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23 marzo 2023
di Annalisa Cretella

Helmut Newton, un'eredità di bellezza 

Helmut Newton - foto
Helmut Newton - foto
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La sua “musa” June, i ritratti degli anni Sessanta, le foto di moda dei Settanta, i famosi nudi degli Ottanta, e di nuovo la moda e la pubblicità nei Novanta. C’è tutto l’universo di Helmut Newton, con quella sua rara “eleganza atemporale”, nella grande retrospettiva allestita a Palazzo Reale (fino al 25 giugno), a Milano, “Legacy”, ideata in occasione del centesimo anniversario della nascita del fotografo (Berlino, 1920 – Los Angeles, 2004) e posticipata a causa della pandemia.

L’artista di fama mondiale per “la prima volta” viene raccontato nella sua totalità. Nel percorso espositivo, ricco di 250 fotografie, quasi tutte in bianco e nero, numerose riviste e documenti, l’apertura è dedicata a un corpus di scatti che svelano aspetti meno noti della sua opera, con un focus specifico sui servizi di moda più anticonvenzionali. “Sono le foto degli esordi, quelle degli anni Sessanta, sono oltre una quarantina e sono tutte inedite - ci spiega Denis Curti, co-curatore della mostra insieme a Matthias Harder  -.  E’ una mostra antologica cronologica, che permette di capire tutto il suo percorso”, questa è la sua ricchezza e unicità.  

L’esposizione si apre con un suo autoscatto, a tutta parete, accanto a un ritratto della sua ispiratrice, così  definiva la moglie June Brunell, attrice, che divenne sua assistente di camera oscura e fotografa, nota come Hedda Gabler. “La conobbe arrivando in Australia, paese nel quale dovette fuggire nel ’38 per le leggi razziali” era di origine ebrea, racconta il co-curatore Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, che mette in luce l’importanza di questo legame, nel lavoro dell’artista.  “Newton – dice - è sempre stato un passo avanti alla sua epoca. Aveva un’eleganza atemporale ma che rifletteva quello che era lo spirito dei tempi e la contemporaneità”.

La notorietà era arrivata già a Melbourne, con le commissioni per Vogue, e poi iniziarono le collaborazioni con Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld. Nelle sue foto Newton incorpora continui riferimenti allo Zeitgeist del momento: dai film di Alfred Hitchcock, Francois Truffaut e Federico Fellini alla rivoluzione sessuale della fine del decennio. Le sue immagini suggeriscono storie che spesso contengono un elemento di intrigo. E questo si spiega con la sua grande passione per le storie di cronaca nera. Tanto che, soprattutto negli scatti dei primi anni, non è strano vedere modelli con un mitra in mano, o vestiti da ladri per una pubblicità di gioielli.

Di lui sua moglie June diceva ‘Helmut è un grande manipolatore. Ama la teatralità della fotografia. I modelli diventano le sue creature, i suoi personaggi”. “Newton si muove nell’ambito della moda, poi decide di prendere quella strada in cui la fotografia smette di essere descrittiva e diventa aspirazionale” aggiunge Curtis. Negli anni 80 sviluppò un’idea visiva rivoluzionaria: chiese alle modelle di spogliarsi dopo il servizio di moda per poi fotografarle di nuovo nelle stesse pose. La pubblicazione di quelle fotografie suscitò uno scandalo. Questi dittici che segnarono per lui il passaggio dalla fotografia di moda a quella di nudo, furono chiamati Naked and Dressed.

“E’ quella che si può chiamare la ‘versione Newton’ – continua Curtis - , cioè quando aveva la possibilità di scattare foto per giornali e brand e alla fine del servizio, decideva di scattare la sua versione” facendo spogliare le modelle. Quelle di Newton “Sono donne nude ma vestite di fierezze e consapevolezza, vuole celebrarne l’autonomia. E’ una bellezza eterna quella che racconta. E anche erotizzando gli still life e i ritratti non è mai volgare. Ha la capacità di creare un’estetica e di renderla percepibile agli occhi di tutti”.

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