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16 maggio 2025
di Lidia Lombardi

Bracciano Art Week

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Avviene anche un piccolo, effimero miracolo durante Bracciano Art Week, che fino a domenica dissemina nella città lacustre vicinissima alla Capitale opere d’arte, ma anche cinema, musica, libri. Il “prodigio” si manifesta sotto la mole “civile” del Castello Odescalchi e quella religiosa della Collegiata di Santo Stefano. In un locale antico, una sorta di grotta, The Astronut, artista digitale, ha realizzato una installazione di elevato valore etico e simbolico, che intende suscitare in quanti la osservano non solo un appello all’impegno ecologico, ma anche una riflessione su quanto il piccolo gesto di ciascuno può contribuire a curare il pianeta.

The Astronut è partito da un dato di cronaca. Nel 1674 gli abitanti di Fiesch, un villaggio del Canton Vallese, in Svizzera, diedero vita a un rito collettivo annuale con il quale chiedevano a Dio di fermare l’avanzata minacciosa del ghiacciaio che sovrasta  il centro abitato. Ora il cambiamento climatico ha creato la situazione opposta: il ghiacciaio si sta rapidamente sciogliendo. Così nel 2019 la comunità locale ha chiesto al Vaticano di cambiare il rito, introducendo una nuova preghiera, dedicata alla protezione del gigante di ghiaccio.

 

 

L’installazione immersiva sonora ce lo mostra quasi illeggibile nel suo colore livido e rossastro. L’audio spazializzato nelle quaranta lingue più diffuse nel mondo amplifica la penetrazione di una preghiera globale. Di fronte al ghiaccio morente chi pronunci il mantra “Il ghiacciaio è ghiaccio. Il ghiaccio è acqua. L’acqua è vita” vede l’immagine della montagna malata rivitalizzarsi: riprende il colore candido, gole, pareti, picchi tornano leggibili.

Spiega l’autore: “Partendo da foto e dati scientifici, ha scelto di sottolineare un concetto emergente: il ghiacciaio come olobionte, ovvero un organismo vivente complesso formato dalla simbiosi di elementi abiotici e biotici in una rete vitale di interconnessioni. Questo approccio sottolinea come anche noi, esseri umani, siamo parte integrante della natura e quanto sia fondamentale la nostra opera e l’interconnessione con l’ambiente. Attraverso l’intelligenza artificiale, i dati scientifici relativi allo scioglimento del ghiacciaio sono trasformati in interazione visiva. Ogni intervento vocale del visitatori rallenta visivamente il degrado del ghiacciaio, guarendolo per qualche secondo”.
The Astronut è il nome d’arte di Massimiliano Ionta, musicista, produttore, autore del sonoro nelle installazioni archeologiche permanenti nei Fori raccontati da Piero Angela e Paco Lanciano.

 


E Ionta è direttore per la sezione arti digitali del Bracciano Art Week. Lo affianca nella direzione artistica Maria Ludmilla Pustka,  restauratrice capo della sezione pittura ai Musei Vaticani, approdata a Bracciano dopo aver concluso il restauro della Cappella Paolina affrescata da Michelangelo. A Bracciano è approdata negli anni del Covid, trovando una comunità solidale e uno scenario monumentale e naturale suggestivo. Qui ha deciso di vivere, qui ha dato vita a questa prima kermesse che si intitola “Contemporary Bloom”. Una “fioritura” che è sbocciata in tutto il centro storico, a partire dalla armoniosa piazza del Palazzo Comunale, snodandosi nelle chiese, nei chiostri, fino alle mura rinascimentali e all’ineguagliabile Belvedere che lascia la vista spaziare sul lago. 
Partecipano artisti italiani e internazionali presentando opere site-specific integrate nel tessuto urbano. Ecco proprio nella piazza del Comune il coccodrillo rosso in ceramica smaltata di Piero Simonelli, che espone anche un leone giallo e una leonessa verde “sraiati” sulla scalinata della Collegiata di Santo Stefano: il corpo si scompone in segmenti, rivelando la tensione emotiva tra forma e colore ed esplorando mito e natura.

 


Nel chiostro del Convento agostiniano di Santa Maria Novella Rossana Borzelli ha sistemato le sue Sagome Interne, in lamina di ferro, che rimandano i volti di donne del Novecento dimenticate eppur famose, come Vanessa Bell, Margaret Cameron, Lee Mller, Anna Achmatova. Salendo le scale, le pareti sfaldate dell’edificio sovrastano frammenti intonacati come caduti a terra, in “Pink Pontormo” di Chiara Anaclio, ispirata dalla pittura manierista e dall’odierno caos.
B.Zarro parla con i fiori. Nella chiesa di Santa Maria Novella circonda, quasi sequestra,  l’immagine della Madonna con vasi di rose dalla effimera bellezza ed è “Blooming Virgin”, dialogo tra spiritualità religiosa e Natura. Sul Belvedere del Bastione della Sentinella, ha invece sistemato “Turista per…casa”, un manichino di donna degli anni Sessanta- l’epoca del boom e della rinascita, anche per l’antica Bracciano – che fissa il lago tra ammirazione e attesa, mentre panchine con cesti di fiori invitano chi passa a sedersi e ha prendere una corolla-speranza.
Espongono anche nomi internazionali. Da Teheran Homa Ghari. Accanto all’altare di Santa Maria Novella la sua giovane donna di “Eco dell’essere”: indossa l’abito tradizionale ma il suo sguardo è intenso per consapevolezza e vitalità, ribadita dall’esplosione di fiori che la circondano. 
Nell’Archivio di Santa Maria Novella la finlandese Nanna Susi declina tre donne che svaporano nei colori pastello, ciascuna con un rosario tra le mani, rapite in sogni, preoccupazioni e una riflessione sul tempo. Peter Flaccus, statunitense, trasfonde fenomeni naturali in composizioni astratte, realizzate con la tecnica dell’encausto.
E poi le altre arti, in rassegne collaterali: Fioritura di visioni, viaggio immersivo attraverso cortometraggi, opere di finzione e documentari; Bracciano Films and Arts, panoramica sul linguaggio visivo contemporaneo; Florilegium Musicae, itinerario sonoro attraverso sette secoli di musica, dal XIV al XXI; Parole in Mostra, rassegna editoriale; Territorio in tesi, nel quale gli studenti della Nuova Accademia di Belle Arti presentano le loro tesi improntate alla riqualificazione del territorio.
Bracciano apre le braccia al pubblico, tutti gli eventi sono a ingresso gratuito, e riflette sulla propria identità coniugandola con il contemporaneo.

 

 

 

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