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15 aprile 2023
di Maria Rita Nocchi

L'artista che immortalava gli artisti 

Ugo Mulas- Lo studio di Lucia Fontana 
Ugo Mulas- Lo studio di Lucia Fontana 
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Passeggiando tra gli stand di Miart 2023, affollati di opere coloratissime e di dimensioni spesso enormi, se ne scopre uno che non colpisce subito l’attenzione. Semplice e quasi austero. Alle pareti bianche sono appese tredici fotografie in bianco e nero. Bisogna entrare e guardarle da vicino per apprezzarne il fascino, discreto e raffinato. L’autore è Ugo Mulas, fotografo ufficiale della Biennale di Venezia fino al 1972, collaboratore di Giorgio Strehler al Piccolo di Milano e del Festival dei Due Mondi di Spoleto. A 50 anni dalla morte, avvenuta nel 1973, la gallerista Lia Rumma ha scelto di rendergli omaggio dedicandogli uno stand nella sezione Decades, curata da Alberto Salvadori.

“Ritengo che Mulas sia tra le personalità più importanti e interessanti del Novecento perché va oltre la rappresentazione”, osserva Rumma conversando con Mag . “E’ il primo fotografo-artista che indaga il linguaggio fotografico, quindi ha aperto la porta a tutta la nuova fotografia. Non a caso parliamo di un artista importante non solo per l’Italia, ma conosciuto e stimato in tutto il mondo”.

Nel Dopoguerra, Mulas era di casa negli studi dei maestri italiani e internazionali che hanno fatto grande quell’epoca, da Michelangelo Pistoletto ad Andy Wharol, da Robert Rauschenberg a Lucio Fontana. “Era particolarmente amato e benvoluto dagli artisti perché lo riconoscevano come uno di loro – spiega la gallerista – era l’unico che poteva entrare nei loro atelier e scegliere i materiali che riteneva più interessanti per comporre le sue fotografie. Uno dei lavori qui esposti, per esempio, raffigura il busto di una giovane donna che indossa uno splendida collana: si tratta di un gioiello realizzato dallo scultore Giò Pomodoro”.

Particolarmente stretto il suo legame con il maestro italo-argentino Lucio Fontana.  Mulas è stato l’unico fotografo che è riuscito a immortalare l’’attimo fuggente’ del taglio della tela, il gesto iconico che caratterizza  l’opera di Fontana. “Si raccontava che Fontana in un primo momento si era rifiutato di fare il taglio davanti a lui, poiché considerava quel gesto personale e privato – racconta la gallerista – ma poi Mulas ha suggerito quasi tutta la sua performance, fino a mettere il taglierino di Fontana sulla tela per poterlo ritrarre. Questo significa che il rapporto di Mulas con gli artisti andava oltre il piano formale, ma diventava affettivo e intellettuale”.

Oltre allo stand di Ugo Mulas, Lia Rumma è presente a Miart 2023 con un secondo stand dove sono esposti gli artisti che rappresenta. Chiediamo a lei, gallerista di lunga esperienza, che frequenta Miart da molti anni, come vede il presente e il futuro di questa fiera.  “Miart è cresciuta ed è diventata sempre più importante – sorride - sa fare un’ottima comunicazione, e soprattutto presenta gallerie che espongono belle opere. Non posso che essere positiva per il futuro”.

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