instagram
24 settembre 2025

Marras rompe l'etichetta

twitterfacebook
"Rompere l'etichetta" è l'obiettivo della collezione primavera-estate presentata da Antonio Marras nell'ex macello di viale Molise. Un ampio spazio ex industriale dove dispiega la presentazione dei suoi abiti raccontando una storia attraverso la sfilata.

È quella che comincia con uno scambio di lettere, riportate nel ricco libretto distribuito ai presenti, tra Frieda Von Richthofen, moglie dello scrittore D.H. Lawrence, e la giornalista neozelandese Katherine Mansfield. Nella casa di Virginia Woolf, il circolo Bloomsbury si ritrova e parte verso Alghero che diventa per tutti luogo dell'anima e posto dove stare.

 

"Tutto per rompere quell'etichetta, quelle regole dell'etichetta tanto detestate, per mischiare differenti stili e tradizioni, per creare cortocircuiti e uno stile riconoscibile e personale" è la spiegazione dell'artista. E nella passerella tra le saline, ecco mescolarsi i colori lilla, cadmio, rosa, oro, ecrù, cioccolato e prugna, crema, polvere e bronzo, color sabbia e rame. E fiori sparpagliati, linee che si incastrano e sovrappongono, grandi vestaglie degne di una diva di Hollywood alla Gloria Swanson e da uomo alla Hercule Poirot di Agatha Christie. Pelle, jeans e maglieria che sembrano un ricamo e pezzi ricamati che sembrano disegni ad acquarello. L'uomo e la donna a gli stessi tessuti ma interpretati diversamente.

La collezione è anche un atto politico. "Se la moda ha un compito è quello di fare da specchio alla realtà ma soprattutto di dare la possibilità di sognare. Ho cercato di raccontare un viaggio, con delle persone che vanno da una terra a un'altra. Questo spostamento delle masse che succedono nel mondo è un'altra cosa ma non può non influenzare quello che facciamo. Riguardo ai conflitti nel mondo mi sento impotente. Credo che la moda sia sempre un messaggio e ognuno vede quello che vuole vedere. Qui ci sono delle persone che arrivano dall'Inghilterra e scoprono Alghero e poi le distese di sale nelle quali sono incastrati dei libri. Sono culture che si incontrano e si scontrano e fanno scaturire nuove esistenze. La contaminazione è la base del mio lavoro".

Per questo Marras ha inserito nelle sue silhouette frammenti che appartengono ad antichi costumi sardi dell'Ottocento e del Novecento: coprispalle, grembiuli, coroncine, un bordo di gonna, una cuffia, un busto, dei ricami. "Tutto si è incastrato alla perfezione" dice.

Interrogato dai giornalisti prima di congedarsi, Marras viene riportato all'attualità: "Perché la moda non ha preso posizione su Gaza? Io posto le cose che posto, ci sono tutte le cose che riguardano quello che sta succedendo. Faccio questo lavoro ma non sono avulso dai conflitti, dal recupero dei naufraghi nel Mediterraneo, da quello che noi viviamo tutti i giorni. È una cosa che non può essere messa da parte, che influenza l'esistenza, di sicuro la mia. E, come direbbe Gramsci, odio gli indifferenti, odio chi non parteggia".

Tag

Seguici su

instagram