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21 marzo 2023
di Guendalina Dainelli

Diego e Frida. L’amore, un’ossessione

Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón 
Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón 
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Lui, pittore e muralista, quasi erede dell'antica tradizione murale Maya, celebrato come un eroe per il sostegno ai lavoratori messicani dopo secoli di oppressione coloniale. Ma anche vorace seduttore di donne, capace di azioni sadiche e maschiliste. Una fama colossale, proporzionata alla sua mole fisica. Lei, una bellezza severa e misteriosa, talvolta androgina, talvolta delicata, vent’anni più giovane, minuta, la salute fragile. La poliomelite prima, un incidente in autobus nella giovinezza, causa di una lunga degenza, di decine di interventi chirurgici e della scoperta della pittura come atto salvifico per la sua anima sconvolta e tormentata. Una sognatrice capace di produrre dipinti di penetrante introspezione e di magica forza comunicativa.

Una sognatrice capace di produrre dipinti di penetrante introspezione e di magica forza comunicativa

Li chiamavano “l’elefante e la colomba”. Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón venne al mondo il 6 luglio 1907 nel quartiere di Coyoacán, a Città del Messico. Con Diego Rivera, il marito più anziano di 20 anni, è stata protagonista di una delle più travolgenti e travagliate storie d’amore della storia dell’arte. Nell’unica tappa italiana di un tour mondiale, il Centro Culturale Altinate San Gaetano di Padova racconta i due artisti messicani in una grande mostra, dal 14 febbraio al 4 giugno 2023. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, l’esibizione è organizzata dalla Vergel Foundation, MondoMostre e Skira, in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura (INBAL), con la curatela di Daniela Ferretti.


Il nucleo fondamentale delle opere giunge dalla collezione statunitense di Jacques e Natasha Gelman, raffinati collezionisti, che annoveravano opere di Balthus, Chagall, Giacometti, Matisse, Picasso, al giovane Bacon. Con Diego e Frida, da cui si fecero anche ritrarre, il rapporto fu particolarmente intenso e così nella collezione troviamo anche una trentina di dipinti, che a Padova sono proposti insieme a diverse altre opera fotografiche. Frida e Diego, infatti, protagonisti indiscussi del loro tempo, attrassero l’attenzione dei migliori fotografi internazionali dell’epoca, da Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Giséle Freund, Martin Munkacsi, Nickolas Muray, Lucienne Bloch, Edward Weston. Una sezione coloratissima è infine riservata ai costumi messicani, giunti da una terra che a metà del ‘900 ha saputo catalizzare intellettuali, artisti, militanti e avventurieri dal Vecchio Continente, convogliando ideali e valori di uguaglianza ed equità.

Poster, stampe, tazze, strofinacci e magliette. L’immagine di Frida è tra le più familiari nel panorama artistico moderno. Eroina tragica in bilico tra vita bohémien e impegno politico, assurta a regina di Pinterest e Instagram, la sua iconografia appare quanto mai congeniale all’epoca degli influencer e dei social media. Quanto alla complessa e torturata storia d’amore con Diego che la prese in moglie nel suo terzo matrimonio, tanto inchiostro è stato versato, nonostante le sregolatezze di entrambi e i rispettivi tradimenti. Lui per necessità, lei per ripicca. Nell’enigmatico doppio ritratto “Diego in My Mind", l’artista, vestita con un copricapo tradizionale di Tehuantepec, esprime plasticamente l’ossessione per il marito raffigurato sulla fronte. Lo dipingerà ancora, con il volto rigato di lacrime. Lo dipingerà nudo, tenendolo in grembo, come in una natività, in cui lei stessa è figlia dell’universo. Lo dipingerà come un Mosè in culla, nel trionfo di una scena con santi, dività ed eroi.

Ma l’amore è malattia e il mistero sulla relazione si arrichisce proprio in questi giorni con un ultimo colpo di scena creato da un documentario della BbC. Diego Rivera aiutò Frida Kahlo a morire? Come noto, la poliomielite causò la paralisi della sua gamba destra e i danni alla spina dorsale seguiti all’incidente aggravarono la situazione rendendone necessaria l'amputazione. Consapevole che la fine era vicina, Frida cominciò a disegnare nel suo diario immagini di angeli e scheletri. Tenterà anche il suicidio ma un'embolia polmonare se la prese, ufficialmente, a soli 47 anni, il 13 luglio 1954.  Eppure il documentario sussurra l’idea che Diego potrebbe aver assecondato la sua “richiesta” di porre fine a un insopportabile dolore fisico, alla tortura del busto d’acciaio e della sedia a rotelle. Quasi un estremo atto d’amore che però non gli avrebbe impedito di risposarsi una quarta volta, appena un anno dopo.

Rivoluzionaria sostenitrice dell’empowerment della comunità latina, role model per la comunità artistica femminile, emblema di una bellezza che esula dai canoni classici per essere più moderna e inclusiva

Victoria Combalía, storica, editorialista e curatrice spagnola di mostre, nel suo intervento in catalogo, propone ai visitatori un ultimo e più difficile interrogative: “Chi era davvero Frida Kahlo? Perché così tanta gente è affascinata, in ugual misura, dalla sua vita e dalle sue opere?” Rivoluzionaria sostenitrice dell’empowerment della comunità latina, role model per la comunità artistica femminile, emblema di una bellezza che esula dai canoni classici per essere più moderna e inclusiva, tanti messaggi si intrecciano nel suo personaggio insieme a misticismo, simbolismo religioso, a una vena surrealista e abbaglianti colori pieni e primordiali.In un mondo dominato dai selfies, ben 55 dei suoi 143 dipinti sono autoritratti in cui Frida è protagonista con un volto ieratico, ipnotico, interrogativo.  Nel 2021, uno tra questi, “DIEGO Y YO” (Diego ed io) è stato venduto all'asta per quasi 35 milioni di dollari. Forse la risposta all’interrogativo è praticamente impossibile, ma alla magia della sua arte si avvicina uno dei tanti pensieri che ci ha lasciato: “Pensavano che fossi un artista surrealista, ma non lo ero.  Non ho mai dipinto sogni.  Ho dipinto la mia realtà.”

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