La grande mostra su Salvador Dalì a Roma
Le opere e il genio di Salvador Dalì tornano a Roma in una grande mostra che esplorerà in che moto il grande pittore sia stato influenzato da quelli che ha sempre identificato come i suoi modelli: Velázquez, Vermeer, Raffaello e Picasso. L'esposizione, intitolata “Dalí. Rivoluzione e Tradizione”, sarà visitabile dal 17 ottobre al 1° febbraio 2026 presso Palazzo Cipolla, nel cuore della capitale italiana, e riunirà oltre 60 opere tra dipinti e disegni, oltre a materiale fotografico e audiovisivo che permetterà al pubblico di immergersi nell’universo creativo, complesso e affascinante, dell’artista.
Le opere provengono dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí, ma anche da importanti istituzioni internazionali come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, il Museo Picasso di Barcellona e le Gallerie degli Uffizi di Firenze, hanno spiegato gli organizzatori. Sotto la direzione scientifica di Montse Aguer, direttrice dei Musei Dalí, e la curatela di Carme Ruiz González e Lucia Moni, la mostra propone un percorso inedito incentrato sul rapporto tra Dalí e quattro grandi modelli: tre maestri del passato, il fiammingo Johannes Vermeer, lo spagnolo Diego Velázquez e l’italiano Raffaello, e un contemporaneo, Pablo Picasso.
“Dalí ha sempre nutrito una profonda ammirazione per l’Italia. I maestri del Rinascimento rappresentavano per lui un punto di riferimento fondamentale. Questa mostra intende andare oltre il personaggio e rivelare il pensiero critico che definisce il suo universo creativo”, ha dspiegato Fèlix Roca Batllori, direttore generale della Fondazione Gala-Salvador Dalí, durante la presentazione del progetto. Già alla fine degli anni Trenta, Dalí aveva espresso apertamente il desiderio di “diventare un classico” e riconosceva in Velázquez, Vermeer e Raffaello i suoi modelli assoluti. A loro dedicò studi e citazioni, culminati nella sua celebre “Tabella comparativa dei valori”, contenuta nel trattato “50 segreti magici per dipingere”, in cui esaltava i valori tecnici e compositivi della pittura classica.
Il percorso espositivo mostrerà come Dalí sia passato da una pittura di stampo accademico a una continua sperimentazione con le avanguardie europee, fino allo sviluppo di un linguaggio del tutto personale. “Abbiamo preparato per Roma una mostra unica e innovativa, che esplora l’alternanza tra due poli apparentemente opposti, rivoluzione e tradizione, nella produzione artistica di Salvador Dalí”, ha affermato Lucia Moni, curatrice della Fundació Gala-Salvador Dalí.
La mostra sarà strutturata in quattro sezioni, ognuna dedicata a uno dei grandi maestri che hanno ispirato il pittore, in cui Dalí apparirà non solo come il grande surrealista del Novecento, ma anche come intellettuale capace di riformulare i codici dell’arte moderna. Il nuovo progetto della Fondazione Roma prosegue così il dialogo avviato con Pablo Picasso, figura con la quale Dalí ha avuto un rapporto complesso lungo tutta la sua carriera, e la cui mostra, recentemente conclusa, è stata visitata da oltre 80.000 persone.