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7 luglio 2022
di Guendalina Dainelli

Il Grand Tour delle meraviglie

 Gioia Placuzzi, direttrice creativa Sicis
 Gioia Placuzzi, direttrice creativa Sicis
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Sic Immensos Clarosque Inceptos Somniavi. Così ho immaginato grandiose e luminose imprese. SICIS è prima di tutto un acronimo. Allusione in lingua latina a sogni di gloria, di bellezza e arte che, pare incredibile, trovano la loro origine alla fine degli anni ottanta in un vecchio casolare di Cannuzzo di Cervia, nelle campagne romagnole. Googolare per credere. Oltre a qualche chiosco di piadine e a strade sterrate che si allontanano a perdita d’occhio, nulla troverete che possa alludere allo sfarzo e al successo internazionale raggiunto da SICIS. Eppure, non lontano da Ravenna, capitale  dell’arte musiva, l’aria feconda dei mosaici è arrivata fin qui.

Appassionato d’arte, infaticabile viaggiatore, Maurizio Leo Placuzzi, oggi presidente della SICIS di Ravenna, leader mondiale della decorazione musiva deluxe, ha scommesso che ce l‘avrebbe fatta. E grazie a una commessa per lo sceicco-saudita Al Gosaibi, Placuzzi si fa conoscere e comincia a crescere: prima arrivano lavori di rivestimento in mosaico all’Hotel Plaza a NewYork, poi alla spa del Ritz a Parigi, al Bellagio Casino di Las Vegas, al Burj Al Arab di Dubai, primo 7 stelle del mondo, fino al The 13 Hotel di Macau. Con una ciliegina sulla torta, 400 metri quadri di showroom aperti tre anni fa ad Hong Kong, in omaggio a uno dei mercati più in crescita.

Rivestimenti in mosaici, ma anche mobili design, oggetti d’arredamento, orologeria, sofisticate montature per occhiali e alta gioielleria. In pochi decenni il marchio SICIS ha iniziato ad esplorare i diversi settori del lusso, dagli oggetti personali all’interior design. E siccome l’ambizione è nel DNA di famiglia, oggi è Gioa Placuzzi, 31 anni, direttrice creativa di SICIS Jewels, a guidare il settore dell’alta gioielleria. Laureata in Bocconi, specializzata in gemmologia presso il Gemological Institute of America di Londra, a lei si deve l’affascinante collezione del Grand Tour, ispirata al viaggio di istruzione per tradizione intrapreso, a partire dal Settecento, dai rampolli delle case aristocratiche di tutta Europa.

L'ambizione è nel Dna della famiglia Placuzzi, che registra grandi successi in tutto il mondo

Il catalogo della collezione è una vera e propria galoppata nella storia dell’arte da cui traggono ispirazione moderni monili di altissima fattura realizzati proprio con la stessa tecnica del micromosaico in voga nel XVIII secolo, amati da regine e nobildonne delle corti europee.

Dalla filatura, con cui si ottengono tessere minuscole, alla tecnica dei malmischiati, basata sul rimescolo di tessere in infinite sfumature quasi ad eguagliare la pittura, i gioielli di SICIS uniscono al micromosaico ori di caratura diversa, pietre, gemme e diamanti. I colori siderali de “Gli addii” di Umberto Boccioni (1911) hanno ispirato la linea “Destino incantato”, così come la statua di “Paolina Borghese Bonaparte”, ritratta da  Antonio Canova gloriosamente distesa su un triclinio, ha suggerito l’iconico leopardo di “Damisa Gold”. Regale animale esotico capace di creare meraviglia, che oggi impreziosisce anelli e collane in diamanti, zaffiri e topazi di donne altrettanto audaci e sofisticate.

E se il caleidoscopio di colori di “Bluebells fall” trova origine nei disegni onirici e fanciulleschi di Marc Chagall (Il sogno del profeta Elia, 1971), gli infiniti puntini che trasmettono il movimento della “Bambina che corre sul balcone” (1912) di Giacomo Balla, protagonista del Futurismo italiano, tornano nella linea floreale di “Bohemian Dream”.

Nella ricchissima produzione di SICIS, capace di arricchirsi di citazioni tra le più auliche della storia dell’arte italiana ed europea, non poteva mancare un riferimento al cielo stellato blu del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna. Una delle più antiche e famose volte celesti notturne, oggi descritta anche con la tanzanite, i diamanti, il micromosaico e l'oro bianco che compongono l’anello Infinity.

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