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20 novembre 2022,
di Annalisa Cretella

La sedia fantasma

Sotto lo sguardo attento di Puccini, Mascagni, Giordano e Toscanini, i cui busti decorano il prezioso salone del Ridotto dei palchi del Teatro alla Scala di Milano, la scena era tutta per lei: la Louis Ghost. La sedia trasparente, simbolo di una rivoluzione di stile, di design e di innovazione tecnologica firmata dall’architetto e designer francese Philippe Starck per Kartell, che ha festeggiato i suoi primi 20 anni con un evento speciale e inusuale al Piermarini, tra musica, balletto a due e video. Ve lo raccontiamo: tra i trecento fortunati invitati c’era anche Mag.

Sui leggii, al posto degli spartiti, alcune delle foto che ritraggono momenti memorabili in cui la ‘sedia’, che ha collezionato successi, presenze in musei e mostre, citazioni, partecipazioni a produzioni cinematografiche e teatrali, ha 'accolto' i potenti della Terra, da Papa Benedetto XVI alla Regina Elisabetta. Negli anni è stata dipinta, scolpita, miniaturizzata, interpretata da artisti, stilisti e designer di tutto il mondo subendo svariate contaminazioni e mutazioni. Ed ecco, in sala, l’esemplare ideato da Bob Wilson che l'ha scolpita di parole, quello di Antonio Marras che le ha messo le ali.

Piero Lissoni l'ha illuminata al neon, Philippe Starck l'ha trasformata nella piantina della città di Milano, l'artista Nuku l'ha "tatuata" con il tipico tratto Maori, mentre Christian Lacroix l’ha vestita di seta e voile etereo. E poi tante altre versioni, come le ‘sedie’ in edizione limitata realizzate per aste benefiche, come quella per Barbie, il cui ricavato è andato a Save the children. A ironizzare sull’interesse per questa ‘sedia’ è proprio il suo creatore, Philippe Starck, che durante la serata si è detto sorpreso da tanta attenzione da parte di “gente elegante e intelligente” per quella che alla fine è una semplice sedia.

Negli anni è stata dipinta, scolpita, miniaturizzata, interpretata da artisti, stilisti e designer di tutto il mondo subendo svariate contaminazioni e mutazioni

Battute a parte, la Louis Ghost proprio semplice non è. Nel 2003, quando nacque, “fu realizzata con un materiale completamente nuovo – ci ha raccontato il presidente di Kartell, Claudio Luti -. Abbiamo usato il policarbonato resistente, con cui facevano gli scudi della polizia americana, lavorando però sulla trasparenza. L’abbiamo reso più puro e siamo riusciti poi a iniettarlo e fare una sedia”. Oggi sempre più green: con un “policarbonato 2.0 brevettato dall’azienda”.

Questa sedia, ha aggiunto “ha fatto un po’ la nostra storia. In giro per il mondo la Kartell era il connubio della trasparenza dovuto alla Louis Ghost. Da allora, la trasparenza è Kartell e la Kartell è trasparenza”. Per Starck è una sorta di spettro, come quel sovrano Luigi XV, invisibile e discreto a cui deve il nome. "La più alta tecnologia e il minimo di materiale ma sostenibile. Louis Ghost è il design democratico 2.0" ha spiegato. Insomma, non c’è dubbio che questo prodotto sia “uno spartiacque, con cui è stato fatto un balzo in avanti”, ha sottolineato il direttore del Museo del Design italiano, Marco Sammicheli, che definisce Starck un “chirurgo estetico, un abile croupier che mescola le carte della tradizione”.

Lui, l’archistar in gran forma, ha spiegato che il suo obiettivo di allora era fare “un’allegoria e una metafora sulla smaterializzazione e l’invisibilità” con un “design interessante proprio perché longevo”. Come dargli torto. E’ proprio il caso di dire ’20 anni e non sentirli’, “questo prodotto è ancora giovane – ha detto Luti - , ha un tale successo di vendita che per soddisfare le richieste abbiamo dovuto fare due stampi: e considerando che ne sono stati prodotti oltre 3 milioni di esemplari, si può ritenere la sedia più venduta al mondo”. Dunque, andava festeggiata come si deve.

Non c’è dubbio che questo prodotto sia “uno spartiacque, con cui è stato fatto un balzo in avanti”, ha sottolineato il direttore del Museo del Design italiano, Marco Sammicheli

Al Ridotto Toscanini, una gallery di immagini e videocontributi alla Louis Ghost hanno fatto da cornice alla performance dei due ballerini solisti scaligeri, Maria Celeste Losa e Gabriele Corrado, che si sono esibiti volteggiando leggeri intorno alle sedie fantasma, in un passo a due creato appositamente dal coreografo Patrick de Bana e ispirato al suo balletto Marie Antoniette. Dopo la danza è stato proiettato il corto “Louis Ghost on stage”, della regista Aksinja Bellone. E per finire il monologo "Io sono Louis Ghost" in cui la sedia parla di sé stessa grazie alla voce dell'attrice Matilde Gioli su testo scritto da Lidia Labianca.

“Sono una sedia e ho 20 anni” inizia il monologo, “sono stata in così tanti posti e incontrato così tante persone che se mi venisse voglia di scrivere la mia biografia potrei riempire volumi: dalla Muraglia cinese alla scogliera di Cape Town, da Londra a Parigi, da Rio de Janeiro a Tokyo, dalla Grecia a Venezia”, “posso dire di stare bene proprio dappertutto”. “In questi 20 anni anche io ho maturato una coscienza green e oggi, grazie genitori miei, sono realizzata per la maggior parte con materiali di scarto della cellulosa completamente riciclabili, rispettosa dell’ambiente e del pianeta”. E ci saluta così: “sono unica ma ripetibile, posso stare da sola ma adoro la compagnia, sono trasparente ma non disdegno di essere guardata”. 

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