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2 gennaio 2023
di Rita Lofano

Effetto Wow

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Tornare a Roma, dopo tanti anni all’estero, consente di muoversi in questa meravigliosa (e crudele) città con lo stupore del turista e lo sguardo smaliziato di chi ci ha vissuto, di osservarla “con occhi nuovi”, proustianamente intrecciando memoria e presente, reale e ideale.

Così, quasi per caso, camminando per le vie del centro, sono entrata nella chiesa barocca di Sant’Ignazio di Loyola, tra via del Corso e il Pantheon, e sono rimasta senza parole. La facciata esterna, completamente bianca e con decorazioni essenziali, non lascia presagire quello che si trova (e prova) varcando l’ingresso: uno spettacolo sontuoso di forme e colori, di una bellezza abbagliante, oltre duemila metri quadrati di effetti speciali 3D nel gigantesco affresco sulla volta di Alberto Pozzo, realizzato tra il 1691 e il 1694 per celebrare “La Gloria di Sant’Ignazio”. 

Una simile sensazione di sbalordimento la provai entrando per la prima volta nel Mausoleo di Galla Placida a Ravenna, una piccola costruzione in laterizio, semplice e spoglia fuori, ricca di grandiosi mosaici all’interno. Un’altra epoca, un’altra tecnica, un’altra città, lo stesso magico incanto, “Il fin, la Meraviglia”, come sintetizzava Giambattista Marino, massimo esponente della poesia barocca.

L’opera del Pozzo raffigura Cristo che irradia con la sua calda luce il Santo, circondato da personaggi sacri e angeli. Ai quattro angoli del gigantesco affresco (è lungo quasi quaranta metri), la personificazione dei quattro continenti allora conosciuti: l’Europa come una regina a cavallo che domina il mondo; l’America, una donna indiana con una corona di piume blu e rosse che brandisce una spada; l’Africa, come una principessa di colore con in mano zanne d’elefante e un coccodrillo; l’Asia una donna con le braccia alzate e un cammello. 

Il capolavoro si osserva “da sott’in su” e le figure, dal basso, sembrano davvero sporgersi dalle pareti e librarsi nell’aria. Il vuoto centrale e la spirale di nuvole sembrano sfondare il soffitto. Gli archi e le colonne dipinte si confondono con quelle reali. C’è uno specchio che amplifica l’effetto tridimensionale, da far invidia a un film della Pixar. Con l’offerta di un euro il dipinto si illumina. Quando mi sono affacciata nello specchio mi è sembrato di sprofondarci dentro, mi sono venute le vertigini, come se stessi cadendo “in quel cielo infinito”. 

Spostandosi verso l’altare, ci si trova sotto una grande cupola. Ha il lucernaio, le finestre, è tutta affrescata. Un’altra illusione. Mai realizzata in fase di costruzione, è dipinta su tela, sempre da Andrea Pozzo, è il grande spettacolo dell’arte a Roma. Effetto Wow.

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