La Fondazione Giorgio Cini torna a festeggiare i 300 anni dalla nascita di Casanova e dopo la prima mostra, inaugurata il 26 settembre dedicata al mondo culturale e artistico della Venezia del primo Settecento, il periodo in cui il celebre viaggiatore e diplomatico vi fu basato, presenta una seconda rassegna dal titolo “Casanova e l’Europa. Opera in più atti”. Allestito nella Sala Carnelutti e nel Piccolo Teatro dell’Isola di San Giorgio Maggiore, realizzato con la collaborazione della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e con la partecipazione di tutti gli Istituti e i Centri Studi della Fondazione Giorgio Cini, questo progetto fino al 2 marzo 2026 vuole essere un’esplorazione, in cui i sensi restano all’erta fino a sciogliersi in una scoperta di dettagli, meccanismi, mappe, documenti e visioni.
All’ingresso viene infatti consegnata ai visitatori una lanterna: il primo indizio che questo secondo capitolo espositivo dedicato a Casanova non è una mostra canonica piuttosto una sorprendente macchina scenica, che si dipana lungo le sale. Un racconto che ha l’Europa come prospettiva e Venezia come punto di vista, entrambe vissute da Casanova nella ricerca di valori comuni a culture diverse. Il viaggio inizia tra le calli di una Venezia notturna e termina in un teatro di teatri: è l’Europa di Casanova, che lui percorre in centinaia di viaggi, da Costantinopoli a Parigi, da Varsavia a Vienna, da Londra a Napoli.
Osservando i suoi spostamenti, visualizzati su una mappa, si comprende come l’Europa di Casanova sia una matassa di relazioni, un flusso che si aggroviglia di città in città. In questa Opera in più atti si diventa Casanova, si attraversano sale specchiate o virate in velluti rossi, una wunderkammer di oggetti, quadrerie e misteri, la vertigine dal tetto dei Piombi e i teatrini di marionette che portavano il teatro nei salotti. Di sala in sala sono dieci le porte che i visitatori si trovano di fronte, perché – come nella vita di Casanova – l’Europa è stata porta girevole di soste, scoperte e ripartenze. Le porte scandiscono gli atti dell’Opera messa in scena. L’immagine della porta ritorna spesso anche nelle Memorie dello stesso Casanova, che definisce lo spazio europeo "un appartamento con molte porte» e il mondo massonico, che lui frequentava, «porta d'accesso all'invisibile potenza".