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28 luglio 2022,
di Laura Antonini
turismo

Sapore dei Marmi

Forte dei Marmi è dai primi decenni del novecento una delle mete simbolo della villeggiatura italiana d’élite. Le sue sabbie nobili con sfondo sullo spettacolo delle Apuane sono state meta di vacanza di scrittori, famiglie benestanti, artisti e musicisti. Una popolarità che oggi, ai tempi dei social, si rinnova diffusa negli scatti di influencer che restituiscono con un selfie, l’immagine di tende lussuose e locali simbolo della nuova movida post pandemia.

Eppure in questa girandola di tendenze esiste ancora un luogo che pur seguendo i mutamenti imposti dalla nuova domanda di una clientela, sempre più internazionale, ha mantenuto intatta un’anima si direbbe italiana doc. Più che una destinazione l’Augustus Hotel & Resort, è un luogo dei luoghi, dal fascino retrò custodito gelosamente dalla famiglia oggi proprietaria Maschietto.

Si tratta infatti di un albergo diffuso ante litteram immerso nel verde e a due passi dalla spiaggia che si compone di diverse proprietà tutte con un preciso passato, diverse quanto armonizzate nell’autenticità degli arredi e di una storia che ripercorre quella di famiglie importanti dell’Italia del dopoguerra come gli Agnelli e i Pesenti, e quel desiderio di intima esclusività che oggi sta tornando di moda.

L'albergo vanta una storia che ripercorre quella di famiglie importanti dell’Italia del dopoguerra come gli Agnelli e i Pesenti, e quel desiderio di intima esclusività che oggi sta tornando di moda.

A raccontarci la magia di questo posto c’è l’architetto Vittorio Titti Maschietto. “Ricordo ancora l’assegno da centinaia di milioni di vecchie lire che mio padre, uomo già attivo nella ricettività staccò per aggiudicarsi Villa Agnelli nel 1969”. E’ questa una delle perle dell’ l’Augustus Hotel & Resort,. “Fatta costruire dall’ammiraglio Morin all’inizio del Novecento e conosciuta come Villa Costanza era una residenza neo rinascimentale e venne comprata nel 1926 da Edoardo Agnelli, figlio del Senatore Giovanni, fondatore della FIAT, e padre di Gianni. Un luogo quasi mitologico dove la grande famiglia di Torino trascorse lunghe e letterarie villeggiature per più di trent’anni – ricorda Maschietto – Quando gli Agnelli arrivavano si animava tutta Forte dei Marmi”.

La loro presenza in questo luogo un po’ segreto del Forte, immerso nel verde, riservato, non lontano dal centro del paese e vicinissimo al mare, contribuì ad attrarre esponenti dell’alta borghesia e dell’aristocrazia di tutta Italia, inaugurando quel modello di villeggiatura dallo stile ricercato ed esclusivo del cosiddetto “vivere in villa". “Per raggiungere il mare fecero costruire un sottopasso, l’unico che ad oggi esiste in tutta la Versilia sotto il Viale della Repubblica. Ancora oggi – continua Maschietto  - questa villa con le sue 26 camere conserva gli arredi di allora.

Ci sono le grandi sedie in bambù con lo schienale a X e la libreria sempre in bambù che fa impazzire gli amanti del design. Le carte da parati floreali sono quelle originali Sanderson di Londra. E poi i cassettoni, i tavoli e le sedie. Nel giardino ci sono ancora i grandi tavoli ricoperti di mosaico Venini. Sono pezzi unici e hanno un’altezza atipica. Si pensa che fossero stati fatti costruire così ‘bassi’ per rendere possibile ai bambini della famiglia Agnelli di rientro dalla spiaggia una merenda in piedi comoda”. Ma il primo nucleo dell’Augustus Hotel & Resort fu un’altra dimora. Quella di Augusta Pesenti, oggi conosciuta come Villa Pesenti. 

"Un gioiello del nuovo stile modernista”. Così diversa e quasi antitetica al romanticismo di Villa Agnelli venne progettata dal famoso architetto Osvaldo Borsani (il fondatore dell’azienda industriale d'ingegneria e innovazione tecnologica Tecno) alla fine degli anni Trenta. A caratterizzarla per l’esterno un’architettura dal gusto razionalista con grandi balconi utilizzati come veri e propri salotti, e all’interno arredi sofisticati. Augusta Pesenti nel 1953 la alzò di un piano trasformandola nell’Augustus Hotel che fu per oltre venti anni l’unico hotel De Luxe dell’intera Versilia. Nel grande parco attorno a questa struttura principale negli anni successivi vennero quindi costruite altre sette ville dal gusto eclettico con una piscina gioiello inserita nell’angolo più lussureggiante del giardino e, dalla seconda metà degli anni Sessanta, la Nave, “altra struttura che ricorda con i suoi terrazzi a correre i ponti delle navi da crociera”.  

In questa offerta così variegata hanno soggiornato qui personaggi famosi. C’era Mina che ne prendeva una tutta per sé. “Viveva questo spazio e la sua villeggiatura in maniera riservata, molto gelosa della sua privacy”. Dalla bussola arrivano in questa oasi di pace artisti e cantanti. “Tra tanti come non ricordare Jimi Hendrix. Soggiornava a villa Pesenti ed era generosissimo con le mance”. Ma poi anche Charlton Heston, Oriana Fallaci, Eugenio Montale, Francesco Messina, Mario Monicelli, Paul Anka, Vittorio Gassman, personaggi dello spettacolo e dello sport tanto che nel 2013 Carlo Vanzina dovendo girare il suo “Sapore di te” non ha esitato a volere questa location tra le ambientazioni ideali della pellicola. Ancora a Villa Agnelli soggiornava Catherine Deneuve con la figlia avuta con Marcello Mastroianni. “Lui arrivata ogni giorno a visitarle”.

Ville riservate e poi la spiaggia. La si raggiunge attraverso un vialetto di ortensie e quindi per gli ospiti di Villa Agnelli attraversando il sottopasso. Da qui l’accesso allo stabilimento balneare. Oggi ha cabine bianche bordate di una rigatura rossa e blu e come simbolo una testa di cammello. La plastica è bandita e nell'area interna Maschietto ha progettato una piscina dove si tocca sempre per bambini che "non devono avere timore dell'acqua". Ma questo arenile nasconde un'altra romantica storia. “Era nato come capanno sulla spiaggia e hangar di ricovero dell’idrovolante di famiglia Agnelli - racconta Maschietto -  e ancora oggi conserva il fascino della gioiosa cornice descritta da Susanna Agnelli in Vestivamo alla Marinara.

La plastica è bandita e nell'area interna Maschietto ha progettato una piscina dove si tocca sempre per bambini che "non devono avere timore dell'acqua"

Alla fine degli anni Sessanta - continua l'architetto che alla fine degli anni sessanta fu parte del gruppo di architettura radicale Ufo che intendeva sull’onda della contestazione studentesca all'interno della Facoltà di Architettura di Firenze portare avanti una spettacolarizzazione dell'architettura in 'guerriglia' urbana e ambientale.-trasformammo abbiamo dato una nuova vita a questo luogo di grande fascino. Più di un capanno qualsiasi. Gli Agnelli si erano fatti costruire dal loro idraulico al suo interno perfino un sistema di docce pluri schizzo: una sorta di sistema idromassaggio artigianale.

Ecco che questo luogo si prestava ad una nuova vita e nel 1969 lo abbiamo trasformato nel Bambaissa la prima discoteca moderna del Forte. I dischi li metteva Piccio Raffanini che poi negli anni Ottanta fu anima del programma televisivo Mister Fantasy, i macchinari erano svizzeri e i vinili arrivavano da Londra. Era un’avanguardia e una follia. 

Come il nome “Bambaissa che alludeva ad un’immaginaria oasi di sabbia rossa di una striscia a fumetti di Paperon dei Paperoni. Così questa discoteca come un caravan serraglio aveva una scenografia di fantasia con riproduzioni di grandi cammelli in carta pesta che avevamo commissionato agli artisti dei carri di Viareggio e una grande clessidra che ancora oggi dà il benvenuto a chi arriva in spiaggia”.

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