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16 febbraio 2023
di Maria Rita Nocchi

Quant’è bella giovinezza

Romina Bassu, "Confessione" Acrilico su tela  
Romina Bassu, "Confessione" Acrilico su tela  
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Largo ai giovani. Nell’arte contemporanea questo sta accadendo. Nonostante la crisi economica e le incertezze che gravano sui nostri tempi, c’è spazio in Italia per sperimentare nuovi linguaggi artistici. "Possiamo dire che anche le realtà non prettamente usuali con questa materia – aziende, hotel di lusso, persino musei di arte antica – si lasciano contaminare sempre di più dal contemporaneo per attrarre una nuova fascia di utenza. Il settore è certamente in grande fermento e si annuncia un 2023 interessante". Valentina Ciarallo, storica dell’arte e curatrice indipendente, conversando con Mag, illustra gli scenari dell’arte contemporanea, anche e soprattutto a Roma, capitale dell'antico. 

"Prendiamo la Capitale, come esempio: la Fiera “Roma Arte e Nuvola” è arrivata quest’anno alla seconda edizione, raccogliendo un grande successo di pubblico. L’”Art District” per eccellenza è lo storico quartiere di San Lorenzo, a due passi dall'università La Sapienza, sempre affollato di giovani: non a caso la prima Soho House italiana ha aperto proprio qui. Il Soho Club (un club privato cui ci si può associare pagando una quota) è un bacino di raccolta di creatività a 360 gradi: nato a novembre del 2021, ha già organizzato tanti eventi di moda, design, arte".

A San Lorenzo, inoltre, "ci sono più di 50 studi di artisti, una serie di gallerie molto interessanti e vivaci, spazi indipendenti che fanno ricerca e promozione. Tra questi si segnala “Ombrelloni” (che prende il nome da una fabbrica dismessa di ombrelloni da mare, di cui è rimasta l'insegna) di Alessandro Calizza, artista autodidatta, ideatore di Sa.L.A.D (San Lorenzo Art District): è una associazione che organizza incontri, vernissage e visite negli studi degli artisti per capire come si stanno muovendo i creativi e quali sono le nuove tendenze".

Sul tema, Valentina Ciarallo non ha dubbi: "Quindici anni fa c’era il boom della fotografia. Oggi è tornata in auge la pittura, anche quella figurativa, e in generale tutti i linguaggi che fanno uso della manualità. Nel mondo dell’arte, come accade ovunque, i tempi corrono velocissimi. Persino l’esplosione degli NFT (non-fungible token), è in flessione. I prezzi che si erano raggiunti due anni fa ora sono diminuiti, quindi il valore di queste opere, che si posseggono solo virtualmente, risulta in calo. I galleristi stanno a guardare che cosa succederà".

Tra gli artisti che si stanno muovendo in tal senso, Matteo Basilè, fotografo, uno dei primi a scoprire le potenzialità dell’arte digitale, considerato tra i più quotati innovatori sin dagli anni Novanta, sta sperimentando frontiere avanzatissime, rendendo materiale l’immateriale. "Basilè ha realizzato un nuovo progetto di opere NFT sulla piattaforma Artitude.Ai, e alcune le ha “costruite” anche materialmente. Così chi compra un oggetto virtuale può goderselo non solo al computer, ma sedendo in salotto", spiega la storica dell’arte. Un modo per rivitalizzare questo mercato? Si vedrà.

Collegato agli NFT c’è poi il filone del metaverso, al quale da vari anni sta lavorando l’artista internazionale e multimediale Miltos Manetas, con i suoi #floating studios, dove riproduce pittoricamente le immagini create da una intelligenza artificiale. Come anche Leonardo Petrucci, toscano, classe 1986, artista appassionato di Geometria Sacra, Cabala ed Alchimia, che sta sperimentando nuove forme con l’intelligenza artificiale, ed è rappresentato dalla gallerista Gilda Lavia di Roma, imprenditrice  giovane e molto dinamica.

Lungo è l’elenco dei talenti emergenti nel settore della pittura, il più apprezzato dal pubblico. Si tratta di artisti giovani, ma che già hanno scelto di dedicarsi a questo mestiere, frequentato le Accademie di Belle Arti e le residenze all’estero.

 

"Possiamo citarne solo qualcuno, ovviamente", sorride Valentina Cia­rallo. "Partiamo da Pietro Moretti, 26enne romano, figlio del regista Nanni. Ha studiato arte in Inghilterra, da poco è ritornato a vivere in Italia. Pittore e acquarellista, pochi mesi fa un suo dipinto è entrato a far parte della prestigiosa collezione del Museo Castello di Rivoli di Torino. Molto interessante Edoardo Piermattei, 31enne di origini marchigiane, che vive e lavora a Torino: lui rielabora l’antica tecnica dell’affresco, utilizzando il cemento pigmentato. Tra i suoi lavori la decorazione di un appartamento all’interno del seicentesco Palazzo Pannitteri, a Sambuca di Sicilia, che ora è possibile affittare su Airbnb".

Volendo restare in Sicilia, è il caso di ricordare Diego Miguel Mirabella (nato a Enna 35 anni fa), vincitore di vari premi, rappresentato dallo studio Sales di Norberto Ruggeri di Roma. Anche lui è appassionato di una tecnica antica, quella ornamentale del mosaico marocchino. "Fa lavori poetici inserendo parole e li affida ad artigiani marocchini per la realizzazione, rivalutando in questo la tradizione del Paese".

Tra le artiste donne ce ne sono tante da tenere d’occhio: da Pamela Diamante, classe 1985, che recentemente ha esposto alla Fondazione Arnaldo Pomodoro e ha realizzato un’opera site specific per il nuovo Building D del business district Symbiosis a Milano del gruppo Covivio, a Irene Fenara, del 1990, che utilizza la tecnologia per cambiare la percezione della realtà.

"Giovane e brava è anche l’italo-bosniaca Adelisa Selinbasic, classe 1996: non si definisce una femminista – osserva Ciarallo – ma lavora sul corpo femminile, senza nasconderne i difetti, anzi esaltandoli. Le sue modelle, spesso scelte tra le amiche, somigliano alle bagnanti di Auguste Renoir. Hanno cosce robuste, che lei dipinge con tonalità pastello bellissime. Già consolidata Romina Bassu, 40 anni, romana,  che lavora “rivisitando” gli stereotipi femminili proposti dalle riviste degli anni Cinquanta: la casalinga perfetta, la “pin-up” sempre sorridente. Le sue opere sono già presenti in grandi collezioni. Ci sono poi artisti che amano sconfinare in altri campi, come la musica e la moda, vedi Pietro Ruffo, 45enne romano, che ha realizzato la cover de “Il disco del Sole”, il quindicesimo album in studio del cantautore italiano Lorenzo Jovanotti". 

Pietro Ruffo, tra l'altro, insieme a Romina Bassu e a Diego Miguel Mirabella, è tra i 49 artisti che hanno partecipato al progetto “Carta Bianca. Una nuova storia”, curato da Valentina Ciarallo per la celebre rivista Vogue Italia. Era l’aprile del 2020, iniziava l’incubo della pandemia, e la cover del giornale uscì bianca, senza immagini. "Ho pensato che il mondo si fosse fermato. Ho chiesto agli artisti di reinterpretare la copertina, ognuno a modo suo. Un patrimonio di creatività immenso. Sto lavorando ad un catalogo per non disperderlo".

Anche Valentina Ciarallo, come Roberto Casamonti, vede il futuro dell’arte contemporanea con le lenti rosa. "Le grandi Fiere internazionali stanno andando bene in termini di vendite. I grandi musei romani – il Macro, il Maxxi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna – hanno un’ottima programmazione per il 2023. Perfino i musei scientifici dell’Eur – denominati Museo delle Civiltà – dotati di un patrimonio inestimabile ma poco conosciuti, si stanno “svecchiando”, grazie ai nuovi allestimenti e linguaggi performativi del nuovo direttore Andrea Viliani, che ha un background contemporaneo, avendo ricoperto l’incarico di direttore generale e artistico della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee/Madre di Napoli".

Resta il fatto che per acquistare opere, contemporanee o meno, bisogna avere una certa disponibilità economica. "Con l’avvento delle nuove piattaforme social il mercato è diventato libero, con un’offerta per tutti i gusti e per tutte le tasche. Bisogna fare attenzione a che cosa comprare. Ecco perché ci sarebbe molto lavoro da fare per creare uno zoccolo di futuri nuovi collezionisti. I “vecchi” collezionisti avevano il tempo per documentarsi sull’arte, spesso erano più esperti degli stessi galleristi. Oggi i giovani professionisti questo tempo non ce l’hanno, e vanno guidati nella conoscenza e nell’acquisto". Un'arte giovane, insomma, che guarda a un pubblico giovane: anche oggi, come scriveva Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo. Speriamolo.

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