova collaborazione con la Galleria Borghese in un evento in primavera in via di definizione. Un programma complessivo che vede anche profili di artisti originali come la pianista canadese Hélène Mercier che si esibirà insieme alle star del violino e del violoncello, Renaud Capuçon e Kian Soltani. Con loro anche il primo clarinetto dell'Orchestra di Parigi dal 1981, Pascal Moraguès. Il quartetto si cimenterà nell'esecuzione di un programma dedicato al Quatuor pour la fin du temps, capolavoro mistico di Olivier Messiaen scritto dal compositore durante la prigionia in un campo tedesco nel 1941, uno dei più alti esempi di musica cameristica del XX secolo.

Il 26 maggio infine Midori, la musicista giapponese avvolta in un alone di aura misteriosa, sarà al Casino dell’Aurora di Villa Boncompagni Ludovisi con un recital di musiche per violino solo di Bach. Ad aprire le porte sarà la Principessa Boncompagni Ludovisi che così annuncia l’evento: "Il desiderio di promuovere e patrocinare l'arte e la cultura donando l'uso della Villa per scopi benefici è sempre stato uno dei valori fondamentali della mia famiglia”. Replica ad Imola in masterclass il 27.  La data al Casino dell'Aurora, vero e proprio museo che conserva al suo interno l'unico affresco di Caravaggio, vedrà anche la partecipazione di Vittorio Sgarbi in veste di oratore con un'insolita lettura per similitudini e contrasti tra Caravaggio e Bach.

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