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8 ottobre 2022
di Guendalina Dainelli

Un filo con l'Oriente

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Grazie alla Vetrina appositamente creata nel 2015 per sostenere la qualità e l’eccellenza italiana, il made in Italy raggiunge anche il Medio e Estremo Oriente, oltre Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e USA. Un progetto avviato in collaborazione con ICE, Agenzia del Commercio Estero, che oggi ospita oltre 1 milione di prodotti.

"E' un'iniziativa che per noi ha funzionato. Pensi che siamo stati invitati a raccontare il nostro caso anche dall'Ambasciata americana a Washington in occasione del 2 giugno scorso, per la Festa della Repubblica", racconta Leonardo Dondini, responsabile e-commerce.    

Il sito Internet (tutto in inglese) dell’azienda di Prato, appena nove dipendenti, ostenta con orgoglio la sua certificazione 100% Made in Italy e la sua grande vocazione internazionale. ”Compriamo i filati ma tutti i prodotti sono realizzati rigorosamente in Italia, in una zona che ha una importantissima tradizione tessile. Per aderire alla vetrina Made in Italy di Amazon bisogna soddisfare standard rigidi,  la sede legale e gli stabilimenti produttivi devono essere in Italia e i prodotti devono essere conformi alla normativa prevista per i prodotti Made In Italy"

Quando abbiamo aderito eravamo già attivi sull’e-commerce da cinque anni

Insomma, sembra facile ma non lo è affatto. "Quando abbiamo aderito eravamo già attivi sull’e-commerce da cinque anni. E’ stato un rodaggio fondamentale per stare al passo.

Chi decide di usare la vetrina deve dedicare risorse economiche e professionali importanti. Dalla logistica, al riconsegna, alle regole doganali.  Ad esempio,  negli Usa per i prodotti agroalimentari servono le registrazioni FDA (Food and Drug Administration), quelle CITES per gioielli, pelletteria e pellicce (abbigliamento/accessori/calzature), altre ancora per prodotti cosmetici."

"Abbiamo aperto una filiale a Miami che è fondamentale per la logistica e i resi. Tra dazi e costi di spedizione, esportare negli Usa significa vendere il prodotto con un costo aumentato anche del 50%. Eppure gli Usa sono il nostro primo mercato. Soprattutto luoghi come New York, la California, il Texas, le zone più ricche, dove troviamo una clientela più selezionata. Poi vendiamo molto in Germania, l'Italia è terza. Nel Regno Unito, Brexit, difficoltà doganali e svalutazione della sterlina hanno congelato l’andamento, una volta era il più importante mercato".

La qualità e la storia che abbiamo alle spalle ci hanno portato fin qui. Per ora la strategia è quella di consolidare

“La pandemia ha rafforzato la concorrenza ma il processo è inevitabile. Amazon è il più grande market place al mondo, il futuro del commercio non potrà prescindere da queste piattaforme di vendita. Il 70% del nostro fatturato arriva dall’e-commerce, il 60% del quale da Amazon. La qualità e la storia che abbiamo alle spalle ci hanno portato fin qui. Per ora la strategia è quella di consolidare. Certo, non pensiamo alla Cina, sarebbe come vendere ghiaccio agli Eschimesi.

Ogni tanto però guardiamo ai paesi arabi, forse anche in Giappone avremmo un mercato, ma bisogna conoscere bene la realtà, le sottigliezze linguistiche per produrre anche semplicemente una scheda prodotto. Sul nostro sito Internet abbiamo citato Curzio Malaparte: "Tutta la storia d'Italia e d'Europa finisce a Prato: tutta a Prato, in stracci», come scriveva  nel 1956 nel suo saggio "Maledetti Toscani". Ma dal cashmere riciclato ai prodotti più esclusivi, creda che a Prato gli stracci li facciamo bene."

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