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5 novembre 2025,
di Guendalina Dainelli

La meccanica della moda in mostra a Singapore

Fondata il 12 ottobre del 1945, ACIMIT compie 80 anni di storia. Quello che può sembrare un semplice acronimo nasconde la gloriosa storia dell’Associazione Costruttori Italiani di Macchinario Tessile, colonna portante della filiera tessile-moda Made in Italy. E in occasione della ricorrenza, l’Associazione (no-profit) si presenta in Asia, prima area di esportazione, insieme ad Agenzia ICE, con 53 espositori italiani radunati all'interno dei National Sector Groups. “La fiera ITMA ASIA + CITME è da sempre la piattaforma di riferimento in Asia per i produttori di macchine tessili. Di fatto, sono oltre 100 le aziende italiane che hanno esposto in questo giorni a Singapore 2025, dal 28 al 31 ottobre, occupando una superficie espositiva di circa 4.000 metri quadrati” ha detto il Presidente di ACIMIT Marco Salvadè.

“La fiera rappresenta un'occasione imperdibile con un mercato, quello asiatico, che assorbe circa il 50% dell’export mondiale del settore, che ha un valore complessivo stimato a 8,8 miliardi di euro nel 2024” ha detto Salvadè. “La fiera è tornata a Singapore dopo 20 anni. Dal 2005 ad oggi si è svolta a Shanghai. Ma le nostre esportazioni non guardano solo alla Cina, la principale destinazione estera, ma anche all’India, che si appresta a superarla, o a paesi come Pakistan e Bangladesh. Singapore garantisce un posizionamento strategico, non solo da un punto di vista geografico, ma anche per la facilità di accesso burocratico e amministrativo. Questa fiera ci permette di incontrare tutti i principali stakeholder asiatici, cosa più complicata in Cina, un paese ancora chiuso da un punto di vista amministrativo.”

Dalle macchine per la filatura alla maglieria, dalla tessitura fino a tintoria, stampa e finissaggio, macchine per lavanderia, lavaggio a secco e stiro. Con 300 aziende, molte delle quali medio piccole e a conduzione familiare, e circa 12500 lavoratori, l’industria di macchinari tessili rappresenta una fetta importante dell'economia italiana, pari a 2,1 miliardi di euro di produzione e 1,8 miliardi di esportazioni nel 2024. L’Asia è la cassaforte dell’export. Lo scorso anno, infatti, le vendite italiane verso il continente hanno raggiunto 664 milioni di euro, mentre nel primo semestre 2025 si registra un incremento dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un valore pari a 317 milioni di euro.

Sono dati cruciali che permettono al settore di affrontare la profonda crisi che sta attraversando. “La flessione va dal 25 al 30% a seconda delle attività, una crisi che quasi sempre inizia nella filatura per arrivare al prodotto finito. Ma il calo post-covid e i dazi verso gli USA non giustificano il ristagno del settore. L’Italia è tassata al 15%, molto meno di altri colossi dell'esportazione come la Cina. Ciò che ci penalizzano sono la confusione e l'incertezza del momento creata dagli americani, l’attesa prolungata degli investitori, molti progetti di sviluppo e investimenti sono congelati. Negli USA abbiamo registrato una flessione del 5%, nulla a che vedere con il -30% della Cina o il -45% della Turchia, che rimangono comunque mercati di primo piano.”

“Nonostante le incertezze geopolitiche, la significativa presenza di espositori italiani a Singapore conferma la vitalità del settore meccanotessile italiano con un'ampia gamma di soluzioni avanzate che coprono l'intera filiera", conferma il Direttore dell’Ufficio ICE di Singapore Giorgio Calveri, durante la conferenza stampa. “L'Italia è tra i principali produttori ed esportatori di macchinari tessili, grazie al suo mix di tradizione e innovazione. Le nostre aziende sono rinomate per la loro capacità di sviluppare soluzioni su misura che soddisfano le esigenze specifiche dei clienti in tutto il mondo. Inoltre, l'approccio italiano integra tecnologie all'avanguardia con una cultura progettuale unica e una profonda conoscenza dei processi tessili.”

Una delle grandi sfide per resistere a una competizione sempre più aggressiva è in effetti quella rappresentata dal settore della ricerca e sviluppo, un segmento che in Italia si basa su una tradizione consolidata. “I nostri laboratori artigianali sono anche luoghi in cui la tecnologia, di generazione in generazione, viene affinata e migliorata senza sosta per essere sempre più competitiva nel mercato mondiale. La produzione deve essere il più possibile pulita e sostenibile, soprattutto in un settore impattante come quello della moda. I nostri macchinari non possono essere solo efficienti e affidabili, ma devono avere consumi bassi e consentire una produzione responsabile.” ha concluso Salvadè.

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