Ci sono Alessandro Michele, Alessandro Borghi, ma anche Emma Marrone, Elio Germano e Jasmine Trinca tra i volti celebri del progetto ‘Oltretutto” visibili nella Galleria Gaburro di Milano. Un progetto di Danilo Bucchi curato da Achille Bonito Oliva, in cui l’artista esplora nuovi linguaggi utilizzando il mezzo fotografico per dare vita a un volume (edizioni Drago) da collezione, un’antologia intima di ritratti di gente comune, scrittori, registi, attori, stilisti, musicisti, curatori, direttori di musei incontrati per le strade di Roma, Milano, Berlino, Parigi, New York e Tokyo. Ad ogni ritratto è accostato un disegno eseguito dallo stesso soggetto ritratto.
Ora questo progetto che già è stato protagonista di un talk alla Triennale di Milano diventa una mostra che dal 12 giugno al 18 luglio invade gli spazi della Galleria milanese di via Cerva 25.
Un percorso evocativo, curato sempre da Bonito Oliva, che racconta visivamente il “libro di volti” con cui l’artista invita lo spettatore a guardare oltre l’immagine, oltre il visibile: oltre-tutto. “Questo è un progetto che non può lasciare indifferenti. Oltretutto - - spiegano Giorgio e Cecilia Gaburro - è un invito a riflettere circa alcuni principi basilari che oggi sembrano sempre più rarefatti,impercettibili, quasi dimenticati: l’autocritica e l’introspezione, che sono la porta per un accesso privilegiato all’empatia”.
Tra i personaggi ritratti, ci sono anche Diane Pernet, Claudio Santamaria o Virginia Raffaele per citarne alcuni visibili in un allestimento dove un grande ledwall occuperà parzialmente la Galleria esibendo in loop le immagini del volume, che saranno stampate in un formato inedito in edizione di tre e appese lungo le pareti. A supportare ulteriormente il progetto, mantenendo l’impianto concettuale dell’opera di Bucchi, verrà presentato anche un nuovo grande lavoro inedito che racchiude la genesi del progetto. “Oltretutto - spiega Danilo Bucchi - è un movimento di superamento, uno slancio poetico e visivo che rompe i limiti e suggerisce nuove direzioni di senso»