“Entro il 2045 forse ne sapremo di più sulle origini dell’universo e la Sardegna potrebbe essere il luogo più adatto in cui compiere questo tipo di ricerche, con un nuovo sofisticatissimo Interferometro laser” dice il professore Fernando Ferroni arrivato a Singapore a presentare il progetto del Telescopio di Einstein. Ex Presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Professore Emerito del Gran Sasso Science Institute GSSI, oggi è Co-Direttore di Progetto dell'Einstein Telescope Organization, che ha l’ambizione di intercettare le onde gravitazionali prodotte eventi cosmici estremi, come la collisione di buchi neri o di stelle di neutroni.
Di fronte a una vasta platea dell’Istituto di Studi Avanzati e Scuola di Scienze Fisiche e Matematiche (Nanyang Technological University Singapore), Ferroni ha ricordato i dubbi dello stesso Einstein, nel 1918, rispetto alla grandiosità delle proprie scoperte. Da allora sono stati compiuti passi che possono apparire piccoli ma che invece sono rivoluzionari nell’astrofisica. Le onde gravitazionali da lui postulate furono poi rilevate per la prima volta circa un secolo dopo, nel 2015, dall’Interferometro americano Ligo, a cui si è affiancato Virgo, a Cascina, in provincia di Pisa (un progetto che è anche francese, ospitato dall'Osservatorio gravitazionale europeo EGO). Si tratta di giganteschi osservatori, con bracci anche di 4 chilometri, capaci di tornare agli albori dell’universo.
Se l’Italia, in Sardegna, riuscirà ad aggiudicarsi il nuovo progetto, potrà consolidare la posizione in un settore di ricerca particolarmente pionieristico con importanti ricadute sul territorio. “I progetti candidati sono tre, oltre a quello sardo, c'è l’Interferometro di Olanda e Belgio, ubicato a cavallo dei due paesi, e quello della Germania. In Italia, lo Stato è pronto a iniettare quasi un miliardo e 350 milioni arriverebbero dalla Regione Sardegna. Entro il 2026 si deciderà la sede in via definitiva, c'è un board di rappresentanti governativi incaricati, ma come fisico sperimentale riconosco che l’Italia offre le condizioni migliori” dice Ferroni.
Sarà a circa di 100 metri di profondità, schermato dal rumore antropico che viene dalla superficie. La Sardegna è inoltre una zona scarsamente sismica, quasi unica in Europa, ha le carte in regola per aggiudicarselo. Se accadrà, ci vorrà ancora tanta pazienza: ci vorranno non meno di sette anni solo per le escavazioni
Le onde gravitazionali non si vedono né si ascoltano ma hanno bisogno di assoluto silenzio sismico per essere percepite. “L’interferometro sarebbe posizionato in Barbagia, in provincia di Nuoro, una zona a scarsissima urbanizzazione. Sarà a circa di 100 metri di profondità, schermato dal rumore antropico che viene dalla superficie. La Sardegna è inoltre una zona scarsamente sismica, quasi unica in Europa, ha le carte in regola per aggiudicarselo. Se accadrà, ci vorrà ancora tanta pazienza: ci vorranno non meno di sette anni solo per le escavazioni.”
Intanto il progetto ha riscontrato interesse a Singapore. “Ogni collaborazione tecnica è quanto mai benvenuta, progetti di questa portata hanno sempre una matrice internazionale” ha commentato Ferroni. L’incontro rientra infatti nella diplomazia della Scienza (Science Diplomacy) avviata con L’Accordo in Scienza e Tecnologia firmato a Roma il 23 Maggio 2016 e reso operativo dal Programma Esecutivo firmato bilateralmente il 4 Maggio 2023.
L’Ambasciatore italiano Dante Brandi e l’Attaché scientifico Nicola Bianchi, che hanno promosso l’incontro, hanno ricordato la lista comune e condivisa di 10 progetti bilaterali in sette aree strategiche: food-tech, intelligenza artificiale, medicina e salute, fotonica, tecnologia quantistica, robotica e idrogeno. Brandi ha sottolineato che il seminario "si svolge anche in un anno particolarmente significativo, in cui celebriamo il 60° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Singapore. Dal riconoscimento di Singapore nel 1965, l'Italia si è impegnata a costruire un partenariato fondato su fiducia, innovazione e valori condivisi.”
Brandi ha ricordato che “il progetto Einstein Telescope rappresenta uno sforzo collettivo che coinvolge il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero dell'Università e della Ricerca, la Regione Sardegna, Università e quasi tutti i principali istituti di ricerca italiani, in particolare l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).” Significative anche le stime del suo più ampio impatto economico e sociale: “Uno studio commissionato dalla Presidenza italiana del G7 ha rilevato che 32 importanti infrastrutture di ricerca costruite nei Paesi del G7 tra il 1987 e il 2023 hanno generato circa 1.400 miliardi di euro di impatto economico, quasi tre volte il loro investimento totale."