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“C'è ancora domani” 

Il film ha colpito nel profondo il pubblico italiano, come nessuno pensava potesse accadere. È ambientato nel secondo dopoguerra, un momento storico in cui l’uomo in casa era padre-padrone, a cui tutto era concesso in virtù della sua mascolinità. Un’eredità che non siamo ancora riusciti ad eliminare del tutto, stando ai fatti di cronaca che riguardano i femminicidi.

Un film che parla del passato ma risuona come attuale, capace di porre domande e farci riflettere su ciò che nelle nostre case è avvenuto per decenni un po’ ovunque.

Se riavvolgiamo il nastro della nostra famiglia e proviamo ad andare indietro nel tempo, scopriamo che bene o male la condizione di Delia era sostanzialmente normale. Una pellicola che mette in luce i problemi di oggi parlando di ieri, capace di scuotere le coscienze.

Si chiude con una speranza di libertà, le donne al voto per la prima volta. Perché, ricordiamocelo sempre, il voto è sempre l’espressione più alta della nostra libertà. Siamo noi che possiamo decidere per noi stesse, non un uomo per noi.

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