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6 agosto 2022
di Maria Rita Nocchi

R'Accolte di bellezza

 De Chirico - Le Muse inquietanti 
 De Chirico - Le Muse inquietanti 
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Mettetevi comodi in poltrona, accendete il pc, aprite il sito R’accolte. Vi si spalancherà in pochi secondi la porta di uno dei più grandi musei del mondo. Un museo virtuale, che rende accessibile a tutti lo straordinario patrimonio delle collezioni d’arte delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio: 14mila opere, tra dipinti, disegni, sculture e ceramiche, dall’antichità ai nostri giorni, appartenenti a 76 collezioni di 58 città.     

“Le opere presenti sono veramente tante”, conferma la curatrice di R'accolte, la storica dell’arte Elisabetta Boccia.

“Si va da capolavori assoluti - Guercino, Canova, De Chirico, Chagall, Boccioni, Carrà, Burri, Berengo Gardin, Pistoletto - a opere di minor pregio, di valore più locale, ma sempre molto importanti perché espressione di un determinato territorio, della sua cultura e delle sue tradizioni. Questo immenso patrimonio però è davvero poco conosciuto. La maggior parte dei cittadini non sa quanto eterogenee e ricche siano le collezioni d'arte delle fondazioni".

 Anche le città di piccole dimensioni possono vantare opere di gran pregio. È il caso di Cento, in provincia di Ferrara, che in onore del suo cittadino più celebre, il pittore Gian Francesco Barbieri, detto "Il Guercino", ne possiede due preziosi dipinti, "La Sibilla" e la "Santa Maria Maddalena", oltre a numerose acqueforti, xilografie e bulini. O di Ortona, in Abruzzo, che ha concentrato la sua collezione su opere del divisionismo ed esibisce orgogliosamente due tele di un Giacomo Balla prefuturista e figurativo: il ritratto di Onorato Caetani e uno splendido paesaggio.

Nel caso delle Fondazioni la passione per il collezionismo, un tratto squisitamente italiano da secoli, si sposa con il mecenatismo e con il desiderio di preservare il patrimonio artistico e di renderlo accessibile alla comunità. 

"Possedere una opera d'arte, catalogarla, significa anche salvaguardarla - osserva la storica dell'arte - Ci si affida alla sensibilità degli amministratori delle Fondazioni, i quali, opportunamente consigliati dagli storici dell'arte, possono scegliere di comprare alcuni beni prima che vadano sul mercato. Oppure decidere di acquistarli per non farli allontanare dal territorio a cui sono legati". Vi sono opere, insomma, che appartengono profondamente a un luogo, che ne raccontano lo spirito e le tradizioni, ed è bene che lì rimangano. 

Perciò sfogliare "R'accolte" può far piacere anche a chi non è un appassionato di arte. "Il sito si rivolge certamente agli studiosi e agli specialisti, ma non solo a loro - continua Boccia - si propone infatti di stimolare la curiosità anche del cittadino comune, di indurlo a chiedersi che cosa c'è intorno a lui. Io sono contenta quando ricevo dei riscontri positivi in questo senso. Recentemente un visitatore del sito mi ha raccontato di avere trovato un quadro dipinto da suo nonno inserito nella collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno. Per lui è stata una vera sorpresa...".   

R’accolte è nato dieci anni fa, all'inizio era soltanto un progetto sperimentale dell'Emilia Romagna - la regione con il maggior numero di Fondazioni - poi si è diffuso a livello nazionale. Oggi il sito è stato oggetto di un accurato restyling per garantire l’accessibilità dell’intero patrimonio artistico a un pubblico vasto, e per assicurare agli studiosi e agli specialisti una navigazione innovativa nell’immenso catalogo, organizzato secondo i più aggiornati criteri internazionali. Il sito presenta contenuti di approfondimento, schede analitiche, focus, video interviste, curiosità e notizie, insieme alla programmazione, sempre aggiornata, delle iniziative artistiche delle Fondazioni in tutta Italia.

"Abbiamo lavorato sempre in piena collaborazione con i referenti delle Fondazioni che sono stati ben felici di fare conoscere il loro patrimonio", sottolinea Boccia. "Ci ha unito la consapevolezza di compiere insieme delle azioni finalizzate alla tutela e alla salvaguardia". 

Impossibile raccontare tutte le collezioni, dato il loro numero e la loro ricchezza. Solo qualche annotazione: la Cassa di Risparmio di Bologna è tra quelle con il numero maggiore di pezzi, ne ha ben 507. Il fiore all'occhiello è il gesso modellato di Santa Maria Maddalena penitente, realizzato da Antonio Canova tra il 1806 e il 1813. Ci sono poi altri nomi eccellenti della storia dell'arte, ad esempio i fratelli Annibale e Agostino Carracci, Guido Reni, Lavinia Fontana, prima donna a dipingere una pala d'altare, fino ad arrivare ai maestri del Novecento, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Carla Accardi. Una collezione con più anime, che oggi è felicemente collocata in alcuni prestigiosi palazzi del centro storico bolognese, restaurati dalla Fondazione e resi accessibili al pubblico.

Spulciando qua e là nel catalogo si può scoprire che la fondazione Cassa di Risparmio di Torino è proprietaria della "Venere degli stracci", l'opera più iconica di Michelangelo Pistoletto, gemma di quell'arte cosiddetta Povera che è stata il primo acquisto della Fondazione, nata nel 2000 con il preciso obiettivo di arricchire le collezioni permanenti della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e del Castello di Rivoli. 

È incentrata sull'arte medioevale, invece, la collezione della Fondazione Cassa Risparmio di Rimini. Volendo citare una sola opera, l'esperta ci suggerisce le 'Storie della passione di Cristo' di Giovanni Baronzio del 1330, "una tavola con fondo oro, molto bella". Dal Medioevo, con un gran salto culturale, passiamo al Giappone: la Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna ha una raccolta di pregevoli stampe giapponesi del diciannovesimo secolo.     

 Nell'Italia centrale, precisamente a Perugia, spicca un'altra collezione di grandissimo valore: oltre 200 dipinti che spaziano dal Medioevo al Novecento, con artisti autorevoli come Perugino, Pinturicchio, Matteo da Gualdo, Signorelli, Cerrini e Dottori, e una preziosa raccolta di maioliche Rinascimentali che si può ammirare negli spazi espositivi di Palazzo Baldeschi. A ciò si aggiunge il lascito di Alessandro Marabottini, appassionato collezionista e docente di storia dell'arte, scomparso nel 2012. "Una collezione eclettica di circa 700 opere tra dipinti, incisioni, miniature, dal sedicesimo al ventesimo secolo: il lavoro di catalogazione è già partito e a breve sarà visibile online".   

Una chicca la offre la Carima, Cassa di Risparmio di Macerata: oltre trecento opere tra pittura e scultura italiana del XX secolo. Nelle sale di Palazzo Ricci, già edificio di rappresentanza della Carima e oggi museo, si sviluppa un percorso che parte dalla scultura di Medardo Rosso, figura di congiunzione tra Ottocento e Novecento, e passa per i grandi nomi del primo e secondo Futurismo:  Boccioni, Severini, Balla ma anche Soffici, Depero, Prampolini e Pannaggi, De Chirico. Poi la “Scuola Romana” con artisti della levatura di Scipione, Mafai e Raphaël. E ancora, l’universo informale di Burri e Fontana, la Pop Art con Schifano, Festa, Ceroli. La raccolta si conclude con i grandi protagonisti del dopoguerra: Cascella, Mannucci, i fratelli Pomodoro, Messina, Manzù. 

La Fondazione di Sicilia ha il suo fiore all'occhiello nella collezione archeologica: oltre 4.700 reperti, provenienti da scavi archeologici, condotti principalmente a Selinunte, Solunto, Terravecchia di Cuti, Himera, ma anche da acquisti effettuati nei decenni passati "da uomini illuminati", grazie ai quali si è conservato in Sicilia materiale archeologico di notevolissimo interesse, che altrimenti sarebbe andato disperso. 

 Attualmente il sito si presenta articolato per aree tematiche - Il ritratto, La donna, Il paesaggio dell'800, Il mito: "Abbiamo scelto 15-20 opere per ciascuno di questi temi, come se volessimo creare dei 'fil rouge' tra i beni delle varie Fondazioni", conclude Boccia. R'accolte, però, non è un sito statico. "Mi piace pensarlo come un programma in continua evoluzione, grazie alle nuove acquisizioni, agli approfondimenti, agli aggiornamenti, ai laboratori di studio e di ricerca storico-artistica". Saranno prossime, inoltre, alcune mostre virtuali curate da storici dell'arte. Insomma un sito da non perdere di vista. E allora, buona navigazione a tutti. 

L'arte delle Fondazioni esca dalle torri d'avorio

Le Fondazioni di origine bancaria sono proprietarie di tante opere d’arte, forse poco conosciute dal grande pubblico. Oltre a R’accolte, quali iniziative si possono adottare per rendere più fruibile questo patrimonio? 

"Le Fondazioni di origine bancaria hanno “ereditato” dalle Casse di Risparmio il loro patrimonio d’arte e hanno continuato a implementarlo. Nei trent’anni dalla loro nascita le Fondazioni hanno messo in campo tantissime iniziative con l’obiettivo di favorire l’accesso ai beni culturali al maggior numero possibile di persone. Nella convinzione che il godimento dell’arte e della cultura non debba essere un privilegio di pochi, ma un diritto di tutti, le Fondazioni promuovono l’organizzazione di mostre e rassegne, nonché percorsi di avvicinamento, per bambini e adulti, all’arte, al teatro e alla musica. Inoltre, contribuiscono alla trasformazione delle biblioteche da semplici depositi di libri a luoghi per incontrarsi, studiare, giocare, vedere film, aprendo le porte a nuovi pubblici". 

Il presidente del Consiglio Mario Draghi recentemente ha scherzato sul fatto che i banchieri non ‘usano’ mai il cuore. Lei ritiene che iniziative come R’accolte, possano contribuire ad accrescere la conoscenza del mecenatismo delle Fondazioni di origine bancaria?

"Quello che le Fondazioni di origine bancaria stanno mettendo in campo in questi anni si configura come una nuova forma di mecenatismo, il cui obiettivo finale è la crescita e l’empowerment delle comunità. L’obiettivo è certamente concorrere, in maniera sussidiaria insieme al Pubblico, alla cura e alla manutenzione del patrimonio storico-artistico del nostro Paese, ma senza dimenticare di coinvolgere i cittadini nella “riappropriazione” di questi beni, che sono parte essenziale della nostra identità. Soprattutto in momenti di grande incertezza, come quello che stiamo vivendo, la bellezza può aiutarci a scoprirci parte di un destino comune. Garantire a tutti l’accesso e la comprensione profonda della straordinaria ricchezza del nostro patrimonio, facendola uscire dalle “torri d’avorio” in cui spesso è confinata, è una priorità per le Fondazioni. E R’accolte è una testimonianza cristallina di questo nostro modo di intendere la bellezza".

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