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8 marzo 2023
di Elisa Trincia

#Madeinwomanmadeinitaly, la rete delle imprenditrici

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Donne e imprenditorialità un binomio sul quale puntare per “smuovere e dare valore alla parte creativa del Paese” facendo rete e portando avanti le buone pratiche tutte al femminile, con un occhio all’innovazione. E' il fil rouge di #madeinwomanmadeinitaly, la principale associazione italiana di organizzazioni di supporto alle imprese femminili che collega una rete globale di partner di imprenditrici, manager, studiose, dirigenti, leader del settore e innovatrici di ogni tipo. Si tratta di un vero e proprio cambiamento culturale all’interno di una nuova economia al femminile, paritaria, basata sui valori  della condivisione e sulla sostenibilità. 

Questi i principi che hanno portato alla creazione del francobollo ‘Donne Imprenditrici’ emesso in occasione dell’8 marzo, e presentato al Mimit, appartenente alla serie tematica “il Senso civico”. L’immagine scelta rappresenta un volto di donna di profilo che tra la chioma ha 13 ingranaggi caratteristici delle trasmissioni meccaniche che compongono la parola ‘Imprenditrici’,  un omaggio all’ingegno e alla cooperazione del saper fare al femminile.   In basso sono riportati gli hashtag "#ilfuturoedichilofa" e "#Madeinwoman made in Italy".

Il manifesto dell’associazione si basa su 10 pilastri che parlano di promozione e difesa di valori immateriali della società

Il manifesto dell’associazione si basa su 10 pilastri che parlano di promozione e difesa di valori immateriali della società quali la bellezza, la cultura, il sociale, il paesaggio, la responsabilità e anche la trasmissione dei saperi da madre in figlia per valorizzare il nostro patrimonio culturale, le nostre radici, le nostre identità. Ma si va anche più sul concreto con una adeguata formazione imprenditoriale e formazione specifica sull’utilizzo dei fondi comunitari, supporto ed erogazione di servizi. 

L’obiettivo è la creazione di filiere per favorire il consolidarsi delle attività sui territori e per innescare processi virtuosi di internazionalizzazione portando avanti l’idea di un’economia strutturata sui bisogni e sui saperi delle donne che darà la possibilità di avere un impatto a livello di decision-making a partire dal modo in cui gli investimenti vengono effettuati, dalla gestione delle risorse nazionali e delle politiche pubbliche, fino ad arrivare ai partenariati con le istituzioni internazionali. 
Il progetto nasce nel 2015, all'epoca dell'Expo di Milano, e da quel momento non si è più fermato. L’imperativo che si ripetono da #madeinwomanmadeinitaly è “non bastano le riforme, occorre ripensare ad un nuovo sistema che unisca forze, energie e competenze per cambiare le regole”. 

Il programma è poi continuato ed è stato portato dagli Stati Generali delle Donne a Matera, capitale europea della cultura a gennaio 2019, e anche con il lockdown non si è fermato, anzi. “E infatti l'8 marzo 2022, dopo intensi lavori preparatori anche in collaborazione con la Fondazione del Politecnico di Milano per declinare le parole sostenibilità & innovazione, abbiamo portato il #madeinwomanmadeinitaly all'Expo di Dubai, in una Alleanza delle donne e in collaborazione con Fenco, la Federazione dei Consoli e degli Ambasciatori (Federazione Nazionale dei Diplomatici e Consoli Esteri in Italia)”, racconta Isa Maggi la Coordinatrice nazionale degli Stati Generali delle Donne. 

Gioco forza dell’imprenditorialità in rosa sono soprattutto l’affidabilità, la cura e la creatività

Gioco forza dell’imprenditorialità in rosa sono soprattutto l’affidabilità, la cura e la creatività. Ne è convinta Mirella Ferlazzo, del Comitato scientifico degli Stati generali delle donne, che pone l’accento anche sulla necessità di “incoraggiare le donne ad avere fiducia nelle loro capacità e per questo sono importanti i percorsi di accompagnamento e noi su questo ci siamo impegnati spingendole anche a fare rete, a diffondere le buone pratiche e ad aprirsi anche ai processi di internazionalizzazione che sono quelli che consentono la competitività e su questo è importantissimo il supporto dell’istituzioni”.

Adesso, con le transizioni green e digitale alle porte, il desiderio dell’associazione “è quello di aiutare le donne nelle imprese innovative digitali perché su quelle siamo un pochino più indietro – sottolinea Ferlazzo -, anche perché nelle materie Stem  (Science Technology Engineering Mathematics ) si hanno dei ritardi e quindi serve uno sforzo maggiore”.

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