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13 febbraio 2023
di Lidia Lombardi

Parla con Nerone

 Nerone
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Comprereste un’auto usata (meglio, una quadriga) da Nerone? Probabilmente no. E però lo ritenete affidabile per darvi informazioni sulla Città Eterna. Di più, vi piacerebbe assai farci una chiacchierata. E infatti è Nerone il personaggio che risponde alle domande nella chatbot appena inaugurata dal Parco Archeologico del Colosseo. Chatbot sta per chat con robot. Insomma, un avatar dell’ultimo imperatore della dinastia Giulio Claudia appare su pc, tablet, cellulari non appena si digita parcodelcolosseo.it. Eccolo, riccioluto, abbigliato con la toga, in testa la corona radiata, sorridente e dorato, come nelle monete coniate durante il suo regno, dal 54 al 68 dopo Cristo. Il software di intelligenza artificiale che accompagna il pubblico nella richiesta di informazioni sul formidabile complesso archeologico del Colosseo (che comprende, oltre all’Anfiteatro Flavio, il Foro Romano, il Palatino, la Domus Aurea, l’Arco di Costantino, la Meta Sudans, il Circo Massimo) è frutto di una collaborazione internazionale con l’azienda italiana Machineria e la francese Ask Mona. Clicchi su Nerobot e lui compare nel lato destro dello schermo.

Ti chiede “Come ti posso aiutare?”, si presenta (“Nacqui come Lucio Domizio Enobarbo, sì, quello dell’incendio di Roma, ma non credere a tutto quello che ti hanno detto di me, la fake news non sono un’invenzione moderna…”), e se poi azzardi appunto sull’onta del fuoco che divorò la città chiedendo chi se ne macchiò davvero, lui glissa con un “Su questa domanda perfino Nerone non è preparato”.

Tra personaggi e figure iconiche è quello che ha ricevuto il maggior gradimento da parte dei visitatori

Dove non arriva il software - realizzato a gennaio scorso con una fase di sperimentazione basata sulle domande più frequenti di 3400 utenti (il 69,7 per cento chiede informazioni sui biglietti, l’11,7 sugli orari, il 7,9 sugli itinerari, il 2,6 di parlare con un umano) -  il Nerone digitale offre nella propria pagina uno spazio per il messaggio o fornisce un numero telefonico. L’imperatore dorato è capace di gestire più di cento possibili quesiti, e lo fa in inglese e francese oltre che in italiano.

Ma l’aspetto più sorprendente di tutta l’operazione è proprio lui, l’interlocutore. Dice l’archeologa Federica Rinaldi:  “Tra personaggi e figure iconiche è quello che ha ricevuto il maggior gradimento da parte dei visitatori”. E infatti, nel corso di interviste e sondaggi promossi dal Parco Archeologico del Colosseo diretto da Alfonsina Russo, il figlio di Agrippina è stato scelto come la figura iconica più coinvolgente. Lo dimostra anche il fatto che un utente su tre, il 29 per cento per la precisione, si sofferma a chiacchierare con il principe-artista.

Insomma, il folle raffigurato a suonare la lira mentre dall’alto dal Palatino guarda Roma nel vortice delle fiamme, risulta il personaggio con maggiore appeal mediatico, una figura tutto sommato da rivalutare. Giusto?

La tradizione popolare ne individua la tomba in un punto della via Cassia. “In realtà – avverte Castelli - la sua sepoltura dovrebbe essere stata in una piccola piramide attigua all’attuale piazza del Popolo, proprio dove ora c’è lo storico Caffè Rosati. La damnatio memoriae ha annullato la consapevolezza della localizzazione

Lo chiediamo a Giulio Castelli, giornalista, storico dell’antichità e autore best seller (150 mila copie vendute con l’editore Newton Compton) di una nutrita serie di romanzi storici sugli imperatori romani, da Marco Aurelio a Diocleziano, a Giulio Valerio Maggioriano. “Non Nerone, ma Caligola, oltretutto affetto da meningite, ed Eliogabalo, omo e bisessuale, furono davvero follemente malvagi. Nerone però è stato particolarmente bersagliato dalla storiografia perché ebbe la pessima idea di accusare i cristiani dell’incendio di Roma, senza immaginare che il cristianesimo sarebbe diventato la religione dominante per i duemila anni a venire”. Un ingenuo, insomma, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. “A diciassette anni divenne imperatore, lui che voleva essere attore, senza capire l’assurdità di una simile aspirazione. Uno stritolato dagli avvenimenti, manipolato dalla madre Agrippina, che poi sì, uccise, ma perché lei osteggiava il suo disegno politico, in un’epoca in cui parricidi e matricidi non erano infrequenti. Dovette sopportare l’odio dei patrizi, e tenete conto che ogni nobile romano aveva nella sua orbita centinaia di clientes, che ovviamente ne erano influenzati politicamente. Del resto gli storici latini, che lo descrissero a fosche tinte, appartenevano all’alta classe, come Svetonio, come Tacito, addirittura genero dell’incensato generale Agricola. Ovvio il loro pollice verso e quello del Senato contro Nerone. Il quale non resse a tanti nemici, tra cui individuò anche Seneca, il suo precettore, fatto suicidare a sorsi di cicuta. Così quando Galba ordì l’ennesima congiura si fece uccidere da un liberto”.

Si dice che esalò l’ultimo respiro sussurrando “Quale artista perisce in me” e la tradizione popolare ne individua la tomba in un punto della via Cassia. “In realtà – avverte Castelli - la sua sepoltura dovrebbe essere stata in una piccola piramide attigua all’attuale piazza del Popolo, proprio dove ora c’è lo storico Caffè Rosati. La damnatio memoriae ha annullato la consapevolezza della localizzazione”.

E resta, nel linguaggio comune, il detto “Ha un cuore di Nerone” per dire di un uomo crudele e tirannico. “Invece egli fu amato dalla plebe, gratificata con panem et circenses. E il suo governo fu ottimo, come i rapporti con le città dell’Impero”. Nutrito l’elenco dei suoi “meriti” internazionali: favorisce il risveglio economico e culturale di Atene e sostiene che il Partenone sia più bello del Tempio di Giove Capitolino, sicché è trionfale il suo soggiorno in Grecia. Dove concede anche particolari benefici a Patrasso e a Rodi mentre a Corinto, dove ha assistito ai Giochi, proclama tutti i Greci liberi dalla sudditanza di Roma. Gratifica Nizza e a Lione, che dopo il 64 aveva inviato fondi per la ricostruzione della caput mundi andata a fuoco, spedisce denaro prelevato dal suo patrimonio personale poiché anche la città francese era stata devastata da un incendio”.

Entusiasmi legati alla sua indole visionaria. “Sì, ma aveva l’inclinazione alle grandi opere urbanistiche: fa costruire le terme di Tours, una fortezza a Valkenburg, in Olanda, dedicata alla memoria della madre, a Chichester, in Britannia, finanzia la deviazione di un fiume per alimentare l’acquedotto. Edifica fortezze militari lungo il Reno settentrionale e in Britannia. Senza parlare della Domus Aurea, dell’ampliamento del porto di Ostia e della villa di Augusto ad Anzio, la città dove nacque nel 37 dopo Cristo. Per questo sono molti i monumenti a lui dedicati, anche in Europa: come a Vienne, nella Valle del Rodano, e a Magonza”.

Insomma, un princeps con alti e bassi, crudeltà talvolta istintive e siparietti estrosi. “Uno per tutti – annota Castelli - Nell’Odeon di Napoli si esibisce cantando accompagnato da una cetra davanti a una claque ingaggiata per l’occasione. Scoppia un temporale e lui lo definisce l’applauso degli dei”.

Un sognatore, megalomane, cattivo e simpatico, Nerone. Un personaggio pop. Per questo è stato preferito dai contemporanei per chattare.

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