Roma è stata per cinque giorni la capitale mondiale dell'Alta Moda. Con Il Trionfo della Bellezza, Dolce & Gabbana hanno portato nella Città Eterna un progetto che fonde moda, arte, storia e spiritualità, in una narrazione immersiva che attraversa i luoghi più simbolici della Capitale. L'evento è stato presentato in conferenza stampa all'Hotel de Russie, alla presenza di Domenico Dolce, dell'amministratore delegato Fedele Usai e dell'assessore Alessandro Onorato. Per Domenico Dolce, Roma non è solo uno sfondo, ma una sfida e una dichiarazione d'amore: "Roma non è una città, è un luogo sacro, mistico. L'impero romano, come tutti sappiamo, ha colonizzato il mondo intero, tutto il Mediterraneo, e ha portato la bellezza ovunque. Roma è tanta roba, forse per chi ci vive non se ne accorge, ma è pesante, leggera e contraddittoria", ha detto lo stilista.
"Affrontare Roma per noi è stato un esame difficile", ha ammesso. "Ogni volta ne parlavamo, ma il treno andava altrove. Roma era troppo impegnativa. Poi grazie a Fedele Usai e ad Alessandro Onorato ci siamo convinti. Era il momento giusto per cominciare questo percorso."
Il programma è partito da via Veneto con un omaggio a Fellini e alla Dolce Vita, poi domenica a Villa Adriana per l'alta gioielleria, poi s è passati ai Fori Imperiali per l'alta moda donna, a Ponte Sant'Angelo per l'alta sartoria uomo, e si è concluso a Cinecittà con una grande rievocazione della Roma imperiale e cinematografica il 16.
La tappa di Ponte Sant'Angelo, in particolare, è dedicata all'alta sartoria maschile e ha reso omaggio alla tradizione della sartoria ecclesiastica della Chiesa cattolica, grazie alla collaborazione con la storica Sartoria Tirelli, celebre per aver realizzato i costumi di scena premiati con ben 18 Oscar. Una scelta che sottolinea il legame profondo tra spiritualità, arte e artigianato italiano. "Il titolo di questi giorni è Il Trionfo della Bellezza.
Perchè Roma è bellezza assoluta, dove tutto sta bene con tutto: dall'antica Roma al Trecento dopo Cristo, da Adriano al Rinascimento, al Barocco", ha spiegato Dolce. "Io sono molto cattolico, di famiglia e di tradizione, e credo che anche la Chiesa, così come l'Impero, abbia contribuito a creare una bellezza unica. I papi, con la loro visione, hanno donato opere straordinarie che ancora oggi ci stupiscono."
Centrale, nel racconto di Dolce, è l'idea che la moda non sia solo spettacolo, ma cultura: "Noi non facciamo filosofia spiccia, ma amiamo raccontare i luoghi dove andiamo. Raccontiamo il territorio, la storia del costume, la cucina, la tradizione. Ogni anno produciamo un libro diverso, che accompagna l'evento e che aiuta tutti - clienti, stampa, ospiti - a capire dove sono e cosa stanno per vivere."