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22 novembre 2023

La casa dell’automobilista

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Spostarsi, viaggiare, muoversi: concetti che non evocano soltanto l’impiego di un mezzo di trasporto. Dietro, c’è la scelta di come fronteggiare l’emergenza ambientale e climatica. Effetto di una cultura ambientale diversa, per cui la considerazione di quanto l’uso di combustibili fossili incida sulla qualità dell’aria non è più soltanto materia di studi e statistiche ma è diventata elemento di valutazione nell’acquisto di un’auto nuova. Che sia elettrica, che sia ibrida, che sia a motore termico.

Anche se, proprio in Italia, secondo l’ultimo rapporto di Motus-e, l’immatricolazione di veicoli a motore elettrico è in calo del 34%, in controtendenza rispetto al resto d’Europa. Per questo è importante sostenere tutti i processi legati alla cosiddetta “mobilità sostenibile”: car sharing, auto elettriche, biocarburanti sono tutti passi importanti verso l’obiettivo Net Zero. Tutto questo è rappresentato nelle Enilive Station.

Enilive (Eni Sustainable Mobility) rappresenta tutto questo: soluzioni di mobilità smart come Enjoy, bioraffinazione e produzione di biometano, commercio e distribuzione di tutte le componenti energetiche per la mobilità, anche attraverso le oltre 5.000 Enilive Station presenti in Europa. Proprio le Enilive Station esprimono tutto il complesso mondo della mobilità in chiave di contributo verso una maggiore sostenibilità: accanto ai carburanti fossili, vengono proposti carburanti di nuova generazione e di natura biogenica come l’HVO (Hydrogenated Vegetable Oil), il bio-GPL e il biometano, nonché l’idrogeno e l’elettrico.

E sempre in chiave più sostenibile, le Enilive Station diventano sempre più un luogo in cui il cliente può effettuare diverse commissioni ottimizzando tempo e, cosa importante, spostamenti. Parliamo ad esempio degli Eni Cafè, del pagamento di bollettini postali, del servizio di ritiro pacchi e negozi di prossimità, del servizio punti Telepass e delle aree di interscambio per la flotta Enjoy. Dalla fine del 2023, nell’ambito della ristorazione su strada, si aggiunge inoltre il format ALT Stazione del Gusto, una collaborazione di Enilive e Accademia Niko Romito. Si tratta di un ristorante su strada che propone cibi di ottima qualità: il primo ALT Stazione del Gusto è stato aperto il 20 settembre scorso a Roma, nella storica stazione di servizio Eni in viale America, nel quartiere Eur.

Una stazione dove si coniugano i servizi della cosiddetta “mobilità sostenibile” (con il car sharing e le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici) a una ristorazione di qualità.

Enilive (Eni Sustainable Mobility) è una filosofia ben riconoscibile. A partire dal logo e dai colori. La scelta di rappresentare l’immagine della società con il Cane a sei zampe è una scelta precisa in armonia con il sistema di identity sviluppato per tutti i loghi delle aziende Eni. Evoca un’immagine di movimento, di cambiamento, per raccontare la continua evoluzione della mobilità, già iniziata e proiettata sul futuro, in armonia con i colori adottati per esprimere innovazione e visione.

Il nome, poi, esprime in maniera efficace l’obiettivo e lo spirito della nuova società, in grado di offrire prodotti e servizi che attendono al quotidiano delle persone, mettendo queste al centro di un percorso in costante evoluzione.

Con le Enilive station si testimonia il contributo alla concretizzazione dell’obiettivo NET ZERO, che rientra nel processo di transizione energetica che, negli obiettivi di Eni, significa il raggiungimento della carbon neutrality entro il 2050.

La riduzione delle emissioni delle auto in circolazione è soltanto l’ultimo anello di un ciclo molto più lungo, che Enilive sta accelerando, partendo dalla produzione di carburanti progressivamente decarbonizzati, che nascono e vengono lavorati a ridotto impatto nei 22 impianti di biometano in Italia, di cui 21 per la generazione di energia elettrica da biogas e un impianto per il trattamento della FORSU, la frazione organica dei rifiuti solidi urbani, sta proseguendo nella riconversione da biogas a biometano, con l’obiettivo di immetterne in rete a regime oltre 50 milioni smc l’anno.

Eni produce biometano dal 2022 e prevede di riconvertire tutti gli altri asset entro il 2026. La produzione di biometano, destinata ad essere immessa nella rete di distribuzione e anche all’erogazione nelle Enilive station, si pone nel quadro dell’economia circolare, consentendo la valorizzazione degli scarti agricoli, agroindustriali, reflui zootecnici e rifiuti organici, favorendo così la costituzione di un legame tra mondo agricolo e dell’energia in un’ottica di sostenibilità di lungo termine.

Rientra in questo quadro la prima raffineria di petrolio convertita in bioraffineria per la produzione di biocarburanti. È a Venezia, a Porto Marghera, ed è il primo esempio al mondo di raffineria che passa dalla lavorazione di carburanti fossili a quella di biocarburanti idrogenati ottenuti da materie prime biogeniche.

Dal 2019 Eni ha inoltre avviato la bioraffineria di Gela; entrambi gli impianti possono utilizzare fino al 100% biomasse di scarto. Nell’ottobre 2022 Eni ha definitivamente escluso l’olio di palma come carica alle bioraffinerie di Venezia e Gela: entrambi i siti, quindi, sono oggi palm oil free come richiesto dalla normativa di settore. Per la produzione di biocarburanti, HVO diesel, bio-GPL, di bio-jet e di bio-nafta destinata alla filiera della chimica, le bioraffinerie sono perciò alimentate prevalentemente da materie prime di scarto – come oli esausti da cucina, grassi animali, oli vegetali e residui dell’industria agroalimentare.

Si sta inoltre lavorando per incrementare la produzione di olii vegetali provenienti da coltivazioni di piante su terreni degradati (e quindi non in competizione né con la produzione alimentare né con le risorse forestali) in alcuni Paesi dell’Africa.

L’economia circolare della mobilità passa anche per i biocarburanti, fondamentali per la riduzione immediata delle emissioni del settore dei trasporti, non solo su strada, ma anche per il trasporto aereo, marittimo e ferroviario, considerati, questi ultimi, settori della mobilità pesante “hard to abate”.

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