Un claim che è una risonante dichiarazione d’intenti: Tutto il Teatro, Tre spazi, Tre Linguaggi, Infinite Visioni. Sull’onda di questo manifesto programmatico si muove la prossima stagione del Teatro di Roma, una delle principali istituzioni artistiche del Paese e “faro” culturale nel panorama teatrale capitolino. Sotto la guida del Direttore Artistico Luca De Fusco, affiancato dal Presidente Francesco Siciliano e dal Direttore Generale Maurizio Roi, un trittico di palcoscenici, Argentina, India e Torlonia, capace di sostenersi e promuoversi a vicenda, con l’aggiunta, quest’anno, del meraviglioso scenario del teatro di Ostia Antica e in attesa dell’agognata rinascita del Teatro Valle. Con oltre 70 titoli in cartellone la Stagione intreccia la maestria di artisti autorevoli, la forza della sperimentazione e l’energia di una nuova generazione di talenti emergenti, in un equilibrio dinamico tra creazione e sinergia.
Il progetto culturale per la stagione del Teatro si apre all’insegna della danza contemporanea internazionale, in co-realizzazione con il Romaeuropa Festival, attraverso le creazioni di due delle figure internazionali più sconvolgenti della scena coreografica: l’artista belga Miet Warlop con Inhale, Delirium, Exhale cui segue la coreografa brasiliana Lia Rodrigues con lo spettacolo Borda. La danza torna poi a fine stagione, dopo il debutto estivo al Teatro Ostia Antica Festival, con l’Antigone (28/31 maggio), del coreografo norvegese Alan Lucien Oyen.
Nel cuore della stagione il Teatro Argentina marca la sua linea artistica con grandi impegni produttivi a partire dalla nuova regia del direttore artistico Luca De Fusco che si confronta con l’opera eduardiana Sabato, domenica e lunedì (25 novembre/4 gennaio), con l’interpretazione di Teresa Saponangelo e Claudio Di Palma. Un’altra coproduzione prosegue l’indagine sulla provvisorietà di un’intera società: Il gabbiano (7/18 gennaio) di Cechov, secondo la visione di Filippo Dini, anche interprete insieme a Giuliana De Sio. Ancora un affondo nelle ipocrisie sociali e familiari è offerto da The Wild Duck (23/24 gennaio), mentre un’altra coproduzione sulla sete di potere è quella di Riccardo III (3/15 maggio) – con il Centro Teatrale Bresciano, Teatro di Genova e Biondo di Palermo – che vede Maria Paiato, diretta da Andrea Chiodi, incarnare la crudeltà del re usurpatore. Sempre al tema della manipolazione si lega un altro impegno produttivo, Le False Confidenze (14 aprile/3 maggio) di Pierre de Marivaux, con la regia di Arturo Cirillo ed Elena Sofia Ricci protagonista. Proseguendo l’indagine sulla natura umana, Massimo Popolizio dirige Prima del temporale (5/10 maggio), un ritratto intimo di un vecchio attore interpretato da Umberto Orsini. Una riflessione introspettiva che si lega all’acclamata ripresa di Furore (17/29 marzo), il “one man show” di Popolizio, che dà voce all’ingiustizia sociale dei personaggi di Steinbeck. L’osservazione delle relazioni umane si sposta nel microcosmo di un corso di teatro amatoriale in The Circle Mirror Transformation (3/14 giugno), la brillante commedia di Annie Baker, voce tra le più originali della nuova drammaturgia americana e Premio Pulitzer, una coproduzione con lo Stabile di Torino, diretta e interpretata da Valerio Binasco. Tra le produzioni “ospiti” spiccano il Re Chicchinella (28 ottobre/9 novembre) di Emma Dante, che chiude il suo omaggio all’universo di Giambattista Basile, il Mein Kampf (18 febbraio/1 marzo) di Stefano Massini, lo spettacolo che disseziona il “libro-manifesto” di Hitler, evidenziando i meccanismi dell’odio come monito per il presente, e il Lungo viaggio verso la notte (4/15 febbraio) di Eugene O’Neill, diretto da Gabriele Lavia, anche interprete con Federica Di Martino,
La Stagione del Teatro India si conferma un laboratorio creativo. A inaugurare questa linea produttiva Misura per Misura (2/14 dicembre), il dramma di Shakespeare affrontato dalla regia di Giacomo Bisordi. L’indagine si spinge oltre la finzione scenica con il progetto Le verità sospese che porta sul palco tre casi giudiziari emblematici della storia italiana: l’omicidio di Marta Russo, il delitto di Sarah Scazzi ad Avetrana e il caso di Bettino Craxi durante le inchieste di Mani Pulite. Sulla stessa linea Mi manca Van Gogh (20/30 novembre), il monologo scritto e interpretato da Francesca Astrei, artista cresciuta nel vivaio creativo del Teatro di Roma. Tra i talenti già affermati della scena contemporanea Niccolò Fettarappa, il cui registro dissacrante si sposta verso le intimità contemporanee con Orgasmo (3/15 febbraio). Le oscure dinamiche di potere e di genere si addensano ne La Chunga (14/18 gennaio), spettacolo diretto da Carlo Sciaccaluga, che conclude la trilogia dedicata a Vargas Llosa, mentre il tema della comunità e delle dinamiche sociali risuona nell’evento coproduttivo internazionale La festa (6/17 maggio). Il tema della memoria individuale si manifesta in Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta (29 ottobre/9 novembre), il monologo di Valerio Aprea, su testo di Sandro Bonvissuto.
E ancora, La Principessa di Lampedusa (10/15 febbraio), il monologo di Sonia Bergamasco, interprete e regista del testo di Ruggero Cappuccio su Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e Buchettino (15-26 ottobre) – un’iconica produzione del 1995 della Societas Raffaello Sanzio (oggi Societas), divenuta un cult internazionale.
La stagione del Teatro Torlonia si apre con l’omaggio a una figura iconica, Giovanna d’Arco (23 ottobre/2 novembre), di Maria Luisa Spaziani, con la regia di Luca De Fusco e l’interpretazione di Mersila Sokoli. A questa rilettura si affianca l’esplorazione di un’altra icona femminile della drammaturgia, Gertrude (5/15 marzo), di Annalisa De Simone. Ancora una produzione Teatro di Roma, Le notti bianche (21 maggio/7 giugno), di Lucia Rocco, prosegue l’indagine sulle sfumature dell’animo, immergendo il pubblico nelle atmosfere sospese e malinconiche del racconto di Dostoevskij. Il sostegno alla creatività dei giovani talenti si esprime con La lezione di Falstaff (18/30 novembre), una riscrittura shakespeariana di Matilde D’Accardi, nata e costruita all’interno del Corso di perfezionamento del TdR, e diretta da Tommaso Capodanno, per indagare il rapporto sul potere di Millennials e Gen Z ispirandosi al percorso di formazione politica di Hal nell’Enrico IV.